La realtà virtuale è la nuova frontiera della medicina
L'utilizzo innovativo di questa tecnologia sta prendendo sempre più piede in campo medico.
Molti di noi associano i visori per la realtà virtuale a futuri mal di testa, eppure c’è chi ha pensato di applicarlo al mondo della medicina con risultati apparentemente positivi.
La VR è diventato uno degli strumenti con cui il medico ha giurato di curare i suoi pazienti, come VRHealth, azienda fondata nel 2006 come VRPhysio da Eran Orr, che fa di questa tecnologia la sua punta di diamante. VRHealth è un software che utilizza la realtà virtuale “distraendo” la mente contribuendo alla gestione e la riduzione del dolore. Orr stesso, ex membro della Air Force, ha dato vita a quest’esperimento dopo una riabilitazione faticosa.
Jorge Gomez-Mantellini, marketing manager di VRHealth, afferma che il dolore è principalmente psicologico e che la realtà virtuale distrae il paziente trasportandolo in un mondo virtuale di sua scelta prima che i segnali di dolore arrivino al cervello.
Da quest’ottica la realtà virtuale offre rilassamento, ma ha anche altri impieghi, come aiutare studenti di medicina in erba e migliorare la precisione del chirurgo. L’azienda ImmersiveTouch, per esempio, utilizza il VR per creare un modello 3D del paziente, utilizzato poi dal chirurgo per pianificare al meglio l’operazione.
Uno studio ha evidenziato un desiderio del paziente di riutilizzare il VR durante procedure mediche particolarmente dolorose, mentre un altro del 2016 ha concluso che la realtà virtuale offre sollievo ai pazienti che devono combattere con dolore cronico.
Non solo PlayStation VR o Oculus Rift: la realtà virtuale, insomma, si dimostra come un’industria sempre più fiorente (si vocifera infatti che il suo valore nell’assistenza medica nel 2026 sarà aumentato in maniera vertiginosa) i cui utilizzi sconfinano dal “mero” fine ludico.
Fonte: Nationswell