Dopo le polemiche, Palmer Luckey non partecipa all’Oculus Connect
L’ultimo Oculus Connect ha portato una serie di buone notizie, tra l’annuncio di un Oculus Touch Controller, delle Oculus Earphones e, soprattutto, l’arrivo della tecnologia Asynchronous Spacewarp, che permetterà al visore di funzionare anche su PC meno performanti (e meno costosi) di quanto previsto all’inizio.
Ma la nota più curiosa di questo Oculus Connect 3 è stata la totale assenza di Palmer Luckey, il vero deus ex machina dietro l’ormai celebre visore di realtà virtuale.
“Palmer ha scelto di non essere presente all’Oculus Connect 3, perché non voleva essere motivo di distrazione. Ha scelto di non esserci nel modo più assoluto” ha poi annunciato Nate Mitchell, co-condatore e vice presidente del progetto Oculus “Non c’è dietro alcuna strategia e per quanto ci riguarda vogliamo continuare a mostrare alla gente quello che siamo, quello in cui crediamo e chi siamo come azienda. Credo che Oculus Connect 3 lo rispecchi in grandissima parte. Se solo voi parlaste con gli sviluppatori che lavorano con noi e che ci conoscono, penso che siano sorpresi da alcuni articoli dei media su Palmer e sull’intera situazione”.
Mitchell si riferisce alle polemiche che nei giorni scorsi hanno coinvolto Luckey a causa del suo supporto, sia economico che ideologico, alla campagna presidenziale di Donald Trump, aggravato da alcuni post poco felici nei confronti di Hillary Clinton, storica rivale del candidato repubblicano.
Luckey, nei giorni successivi alle polemiche, ha negato alcuni aspetti della vicenda, ma questo non ha impedito ad alcuni sviluppatori di abbandonare ogni collaborazione con Oculus. L’azienda di Luckey e Mitchell, forse per calmare le polemiche, ha anche annunciato che donerà 10 milioni di dollari in supporto di iniziative per il rispetto delle diversità.