In Memoriam, Lucas Arts

La fusione Disney – Lucasfilm miete una vittima che mai avremmo pensato di veder cadere.

Aveva da poco superato i 30 anni di attività, ma ciò non è bastato a salvarla: Lucas Arts è finita .
È la software house che ha cresciuto milioni di giocatori e che ha lasciato segni indelibili nell’industria e in chiunque ha avuto a che fare con lei.

A Lucas Arts dobbiamo una lista immensa di titoli, a partire dalle innumerevoli trasposizioni videoludiche dell’universo di Star Wars, belle al punto da coinvolgere persino chi non si è mai interessato all’opera originale: quale giocatore di sparatutto non si è mai imbattuto in Dark Forces e i successivi Jedy Knight? Quale appassionato di giochi di pilotaggio non ha mai giocato un X-Wing o un Rogue Squadron?

 

 

 


Per non parlare dei titoli propri che hanno guidato e influenzato un intero genere: chi non ha mai almeno sentito nominare Monkey Island, Full Throttle, Grim Fandango, Maniac Mansion? Qualsiasi giocatore di vecchia data si è imbattuto in più di uno di questi titoli, innamorandosene.


Ci sono talmente tanti nomi da citare e sul quale piangere una lacrima di nostalgia al punto che non basterebbe un intero articolo, ma qualsiasi parola in più sarebbe superflua: Lucas Arts è un nome che conosciamo tutti, e in cui chiunque, chi più chi meno, ha qualche ricordo. È una casa che ha toccato così tanti generi e raccontato così tante storie diverse fra loro che anche le persone più chiuse devono aver almeno per forza trovato qualcosa che le coinvolgesse, e non come un semplice passatempo, ma esperienze di vita da conservare nei propri ricordi in maniera indelebile.


Addio Lucas Arts.

 

 

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