Only Murders In The Building 3 – Recensione
Il trittico di investigatori/podcaster torna con il terzo caso di Only Murders In The Building.
Only Murders In The Building è una delle serie comedy più sorprendenti degli ultimi anni.
La produzione Hulu, candidata più volte agli Emmy, ha avuto il merito di, da una parte, unire due generi come quello della commedia e del drama investigativo in un pacchetto dalla squisita fotografia e performance attoriali, e dall’altra di riportare in voga due mostri sacri della comicità anni ‘80/’90 come i geniali Steve Martin e Martin Short (oltre a svelarci che sì, Selena Gomez è anche un’attrice di tutto rispetto).
Dopo due stagioni di successo, OMITB (come simpaticamente abbreviato dai suoi fan) è pronta a tornare a partire dall’8 agosto su Disney+, con un nuovo podcast, nuovi personaggi e un nuovo delitto tutto newyorchese, delitto che era stato introdotto nel finale della seconda stagione.
Infatti, all’attesissima prima del nuovo spettacolo di Oliver, la sua stella (Paul Rudd) muore inspiegabilmente sul palco, lasciando sgomenti il pubblico e i nostri tre protagonisti che non riescono apparentemente a tenersi lontano dai guai. Proprio da questo efferato crimine si riparte con questa terza stagione, che abbiamo visto per te in anteprima.
Only Murders in the Building, largo al musical
La sensazione immediata che si ha guardando i nuovi episodi di Only Murders In The Building è quella di una serie pronta al “grande salto” e che ha decisamente messo mano ai cordoni della borsa in termini di budget.
Questo si evince in primo luogo dalla varietà e complessità delle scenografie e situazioni: camere e corridoi dell’Arconia ormai sono solo una delle tante location dove si ambientano le super intriganti vicende, con Broadway e i suoi teatri a diventare una parte sempre più integrante della storia.
Al di là però dei fantastici numeri musicali e un episodio 4 che esplora il personaggio di Charles in una maniera inedita sia da un punto di vista introspettivo che uno visuale, la grande novità di questa terza stagione sono senza dubbio le new entries nel cast, che spostano in alto l’asticella andando a coinvolgere tra gli altri la regina di Hollywood in persona.
Perché sì, lo avrete forse sentito, ma è Meryl Streep ad entrare dalla porta principale in Only Murders In The Building in una delle sue rare apparizioni televisive, con un ruolo anche più ampio di quello che mi aspettavo. Non si può inserire un fenomeno candidato per ben 21 (!) volte agli Oscar e non sentirne i benefici immediati, insomma.
Nel personaggio di Loretta, una semplice ma talentuosa attrice che viene (ri)scoperta da Oliver per il suo spettacolo, la Streep onestamente ruba la scena, in una maniera che a volte fa anche dimenticare che serie TV stiamo davvero guardando, se la sua o quella del trio Short-Gomez-Strong.
E non c’è solo lei! Perché, dopo la comparsata del finale della seconda stagione, anche il brillante Paul Rudd fa ritorno e con lui anche qualche altra sorpresa, tra cui un mito del cinema per ragazzi anni ’80 con un cameo molto divertente che non ti voglio svelare.
Trio che vince non si cambia
Quelle che rimane però l’ossatura, la forza, le fondamenta di Only Murders In The Building anche nel 2023 sono le sue tre stelle e la loro intesa, seppur in situazioni di vita completamente diverse tra loro.
Mabel, infatti, si trova a un bivio, cercando una sua identità che vada al di fuori della vita – esilarante certo ma senza futuro – da podcaster/investigatrice di fortuna.
Oliver pensava invece di aver trovato il modo di rientrare nel mondo del teatro (e con il botto), ma ancora una volta la sorte la pensa in una maniera diversa e l’omicidio del suo protagonista lo rispedisce al punto di partenza.
Charles invece è sulla cresta dell’onda: la sua serie Brazzos è pronta a rivivere grazie ai servizi streaming, ha finalmente trovato l’amore nella sua truccatrice, la donna che lo ha accompagnato per anni di – moderati – successi e persino riconnesso con la sua figlioccia adottiva.
Come potete immaginare, in classico stile Only Murders In The Building, questa terza stagione porterà sconvolgimenti e sorprese e ci renderà ancora più “intimi” con gli splendidi autori dell’omonimo (e che tanto vorremmo ascoltare nella vita reale) podcast.
La cosa bella della terza incarnazione della serie creata da Martin Short e Steve Martin è però il potersi di nuovo sentire a casa.
Certo, ci sono nuovi volti, certo si sente che il successo ha permesso agli sceneggiatori di poter inserire qualche numero musicale o comparsata di più, ma da quando riascolterai la sigla saprai già cosa aspettarti.
Gli abitanti dell’Arconia stanno entrando di nuovo nelle nostre vite, con una di quelle serie che vorreste divorarvi in un pomeriggio (peccato non si potrà farlo subito: le prime due puntate usciranno l’8 agosto 2023, seguite da una release di un episodio a settimana) e che esemplifica l’idea di “comfort TV”.
Un vecchio/nuovo Only Murders In The Building
Difficile infine parlare del nuovo caso senza rischiare spoiler, ma ti basti sapere che ti aspetta la solita infornata di colpi di scena e, come puoi immaginare, nuovi sospettati. La formula continua a funzionare e prende decisamente ritmo dopo due o tre puntate, fortunatamente allontanando lo spettro di un riciclo degli stessi adagi già visti nelle prime due stagioni.
Ciò che forse mi è dispiaciuto è come l’arrivo dei nuovi personaggi abbia lasciato nella penombra una pletora di storyline e di tanto amati comprimari visti nelle scorse stagioni, come se fosse stata tirata una riga e le conseguenze di quanto successo precedentemente non si sentano praticamente (dov’è la figlioccia di Charles, per dirne una?).
Tutto questo però non intacca il ritmo incalzante classico di Only Murders In The Building, che fa centro ancora una volta.
Nel panorama delle grandissime produzioni ricche di effetti speciali o dalle trame super complicate, una comedy che a tratti potrebbe funzionare anche come pièce teatrale è ormai un’anomalia, ma una mosca bianca super piacevole che anche in questa sua terza incarnazione mi ha fatto divertire e appassionare, forse anche più di prima.
Prendete una serie di successo apprezzata da critica e pubblico, aggiungete più varietà in luoghi e situazioni e due attori di primissimo livello come Meryl Street e Paul Rudd. Spargete un tocco di novità con un intrigante nuovo caso da risolvere e la ricetta per la migliore stagione di Only Murders In The Building è pronta.
Pro
- Meryl Streep. Serve altro?
- Solito spumeggiante mix di crimine e comicità
- Più musica e meno Arconia
Contro
- La terza volta che le stesse persone si trovano coinvolte in un omicidio… Credibile.
- I nuovi volti tolgono un po’ d’attenzione ad altri amati personaggi