Atomic Heart: l’Ucraina ne chiede il ban a Sony
Il vice Primo Ministro ucraino Mychajlo Fedorov ha indirizzato una lettera formale a Jim Ryan, presidente e CEO di Sony Interactive Entertainment.
Non si potrà certo dire che Atomic Heart non continui a far parlare di sè dopo il rilascio del 21 febbraio scorso, nonostante le tematiche siano tutt’altro che legate al suo gameplay. Infatti, dopo aver subito pesanti critiche nelle scorse settimane, le quali hanno portato Mundfish a pubblicare delle scuse in merito ai messaggi razzisti presenti nel cartone Nu, Pogodi! incluso in Atomic Heart, giunge la richiesta formale da parte dell’Ucraina per bannare il gioco dalle principali piattaforme di gaming.
Tra queste è incluso anche l’ecosistema PlayStation di Sony che si è visto recapitare una lettera informale dal vice primo ministro ucraino Mychajlo Fedorov indirizzata a Jim Ryan. Atomic Heart è sviluppato da Mundfish, studio russo che avrebbe (il condizionale è d’obbligo) legami con il regime di Vladimir Putin, il cui paese è al centro di critiche e sanzioni internazionali per l’avvio della guerra, ancora in corso, in Ucraina.
Un estratto della lettera di Fedorov indica quanto segue:
Credo che Sony Interactive Entertainment non voglia essere considerata una piattaforma che supporta il comunismo, anche in accezione così futuristica. La storia della Russia Sovietica e le sue violazioni imperialistiche nei confronti di altri paesi indipendenti hanno portato all’assassinio di centinaia di migliaia di civili. Non solo ora in Ucraina, ma anche in Moldavia e Georgia. Una domanda piuttosto retorica è se valga la pena o meno promuovere simboli coperti di sangue.
Messaggi simili sono stati inoltrati da Fedorov anche a Kenichiro Yoshida, presidente e CEO di Sony, Gabe Newell di Valve e Brad Smith di Microsoft. Nessuno ha però ancora divulgato comunicati ufficiali o dato seguito alla richiesta di ban per Atomic Heart in risposta alle richieste dell’Ucraina.
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