Loki Stagione 2 RECENSIONE Episodi 1-4
La prima Stagione 2 di uno show Marvel. Come sarà andata?
Pare quasi incredibile che in ormai quasi tre anni di serie TV del Marvel Cinematic Universe ci troviamo qui a recensire Loki Stagione 2, la prima Seconda Stagione di una Serie TV Marvel su Disney+.
Loki Stagione 2 RECENSIONE | Perché una stagione 2 proprio a Loki?
E sebbene questo sia in parte dovuto alla formula stessa della narrazione spezzettata della Marvel, dove film e serie si concatenano per mandare avanti la storia (cosa che renderebbe difficile incastrare cronologicamente nuove stagioni), un paio di ragionamenti sul relativo successo critico – e in parte anche commerciale – di alcune di queste produzioni ce lo stiamo facendo…
Una nuova variante
Perché Loki, quindi? Saranno stati sicuramente i grandi ascolti (è la serie più di successo dell’MCU), le buone recensioni, il carisma di Tom Hiddleston nei panni del fratellino birbantello di Thor (qui il commento di Hemsworth a Thor 5), ma anche e soprattutto il finale aperto della prima stagione e le sue implicazioni sul futuro dell’MCU.
E così, a partire dal 5 Ottobre 2023 e per 6 settimane, faremo ritorno alla TVA in compagnia di Mobius (Owen Wilson), Ravonna (Gugu Mbatha-Raw), B-15 (Wunmi Mosaku) e del nuovo arrivato (e fresco di premio Oscar per Everything Everywhere All At Once) Ke Huy Quan nei panni di un energetico e misterioso ingegnere di nome OB.
La situazione non è delle più rosee: gli eventi del finale della prima stagione, con la dipartita di Colui Che Rimane alla fine del tempo e relativa creazione di miriadi di diverse linee temporali, stanno minacciando l’esistenza stessa dell’universo.
Loki si ritrova di nuovo alla TVA ma nessuno lo riconosce ed è in preda a smottamenti spazio temporali che lo sballottolano avanti e indietro nel tempo a intervalli irregolari. Come se non bastasse, si sono perse le tracce di Sylvie (Sophia Di Martino), la sua variante con la quale aveva condiviso attimi “importanti” nella stagione precedente.
Non più così nuova
Loki Stagione 2 riprende così proprio da quel momento, con il nostro eroe (?) intento a rimettere in piedi la baracca e cercare la sua anima gemella (letteralmente), mentre al solito l’universo è in pericolo e qualcuno dovrà pur far qualcosa a riguardo.
Nei primi 4 episodi della serie – che sono quelli che abbiamo visto in anteprima per voi – qualcosa però ci è mancato. La prima stagione di Loki vinceva, grazie all’originalità del suo concept e del suo design, rimanendoci impressa, come Wandavision, più di altre produzioni dal canovaccio più classico come Hawkeye e Secret Invasion.
In particolare negli episodi finali inoltre, le ramificazioni di Loki S1 per l’MCU diventavano così importanti che se mai un vostro amico vi avesse chiesto “quale serie dell’MCU devo guardare per forza per rimanere aggiornato?” la risposta quasi obbligatoria sarebbe stata: “Loki”.
Nulla di tutto ciò però fa capolino in Loki Stagione 2, che riprende e costruisce dalle fondamenta del suo look un po’ Deathloop un po’ Men in Black, il suo punto di forza, ma forse lo fa fin troppo.
Sembra infatti adagiarsi per la quasi totalità delle due ore malcontate che abbiamo visto in luoghi e situazioni già viste. Sebbene ben fatte e soprattutto ben portate in scena da un gruppo di attori che decisamente sa il fatto suo.
Al quarto episodio onestamente – fatta eccezione per una deviazione fuori dal seminato per conoscere una nuova variante di Kang introdotta nella scena post titoli del tremendo Ant Man & The Wasp: Quantumania – si fa fatica a riassumere cosa sia successo al di là dei suoi macro temi:
- Il mondo è in pericolo, dobbiamo sistemare la linea temporale.
- Sylvie è persa e tanto disperata da scegliere di lavorare a un McDonald’s negli anni ’80.
- Il dilemma interiore dei personaggi della TVA dopo le rivelazioni del finale della prima stagione.
Ed è tutto qui, per una serie che – almeno appena prima del suo finale – non ha avuto ancora il suo momento “ohmiodiomalavarianteLokialligatoreègeniale” e vive quasi solamente del carisma del suo protagonista mentre intorno a lui il ricco cast di personaggi secondari ci riempie la testa e gli occhi di termini tecnici e strani macchinari.
Ti ricordavo peggio
Protagonista che è protagonista (scusate il gioco di parole) dei momenti più interessanti da un punto di vista psicologico e di crescita del personaggio – sebbene un po’ telefonati. È chiaro che di tempo ne è passato da quando era il villain di Avengers e questa variante sembra proprio aver preso la via del bene, imparando anche ad amare.
Loki Stagione 2 dedica del tempo a questo sviluppo, tempo che osiamo immaginare potrebbe persino portare a qualche sorpresa nelle ultime due puntate.
Per il resto, Loki resta un prodotto più che godibile e che sentiamo di consigliare specialmente a chi lo aveva già apprezzato in passato e, in generale, a tutte le iscritte e iscritti a Disney Plus.
L’opportunità per un salto di qualità definitivo c’era tutta e non è stata colta; è probabile che sia la struttura stessa della narrazione allargata dell’MCU a non permettere alle serie di spiccare il volo e trovare un’identità vera e propria; tra qualche settimana arrivano i The Marvels al cinema e bisogna sempre e comunque fare quadrare il cerchio.
Intrigante, ma privo dell'originalità della prima stagione
Pro
- Il cast era ottimo prima, ora è stellare
- Il personaggio di Loki non è mai stato così profondo
- Di stile ne ha sicuro da vendere
Contro
- Troppo tempo passato nella TVA
- Pochi veri colpi di scena
- Sylvie non ha lo spazio che meriterebbe