Threads, Twitter vuole fare causa a Meta
Twitter ha minacciato di fare causa a Meta per aver realizzato Threads, la nuova app di messaggistica della società di Mark Zuckerberg, sfruttando informazioni confidenziali e conoscenze di ex dipendenti.
Twitter ha accusato Meta di furto di proprietà intellettuale. Alex Spiro, avvocato di lunga data di Elon Musk, ha inviato una lettera di diffida a Mark Zuckerberg, CEO di Meta, minacciando la società di aprire una causa in seguito alla pubblicazione di Threads, applicazione di messaggistica del tutto simile al social dei cinguettii.
Stando alla lettera di Spiro, infatti, Meta avrebbe sviluppato Threads facendo uso di segreti industriali forniti da ex dipendenti della società, furto di informazioni presumibilmente avvenuto sistematicamente in base a una strategia aziendale ben definita.
Il nuovo social di Meta è stato lanciato ufficialmente il 6 luglio 2023 e, sebbene non sia ancora disponibile sul territorio europeo (se non tramite VPN), vanta già la bellezza di oltre 30 milioni di utenti, una quantità spaventosa di iscritti raggiunta nel tempo record di sole 24 ore. Numeri impressionanti se paragonati ai risultati di altri social network analoghi apparsi negli ultimi anni, come Mastodon e Bluesky.
Innegabilmente Twitter non è tra le piattaforme di maggior successo degli ultimi mesi, soprattutto a causa di una serie di scelte aziendali opinabili portate avanti a spada tratta da Elon Musk.
Non è difficile immaginare quindi che la società possa sentirsi minacciata dal lancio di Threads, applicazione sviluppata dal peso massimo dei competitor. Allo stesso tempo però è impossibile non considerare l’effettiva estrema somiglianza tra i due prodotti.
Meta ha veramente copiato Twitter per realizzare Threads?
A così alti livelli, in un mondo connotato da un estremo tasso di concorrenza e spietatezza, è chiaro che le società tentino l’impossibile per mettere i bastoni tra le ruote ai rivali.
Data la grande somiglianza tra le due applicazioni viene però da chiedersi se non vi sia un fondo di verità all’interno della diffida redatta da Twitter, consegnata strategicamente a Zuckerberg proprio in seguito al lancio di Threads.
Nella lettera, Alex Spiro ha accusato Meta di aver realizzato una copia esatta di Twitter sfruttando in maniera diretta documenti e dispositivi elettronici di proprietà della società di Musk, senza però supportare le affermazioni con prove concrete che possano confermare il fatto, almeno per il momento.
Ecco come il del Direttore della Comunicazione di Meta, Andy Stone, ha commentato la lettera inviata da Spiro:
Giusto per essere chiari: nessun componente del team di ingegneri di Threads è un ex dipendente di Twitter, l’informazione è falsa.
Elon Musk ha controbattuto invece con un lapidàrio “Competere va bene, barare no” mentre Linda Yaccarino si è svincolata dal discorso con un semplice “Molte volte hanno provato a imitarci, ma la community di Twitter non può essere copiata“.
E mentre Twitter accusa Meta di aver sfruttato la tecnologia della propria piattaforma per creare Threads, Elon Musk ha annunciato non solo di aver introdotto un limite alla fruizione di contenuti all’interno del proprio social network ma che TweetDeck diventerà a pagamento a partire da agosto.