AESVI dice la sua sull’omicidio di Ferrara
L’omicidio nel Ferrarese di qualche giorno fa, in cui due ragazzi hanno pianificato e ucciso i genitori di uno dei due, è ormai sulla bocca di tutti. Noi stessi ne abbiamo trattato su un articolo pubblicato recentemente.
Come sempre in questi casi, molti TG o testate, hanno citato i videogiochi come mezzo fuorviante ed estraniante sui giovani.
Anche l’AESVI, Associazione Editori e Sviluppatori Videogiochi Italiani, è entrata nel merito del caso, tramite un comunicato stampa.
“In questi giorni si sta molto parlando dell’efferata vicenda nel ferrarese, che ha visto come protagonisti due adolescenti complici nell’omicidio dei genitori di uno dei due. Diverse testate giornalistiche di rilievo nazionale hanno sottolineato la circostanza che gli autori del delitto fossero dei videogiocatori e l’hanno messa in connessione diretta con quanto accaduto additando i videogiochi al pari, e in alcuni casi ancora prima, delle droghe come simbolo di uno stile di vita privo di valori.
Questo tipo di comunicazione, oltre che inaccettabile per l’industria dei videogiochi, è a nostro avviso offensiva nei confronti dei videogiocatori, che oggi in Italia si stimano essere più di 25 milioni di persone. È inoltre scorretta ed ingannevole nei confronti dell’opinione pubblica, in quanto suggerisce una relazione del tutto indimostrata e inesistente fra l’utilizzo di videogiochi in quanto tale e la propensione al crimine. Denota, infine, un ingiustificato accanimento nei confronti del mezzo videoludico.
I videogiochi si sono affermati, soprattutto negli ultimi anni, come uno strumento in grado non solo di intrattenere, ma anche di essere valido supporto nell’ambito dell’educazione e dell’informazione. Troppo spesso non ci si rende conto che queste allusioni rischiano di penalizzare un intero settore che dimostra una sempre maggiore attenzione sia alla qualità dei prodotti sia alla promozione di un utilizzo consapevole degli stessi. Un’industria che proprio nel nostro Paese sta vivendo una fase di fermento creativo che ha portato alla nascita e al consolidamento di numerose realtà di sviluppo indipendenti.
Ci auguriamo quindi che sui videogiochi possa essere fatta una corretta informazione nei confronti dell’opinione pubblica, evitando facili collegamenti non pertinenti, sempre nell’assoluto rispetto del diritto di cronaca.”
Noi, dal canto nostro, non possiamo che dirci d’accordo, sperando che la demonizzazione del videogioco e l’uso indiscriminato come capro espiatorio per tali eventi possa finire nel dimenticatoio il prima possibile.
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