Microsoft ha sacrificato le console per xCloud
La società con base a Redmond avrebbe consapevolmente deciso di sacrificare le vendite di Xbox Series X e S in favore del più ambizioso progetto di crescita di xCloud.
Microsoft avrebbe deliberatamente sacrificato una potenziale crescita nelle vendite di Xbox Series X e S puntando maggiormente sui propri servizi in abbonamento, soprattutto xCloud.
Come emerso dalla trascrizione di uno scambio email risalente al 2020 avvenuto tra Phil Spencer e Tim Stuart, CFO di Xbox, la società avrebbe deciso di ridurre la produzione dell’hardware destinato alle console al fine di disporre di maggiori risorse tecnologiche da investire nei sistemi alla base del servizio di cloud gaming xCloud.
Dal messaggio emerge dunque che l’iniziale scarsità di console giunte sul mercato, non è stata causata solamente dai problemi di produzione post-pandemia, ma anche da una deliberata strategia aziendale a lungo termine che per il momento ha portato solamente a un piccolo potenziamento di xCloud, senza raggiungere però i traguardi tecnici di cui era invece stata capace Google con Stadia.
Dallo scambio appare palese come Xbox avesse chiaramente deciso di investire meno sulla produzione di console in modo da potenziare la qualità dei propri servizi cloud e la produzione di contenuti, una scelta necessaria al fine di inseguire una strategia a prova di futuro in un periodo che ha visto esplodere le piattaforme di streaming.
Xbox ha deciso di sacrificare la vendita di console puntando su xCloud, una scelta sbagliata?
La discussione tra Spencer e Stuart è stata rivelata solamente di recente nel corso dell’udienza tra Microsoft e la FTC ma è sfortunatamente stata pubblicata oscurata in molti dei suoi passaggi.
Da un punto di vista strategico credo che sacrificare le vendite delle console per favorire il cloud e i contenuti sia la scelta giusta, una mossa a lungo termine che permetterebbe di continuare a venderne anche in futuro.
Credo che investire su xCloud e su più contenuti sia determinante per realizzare il nostro potenziale in ambito gaming.
Queste le parole con cui Phil Spencer ha motivato le proprie idee, del tutto condivisibili, in merito alla possibilità di ridurre il volume della produzione di hardware destinato a Xbox Series X e S, al fine di dedicare più energie alla produzione di contenuti e allo sviluppo qualitativo dei servizi cloud.
Sebbene questo discorso sia assolutamente attuale ancora oggi, forse anche di più, sarebbe giusto che lo scambio tra Spencer e Stuart venisse contestualizzato e analizzato considerando che all’epoca, il 2020, il mercato del gaming in cloud vedeva tra i protagonisti non solo il tutt’ora ottimo GeForce Now ma anche Google Stadia, entrambi competitor di calibro notevole.
Spencer cita in effetti direttamente la questione, lasciando intendere che, esistendo già una base di utenza affezionata a Xbox, un potenziamento del cloud non potrebbe che giovare all’azienda:
Amazon Luna e Google Stadia non hanno la forza, la community e gli sviluppatori entusiasti che abbiamo noi in ambito console.
Appare quindi ancora più chiara la decisione di Xbox di intraprendere questo tipo di strategia più che competere a tutti i costi con Sony, rivale contro cui probabilmente i vertici Microsoft erano certi di non poter combattere in ambito vendite console.
Intanto, i progetti di Xbox evolvono e, sebbene non se ne sia più parlato, sembrerebbe che Microsoft continui a essere al lavoro su Project Keystone (nome in codice NdR.), un nuovo dispositivo da gaming specificatamente dedicato al gioco in streaming, e sulla ricerca di nuovi partner nel settore.