Space X: 2 miliardi di dollari per portare Starship in orbita
Secondo Elon Musk l'investimento sarà viabile nel corso del 2023 senza la necessità di ulteriori finanziamenti.
Space X investirà fino a 2 miliardi di dollari nel corso del solo 2023 per riuscire a portare il razzo Starship in orbita. Le dichiarazioni di Elon Musk arrivano a pochi giorni dal primo storico lancio del razzo con cui l’imprenditore vorrebbe raggiungere Marte.
Elon Musk ha inoltre affermato che nonostante Space X sia solita avviare round secondari di finanziamento due volte all’anno, la società non ha necessità di ulteriori iniezioni di capitali per sostenere questo finanziamento.
Per quanto ne so, al momento non abbiamo necessità di incrementare i finanziamenti per Space X.
Queste le parole di Musk, che ha inoltre rivelato di essere soddisfatto dei risultati ottenuti con il primo lancio di Starship e che anzi, quanto è stato fatto ha addirittura superato le sue stesse aspettative:
Il risultato è stato più o meno quello che mi aspettavo, probabilmente è andata anche meglio. Mi aspetto di riuscire a raggiungere l’orbita con il prossimi lancio. L’obiettivo di queste missioni è solo quello di ottenere più informazioni possibili. Vogliamo solo capire come poter organizzare i passi successivi. Credo che ci sia una possibilità dell’80% di riuscire a mandare Starship in orbita entro il 2023, del 100% da qui ai prossimi 12 mesi.
Nel corso dell’intervista rilasciata a TwitterSpaces, è stato inoltre chiesto al CEO di Space X di rilasciare aggiornamenti circa gli effettivi problemi che hanno causato il “fallimento” del lancio di Starship e i danni causati alla rampa di lancio, i cui detriti sono stati rinvenuti a chilometri di distanza e la cui parziale ricostruzione sarà necessaria al fine di organizzare un nuovo lancio.
Il razzo è decollato utilizzando solamente 30 dei 33 motori Raptor di cui è dotato, abbiamo deciso di non azionare gli ultimi tre in quanto non erano in condizioni adatte a un completo utilizzo. Dopo 27 secondi dal lancio si è interrotta la comunicazione con un altro dei motori a causa di un qualche tipo di malfunzionamento energetico, il problema ha anche disattivato la protezione dal calore a diversi altri motori.
Dopo 85 secondi è inoltre venuto a mancare il collegamento con il controllo dei motori direzionali, perdendo la possibilità di modificare la traiettoria del razzo. Musk ha rivelato che il sistema che si occupa di distruggere il razzo in seguito a malfunzionamenti di questo tipo (chiamato AFTS, Autonomous Flight Termination System) è entrato in azione 40 secondi dopo l’errore fatale ai motori, troppo a detta del CEO di Space X, rivelandosi uno dei punti focali su cui lavorare in vista dei prossimi test.
La società si è comunque detta soddisfatta anche della resistenza strutturale di Starship, che è rimasto integro superando una delle più importanti milestone dei lanci di prova, la Max Q, l’attimo in cui la pressione atmosferica esercita la sua massima forza sul razzo.
Per quanto riguarda invece il cosiddetto tornado di roccia che si è scatenato alla base del razzo, sulla rampa di lancio, Musk ha dichiarato che si è trattato di un evento inaspettato anche per loro ma che per fortuna i danni non si sono rivelati così massivi come inizialmente suggerito dalla distanza a cui sono stati rinvenuti alcuni detriti.
Una delle possibili spiegazioni potrebbe essere l’aver repentinamente compresso la sabbia al di sotto del cemento nel momento del lancio, arrivando a spezzarlo e distruggerlo, generando un cratere. La nostra priorità per il prossimo lancio sarà di fare in modo che i 33 motori Raptor funzionino completamente e siano in grado di sollevare il razzo più velocemente; in questo caso sono serviti circa 5 secondi per avviare i motori e lanciare il razzo, puntiamo a dimezzare questo tempo perché è davvero troppo e potrebbe aver giocato un ruolo fondamentale nella distruzione della rampa.
Space X sta inoltre valutando di rinforzare il pad di lancio con sbarre d’acciaio raffreddate con un sistema ad acqua, una soluzione che potrebbe contenere eventuali problemi nel corso dei futuri lanci dei propri razzi.
Attivisti e ricercatori hanno fatto notare come il lancio di Starship, e i danni causati alla rampa, abbiano creato una gigantesca nube di polvere di cemento che è stata in grado di diffondersi per un ampio raggio di chilometri. Musk si è tuttavia dimostrato tranquillo da questo punto di vista, dichiarando che per il momento Space X non è al corrente dell’esistenza di danni da inquinamento significativi.