Cyberpunk 2077: la scelta di Keanu Reeves
Il quest director di Cyberpunk 2077 dichiara che la scelta di Keanu Reeves, per il ruolo di Johnny Silverhand è stata naturale.
Potremmo chiamarla “effetto Reeves”, l’onda mediatica scatenata dall’apparizione di Keanu Reeves sul palco dell’E3 di Los Angeles, durante la presentazione di Cyberpunk 2077. In una recente intervista rilasciata a Gameindustry.biz Mateusz Tomaszkiewicz, quest director di Cyberpunk 2077, ha chiarito quali sono state le motivazioni alla base della scelta della star Hollywoodiana.
Secondo Tomaszkiewicz la scelta di Keanu Reeves per il ruolo di Johnny Silverhand è stata naturale. Anche se ancora non è ben delineato il suo ruolo nel gioco, il personaggio della IP firmata CD Projekt RED ha un carattere ribelle, combatte ogni forma di oppressione e crede fermamente in un ideale; tutte queste caratteristiche sono ricercabili in molti personaggi interpretati dall’attore canadese per cui questo matrimonio artistico, secondo il quest director di Cyberpunk 2077, è avvenuto in modo naturale.
Coincidenza voglia che gran parte dei personaggi interpretati da Keanu Reeves si chiamino John (Wick) o Johnny (Mnemonic), aumentando ancora di più questo feeling virtuale.
Quest’anno, al di là delle mega presentazioni losangeline dell’E3, è stato realizzato un passaggio importante per la collaborazione tra star del cinema e il mondo dei videogames. Cyberpunk 2077 è solo uno tra gli esempi di questo nuovo modo di concepire il gioco: basti pensare che il solo Hideo Kojima, con il suo Death Stranding ha coinvolto nella realizzazione del suo progetto un cast che annovera tra le sue fila, Norman Reedus (The Walking Dead), Mads Mikkelsen (Rogue One: A Star Wars Story, Casino Royale) e Lea Seydoux (Spectre).
Questo connubio, che sicuramente nei prossimi anni diventerà sempre più frequente, secondo Keanu Reeves non è finalizzato all’aumento della credibilità di un videogioco. L’attore canadese, in un’intervista rilasciata a BBC Newsbeat, ha dichiarato apertamente che il mondo del gaming non ha bisogno di alcuna legittimazione: secondo l’attore i due mondi, quello del cinema e quello dei videogames, si sono compensati, arricchiti e sviluppati in un rapporto di duplice scambio.