Anthony Hopkins: “Thor 3? Recitazione inutile”
Il premio oscar Anthony Hopkins non sembra aver trovato chissà quale soddisfazione nel ruolo di Odino, padre di tutti gli dei norreni.
Un nuovo report di The New Yorker sulla totofagia del Marvel Cinematic Universe e di come esso stia da tempo fagocitando l’intera Hollywood ha rivelato interessanti spunti di riflessione su Anthony Hopkins, in particolare riguardo il suo ruolo come Odino nel franchise cinematografico di Thor.
“Se sei in piedi di fronte ad un green screen, è recitazione senza scopo“, ha raccontato l’attore alla testata.
Potrebbe risultare una sorpresa per i fan dell’MCU o anche solo per chi ha trovato gradevole la quadrilogia di Thor (costituita da Thor, Thor: The Dark World, Thor: Ragnarok e Thor: Love and Thunder), dato anche che proprio la performance di Hopkins aveva ricevuto molti plausi.
Questo, sia chiaro, in relazione al primo Thor, diretto da Kenneth Branagh e che così tanto, e forse a suo discapito, aveva reso a schermo quella che, più di un fumetto, sembrava un dramma shakespeariano. Dopo aver letto lo script, però, Hopkins aveva apparentemente evidenziato diverse pagine con l’acronimo N.A.R., poi rivelatosi significare “No Acting Required”.
Anthony Hopkins… a marcia tolta
L’astio verso il ruolo non sembra essere il fulcro dell’ “esperienza Thor” e nemmeno la voglia di esplorare ruoli e generi che finalmente non gli sono più alieni (cosa invece successa a Mark Hamill, convinto di non avere più uno spazio nel futuro di Star Wars).
“Provo ad applicare il N.A.R. a gran parte delle cose che faccio. In Thor hai Chris Hemsworth, che sembra Thor, e Kenneth Branagh, un regista così sicuro di ciò che vuole. Mi hanno messo un’armatura, mi hanno appiccicato la barba e mi hanno detto di stare sul trono e urlare un po’ “.
L’acronimo usato dall’attore, il cui significato fu rivelato (ironicamente) proprio in un’altra intervista con il The New Yorker, ha un’ispirazione piuttosto curiosa. “Gregory Peck stava girando “Moby Dick” e un addetto al set trovò lo scipt di Peck sul set.”
“Una volta aperto”, continua Hopkins, “vide l’acronimo N.A.R. scritto chiaramente dalla mano di Peck e, una volta chiese spiegazioni all’attore, ricevette un semplice “Non serve recitazione. Fissi il mare, ed è fatta!””. In toto sembra comunque che Hopkins si sia goduto il ruolo, tanto da volerlo (o doverlo?) riprendere nei successivi Thor 2 e 3.