Kursk, The Command – Recensione

La recensione del film sullo storico incidente del Kursk tratto dal libro di Robert Moore.

Kursk-locandina

Il 12 Agosto del 2000 è stata una giornata che difficilmente il mondo dimenticherà e, prima Robert Moore con il suo libro A Time to Die, poi Thomas Vinterberg con Kursk sono riusciti a dare una giusta memoria al tragico evento, d’altronde il regista danese solo tre anni dopo ha guadagnato una candidatura come miglior regista agli oscar.

Il film ci racconta il disastro del sottomarino a propulsione nucleare russo della Flotta del Nord , K-141 Kursk, affiancando la lotta per la sopravvivenza affrontata dall’equipaggio (ovviamente si parla di una ricostruzione) con la narrazione del complesso iter burocratico e politico che hanno subito i soccorritori russi e britannici.

Kursk riesce pienamente nel compito di farci vivere la tragedia dei soldati della marina russa creando tensione per ogni rumore o movimento all’interno e all’esterno del sottomarino, interrompendo questa sensazione solo per alternarla con la speranza mista a sfiducia e frustrazione delle famiglie dell’equipaggio che combattono per ricevere informazioni sui loro cari.

Lo spettatore quindi si troverà a vivere contemporaneamente una battaglia contro la morte e una contro l’idea di doversi arrendere alla scomparsa delle persone che si amano. Il tutto condito da ottime musiche, una buona regia e un livello recitativo davvero alto da parte di un cast tutto europeo.

Kursk, poche idee ma con tanta qualità

L’unico difetto del film si può ritrovare in scelte registiche e di scrittura molto tipiche per questa tipologia di pellicola, ciò ovviamente non lo rende meno gradevole data la buona fattura dei vari aspetti del film. Partendo dalla scenografia perfetta sia per il sottomarino, ma soprattutto per le scene nella cittadina di Vidyayevo girate a Vulcan in Romania.

Le musiche riescono ad accompagnare gli spettatori e le spettatrici coinvolgendoli sempre con la scena, d’altronde sono state composte da Alexandre Desplat che ha creato anche le colonne sonore di capolavori come Grand Hotel Budapest di Wes Anderson e La forma dell’acqua di Guillermo del Toro.

La sceneggiatura è stata scritta da Robert Rodat che ha lavorato già a produzioni come Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg e Il Patriota di Roland Emmerich, con Kursk è riuscito a rendere tutto estremamente interessante grazie allo snodarsi della trama su tre piani narrativi: il sottomarino, le famiglie e i movimenti politici.

Tutti i livelli di narrazione sono brillantemente intrecciati tra loro riuscendo a creare un racconto sempre vario e mai statico o noioso, nonostante le singole trame siano trattate in maniera molto convenzionale. Gli effetti speciali quando sono presenti non stonano mai, aiutando lo spettatore nella totale immersione con ciò che vede.

La vera punta di diamante di Kursk

Il punto più alto della pellicola è senz’altro la recitazione che esalta anche la suddivisione su più livelli della narrazione, avendo Matthias Schoenaerts nelle scene con il sottomarino, Lea Seydoux per quelle delle famiglie e Colin Firth per quelle di politica e burocrazia. Gli attori di personaggi secondari anche sono all’altezza.

Forse l’unico con meno minuti a schermo è stato proprio l’attore britannico, ma per quanto possano essere poche le sue scene sono sempre eccellenti. Una nota positiva è stata anche un ottimo doppiaggio in italiano che accompagnava le performance.

Dalla vicenda del Kursk è stato tratto anche un videogioco di cui vi abbiamo accennato in questa notizia, ma non è minimamente avvicinabile per qualità al film e tra i due vi consigliamo sempre la visione di quest’ultimo qualora vi voleste informare sulla tragedia.

Il film è visibile sulla piattaforma di streaming Chili e la versione Blu-ray è in vendita su Amazon, purtroppo il film fu distribuito solo nelle sale francesi (nel 2018)senza dare possibilità di vedere una piccola perla che raccontava una storia importantissima soprattutto per il pubblico europeo.

Kursk rimane una pellicola da vedere perché rappresenta una pietra miliare nel cinema prodotto recentemente in Europa, dimostrazione che non tutto l’oro esce da Hollywood anche solo per il cast importante del film; Vinterberg è inoltre riuscito a riportare alla memoria un evento importantissimo, denunciando alcuni limiti della politica dell’epoca.

8
Kursk rimane un ottimo film, bello da vedere sia per chi ha voglia di un bel film sia per chi è appassionato di drammi storici.

Pro

  • Lea Seydoux, Colin Firth e Matthias Schoenaerts, oltre ad essere un ottimo cast, hanno anche anche offerto delle performance stellari.
  • Ottima idea sviluppare l'intreccio su più piani narrativi.
  • Ottime musiche.

Contro

  • Intreccio vittima di diversi cliché tipico dei drammi storici. anche se la qualità non cala particolarmente.
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