Dead Space 3 andrebbe “rifatto da zero”, afferma lo Story Producer
Lo Story Producer di Dead Space 3 è convinto che l'ultimo capitolo della trilogia horror sia sbandato sin troppo dai binari originali della serie
Non è strano affermare, dopo tutti questi anni, che Dead Space 3 sia stata una vera delusione per i fan della serie. L’ultimo capitolo della trilogia pubblicata da EA, non solo non raggiunse mai i traguardi di vendita imposti dallo storico publisher, ma fini anche con il chiudere le porte ad un futuro Dead Space 4.
I motivi dietro questo fallimento sono principalmente legati all’abbandono della formula survival horror presente nei primi due capitoli di Dead Space, visto che Dead Space 3 lo si può difficilmente definire improntato sugli stessi temi dei predecessori. Quest’ultimo capitolo è molto più collegato a dinamiche co-op e TPS, infatti.
EA si è fatta in parte “perdonare” per questo evidente insuccesso proprio di recente, tramite lo splendido Dead Space Remake, uscito a Gennaio 2023, rivelatosi un vero portento non solo nel rimanere quanto più possibile federe all’originale, ma anche nell’innovare e migliorare l’ormai storico titolo horror.
Tuttavia, giusto di recente, a parlare su Dead Space 3 è stato lo story producer, Chuck Beaver, il quale, intervistato dallo youtuber CaptainBribo, ha svelato come riscriverebbe quasi del tutto la storia creata all’epoca per questo capitolo della serie, se ne avesse la possibilità.
La storia di Dead Space 3 andrebbe rifatta da zero, rivela Chuck Beaver
Beaver ha discusso, durante l’intervista, della decisione di includere le nuove dinamiche co-op nell’opera, specialmente in relazione al successo che il genere survival horror aveva nel 2013. Secondo Beaver, le persone interessate ad un survival horror puro erano sempre meno all’epoca, e dunque era necessario espandersi ad altri generi di gameplay per garantire un alto numero di vendite.
Dead Space 3 non raggiunse mai le 5 milioni di vendite desiderate da EA, e la scelta di cambiare il core gameplay dell’opera sperando di avvicinarvisi, portò soltanto a deludere e perdere la fan base dedicata, in quanto non si trovava più dinanzi un’opera che spingesse in avanti quanto realizzato con Dead Space 1 e 2.
Queste decisioni sono state radicali per far perdere al capitolo finale della trilogia la sua identità, perché pur di rivedere completamente le dinamiche di gioco si è perso di vista il punto focale guidante l’intera creazione dell’opera, mischiando quasi a casaccio elementi di gameplay difficilmente amalgamabili efficacemente.
EA è stata molto chiara sin dall’inizio nell’affermare come la creazione di un titolo puramente horror fosse completamente da escludere, e questo lasciò sia Beaver che Ben Wanat, il creative director di Dead Space 3, con una miriade di problemi, riassunti da Beaver in una semplice domanda, durante l’intervista: “che tipo di gioco stiamo creando?”
Quando gli è stato chiesto su quale base creerebbe una nuova storia per Dead Space 3, Beaver ha risposto che partirebbe dal finale di Dead Space 2, narrando le vicende di un Isaac consumato e distrutto dagli eventi vissuti nella precedente avventura.
Quasi sicuramente, non vedremo mai un sequel di questo genere, a meno che EA, convinta dal successo di Dead Space Remake, di cui abbiamo discusso in questa recensione, inizi a lavorare sul remake di Dead Space 2, e magari in futuro si spinga verso un remake, specialmente dal punto di vista della trama e gameplay, di Dead Space 3.