Coup de chance RECENSIONE | Un more of the same incentrato sulla fortuna
Il ruolo del caso troneggia anche a Parigi nell'ultimo film di Woody Allen
Iniziamo il nostro articolo Coup de chance RECENSIONE con una considerazione: come al solito i titoli dei film di Woody Allen sono autoesplicativi del tema che muove i suoi canovacci; con poche parole il regista ottantottenne ha sempre dato sfoggio del dono della sintesi e soprattutto della chiarezza. Chiarezza d’intenti innanzitutto, perché Allen sa bene cosa vuole raccontare, e i temi da lui eletti permeano i suoi film dal primo fotogramma alla parola fine, con una delicatezza che fa dimenticare allo spettatore una verità evidente, dopo una filmografia così ampia e ricca.
Coup de chance RECENSIONE | un More of the same incentrato sulla fortuna
La verità è che i fan di Allen, oggi al suo cinquantesimo film da regista, sanno bene cosa aspettarsi. Se da un lato ciò può rappresentare una coperta di Linus alla quale aggrapparsi senza timore di delusioni o tradimenti, dall’altra può risultare un facile appiglio per i suoi detrattori.
Anche Coup de chance, film fuori concorso a Venezia, si incentra sui canonici temi del caso che governa le nostre vite, nonostante l’affannoso tentativo di indirizzare il destino verso sogni e aspettative, e sui rimpianti dovuti alla mancanza di determinazione e coraggio in tale opera.
Ma la tematica della fortuna, tanto cara al regista statunitense e che ha fatto la sua, di fortune, qua risulta un pò annacquata: il Coup de chance che poi si trasforma in sventura per un personaggio, diventa determinante per l’altro protagonista che non crede nella sorte (lui se la procura, la fortuna). Tutto torna, ma non raggiunge mai le vette di quel capolavoro che risponde al nome di Match Point, che vi invito assolutamente a recuperare (qui il link di Amazon prime).
Accanto al ruolo della sorte – diametralmente opposto nella visione dei due protagonisti maschili – vi è in sottofondo un giallo, appena accennato e che perciò non può rivaleggiare con Misteriosi Omicidi a Manhattan.
La trama di Coup de chance vede una bella protagonista femminile (Lou de Làage), sposata con un ricco uomo d’affari (lascio a voi scoprire quali) incontrare casualmente a Parigi un suo compagno, segretamente innamorato di lei dai tempi del liceo di New York. Il jazz la fa da padrone nel ricreare le classiche atmosfere delle trasferte europee di Allen.
Il primo tempo scorre via senza discostarsi dai classici di Woody Allen, dando la sensazione che come suo solito sia solo il preludio a una seconda parte in crescendo con tanto di rivelazione col botto. Invece il tutto appare purtroppo abbastanza scontato e la sensazione di trovarsi di fronte a un “more of the same” di Allen pervade la visione più del solito.
Anche la fine, che costituisce l’idea alla base del soggetto, non risulta deflagrare in tutta la sua potenza e sconvolgimento, o almeno non quanto nei piani del regista, e da sola non riesce a sorreggere la storia come nei suoi migliori capolavori.
A oggi non sappiamo se questo sarà l’ultimo film di Allen, il quale ha dichiarato che “Trovare i soldi è sempre più una rogna” e che “Non mi piace questa cosa che oggi i film dopo due settimane dall’uscita sono già sulle piattaforme”.
Tutti noi ci auguriamo, o dovremmo farlo, che non sia cosi’, perché in questi lunghi anni Allen ha saputo coniare un genere a se stante, semplice e complesso allo stesso tempo, creando capolavori senza tempo e senza discussioni. Coup de chance non è uno di questi, e siamo sicuri che anche Allen tenga a chiudere in bellezza.
Mi piace pensare che sia per questo che a un certo punto, dirigendo questo film, inconsciamente abbia omesso di approfondire le sfaccettature della trama: in fondo creare storie gli piace ancora, e se questo fosse stato l’ennesimo capolavoro, avrebbe avuto la scusa per ritirarsi.
Regalaci ancora qualche perla di saggezza, vecchio bardo di Manhattan, e termina con il migliore dei tuoi film degno della tua grandezza. Non a Parigi, non così.
Trailer Coup de Chance
Un more of the same incentrato sulla fortuna
I fan lo ameranno, i detrattori lo denigreranno. Godibile, ma non la migliore versione di Allen.
Pro
- Cast all'altezza
- Il solito Woody Allen...
Contro
- ... anche troppo "More of the same"
- Secondo tempo e finale deludono le legittime aspettative