#nostreamday: lo sciopero degli streamer su Twitch
Alcuni streamer italiani hanno organizzato uno sciopero con l'intento di lasciare il segno sul sito viola.
Twitch è oramai il sito di streaming online numero uno per portare in live videogiochi, podcast, irl e molto altro. A seguito del ban permanente di un loro collega e la successiva difficoltà di comunicazione tra l’interessato e Twitch, alcuni twitcher hanno annunciato uno sciopero pacifico con l’intento di ottenere una maggiore chiarezza riguardo le regole del sito su cui lavorano.
In questa sede vi riportiamo interamente il manifesto dello sciopero, che verrà letto su Twitch il giorno 9 dicembre dai partecipanti.
#NOSTREAMDAY
Il #nostreamday è un’iniziativa pacifica nata da un sempre più evidente malcontento dei partner e degli streamer in generale nei confronti della regolamentazione e della gestione della stessa sulla piattaforma. Consisterà in una giornata di sciopero durante la quale gli streamer non andranno in live e gli spettatori partecipanti non entreranno su Twitch.
Essa è stata scaturita dai recenti avvenimenti ai danni di un partner, bannato in maniera permanente dalla piattaforma. Non stiamo contestando il ban che è legittimo; bensì la modalità con il quale è stato perpetrato, 6 mesi di attesa sono semplicemente inconcepibili.
La modalità di valutazione dei ban è discrezionale, con il rischio di palesi errori da parte di chi si fa carico della decisione.
Lo streamer cade spesso in errori involontari e tutto questo potrebbe essere evitato con maggiore chiarezza e trasparenza.
Il ban è una misura che va dosata con giudizio, chiediamo di lavorare tutti assieme per migliorare le condizioni lavorative, cosa che porterebbe ad un giovamento di tutta la piattaforma. Diversi ban sono arrivati per piccolezze o per incomprensioni di contesti palesemente ironici o informativi. Streamer bannati per incitamento alla violenza quando stavano semplicemente commentando fatti di cronaca, svolgendo anche un utile servizio divulgativo per gli utenti. Gag fisiche assolutamente non lesive delle persona punite con il ban per autolesionismo, satira o comicità innocui punite con il ban per incitamento all’odio.
Di seguito i punti che vorremmo fossero presi in considerazione, ringraziamo per l’attenzione e speriamo che tutto questo possa portare ad un ambiente più prolifico per la creatività e per la professionalità.
1. Chiarezza delle regole. Le regole della piattaforma sono essenzialmente delle linee guida molto ampie e generiche di comportamento e questo rende difficilissimo configurare i casi specifici. Un esempio è la regola sul non poter pubblicizzare uno streamer bannato. Ma cosa si intende? Non si può nominare in alcun modo un utente bannato? Ergo se qualcuno reputasse ingiusto un ban di un collega non potrebbe parlarne? In tal caso andrebbe tutelata la possibilità di critica, anche nei confronti della piattaforma, che può avere dei punti grigi sui quali discutere. Anche sull’outfit ci sono controversie: spesso capi sono stati considerati sessualmente espliciti, in altri casi con i medesimi capi no. Per quanto riguarda cose dette da terzi in video visionati in diretta? Se in un contenuto multimediale viene pronunciata una parola offensiva o vengono dette frasi razziste lo streamer cosa deve fare? Se sta semplicemente commentando senza appoggiare tali ideali volti all’odio non dovrebbe rischiare sanzione alcuna, com’è invece successo in varie occasioni. Se un ospite pronuncia termini non consentiti? Se è partner rischia lui ma se non lo è basta anche qui che tali frasi/parole non vengano appoggiate o no? Non ci si può affidare al caso, andare a tentativi o sperare che la moderazione sia clemente. Chiarezza anche su questo.
2. Disparità di trattamento. Senza fare un processo alle intenzioni o analizzare i casi specifici, streamer non vengono sanzionati per azioni speculari ad altri che sono stati puniti. Una regola o vale per tutti o non vale per nessuno, non è più accettabile la componente delle segnalazioni. Non si possono basare scelte che portano danni economici e possibile perdita di lavoro sulle segnalazioni di utenti che possono essere mandati appositamente per farlo.
3. Satira e comicità. Spesso battute, più o meno forti, sono state sanzionate. Come si devono comportare i partner? Si possono fare battute su tutto? Su qualcosa? Su cosa non si può scherzare? Con quali toni si oltrepassa il limite? Servono disclaimer et similia?
4. Possibilità di contestare le sospensioni. Come partner hai possibilità di farlo (da non partner è praticamente impossibile ricevere supporto su queste cose) ma anche qui c’è disparità di trattamento; alcuni hanno un contatto diretto con la moderazione, altri no. In secondo luogo deve essere possibile contestare il ban e ricevere un rimborso pari ai giorni di live saltate nel caso in cui ci fosse stato un errore di valutazione. Talvolta ci sono delle riduzioni di pena quando si riesce a trovare una mediazione, questo va senz’altro bene ma si deve includere anche la riammissione istantanea se lo streamer venisse ritenuto innocente.
5. Gli effetti del permaban. Considerare l’impatto del permaban per uno streamer che nel corso degli anni si è creato un ambiente circostante composto da persone che fanno il suo stesso lavoro. Con tale sanzione anche i rapporti umani vengono intaccati; come l’impossibilità di recarsi in viaggi o luoghi dove tali persone effettuano live IRL, dato che lo streamer non perde solo il suo canale ma anche la possibilità di comparire in live altrui. Dunque ponderare di più sull’attuazione di tale scelta perché può comportare un vero e proprio tracollo psicologico. Ovviamente tutto questo non sussiste nel momento in cui i motivi del permaban sono incontestabili, come nudità o pornografia, violenza, incitazione all’odio et similia.
Nel caso in cui vogliate partecipare allo sciopero, anche voi spettatori potrete farlo semplicemente non accedendo su Twitch durante il giorno dello stesso sciopero.
#nostreamday