Più della metà dei genitori non si cura dei videogiochi utilizzati dai figli piccoli
Uno studio inglese fa il punto della situazione.
Recentemente Childcare UK, un noto portale britannico di servizi per l’infanzia, ha condotto una ricerca tra i suoi iscritti, venendo così a scoprire che più della metà dei genitori consente ai propri figli di giocare con videogiochi non adatti ai minori senza la supervisione di un adulto e senza neppure conoscere in anticipo i contenuti del titolo in oggetto. Per contro, soltanto il 18% di loro permette ai propri figli di 10 – 14 anni la visione di film vietati ai minori.
Dallo studio è anche emerso che comunque la stragrande maggioranza dei genitori (86%) non si cura affatto delle restrizioni di età sui videogiochi, non credendo che certi titoli possano avere conseguenze negative sul comportamento dei loro figli, salvo poi dichiarare che più della metà di loro (62%) ha dovuto desistere dal tentativo di portar via il videogioco al bambino dopo sessioni troppo lunghe, per timore di scatti d’ira incontrollati. A questo, aggiungiamo che il 48% di loro pensa che loro figlio sia letteralmente dipendente dai videogames.
Richard Conway, fondatore di Childcare, ha dichiarato che a suo avviso non è sbagliato lasciar giocare un bambino di dieci anni con un titolo come Fortnite, valutato con PEGI 12, perché è comunque una innocua forma di divertimento. Vale tuttavia la pena di informarsi comunque su un titolo prima di regalarlo al bambino e, mai e poi mai, bisogna lasciarlo giocare abbandonato a se stesso.
Sempre secondo Conway, è interessante capire perché i genitori vedano di più il rischio per i loro figli in film o altri media violenti, o comunque non adatti a un minore, rispetto a i videogiochi con le stesse tematiche, affermando in merito che è importante ricordare quanto siano impressionabili i bambini. Vedendo un certo comportamento o un certo linguaggio in un videogioco, oltre che in un film, possono facilmente cercare di imitarlo.