IBM sostituirà 7.800 dipendenti grazie alle IA
Secondo Arvind Krishna, CEO di IBM, la società coprirà il 30% dei processi grazie alle IA entro i prossimi 5 anni.
Il CEO di IBM ha dichiarato che la società metterà in pausa le assunzioni per circa 7.800 posti di lavoro che potrebbero nel tempo esser svolti automaticamente grazie all’ausilio di intelligenze artificiali.
La notizia è stata riportata a inizio settimana da Bloomberg. Arvind Krishna avrebbe rivelato che i processi di ricerca risorse umane subiranno un rallentamento e che oltre 26.000 posti di lavoro non a contatto con il pubblico potrebbero risentirne.
Posso tranquillamente immaginare che il 30% di questa forza lavoro possa essere sostituita e automatizzata grazie alle IA entro i prossimi 5 anni.
Queste le parole del CEO di IBM, estrapolate da un’intervista. L’annuncio di Krishna arriva in un periodo in cui le IA stanno iniziando a creare tensioni a livello umano, con i primi modelli di intelligenze artificiali generative già impiegati per svolgere compiti normalmente affidati a una persona, sia a livello artistico che progettuale o di calcolo, una evoluzione che potrebbe nel breve termine portare a un vero e proprio cambiamento di paradigma del mondo lavorativo, con più di 300 milioni di posti di lavoro occupati da algoritmi invece che da esseri umani.
Le dichiarazioni di Arvind Krishna rappresentano di fatto una delle voci più tonanti del momento arrivando direttamente dal capo di una delle società informatiche più grandi al mondo, facendo seguito alle recenti dichiarazioni di Geoffrey Hinton, ingegnere informatico collaboratore di Google per oltre 10 anni tra gli inventori delle attuali intelligenze artificiali, che ha espresso fortissimi dubbi in merito alla direzione presa da questa tecnologia. Hinton ha deciso di cessare il rapporto lavorativo con Google per poter essere libero di esprimersi in merito agli sviluppi negativi delle IA.
In the NYT today, Cade Metz implies that I left Google so that I could criticize Google. Actually, I left so that I could talk about the dangers of AI without considering how this impacts Google. Google has acted very responsibly.
— Geoffrey Hinton (@geoffreyhinton) May 1, 2023
Secondo Cade Metz del New York Times avrei lasciato Google per poter parlare male della società. In realtà ho deciso di andarmene per poter parlare liberamente dei pericoli relativi alle IA, senza dover pensare a come le mie parole possano ricadere su Google, che a dire il vero si è comportata in maniera molto responsabile (nello sviluppo delle IA NdR).
Due tipi di dichiarazioni agli antipodi, con Krishna plausibilmente aperto ad accogliere positivamente il cambiamento in termini di gestione amministrativa di IBM e Hinton che invece mette in guarda sui possibili risvolti negativi a livello sociale che potrebbero derivare da un uso errato delle future IA.
Sempre Geoffrey Hinton ha rivelato che per il momento una IA non è affatto intelligente quanto un uomo, ma potrebbe eguagliarne le capacità mentali e superarle molto presto:
Ho chiesto a ChatGPT di dirmi cosa significa essere o non essere e lui mi ha risposto con un bellissimo tema di Filosofia… ma non è un filosofo. La creatività umana è qualcosa di impareggiabile per il momento.
Le dichiarazioni di Arvind Krishna e di Hinton non sono quindi che un’altra goccia in un mare che si sta facendo sempre più mosso non trattandosi affatto delle uniche personalità del mondo tech a essersi espresse in merito alla necessità di mantenere alto il livello di controllo su questa tecnologia.