Recensione A DIFFERENT MAN (Aaron Schimberg)
Esce nelle sale italiane il 20 Marzo "A Different Man": film di Aaron Schimberg con tema chiave la percezione di sé in chiave psicologico/commedia.

Tu cosa faresti se un intervento chirurgico ti cambiasse la vita? Se da quel punto in avanti saresti finalmente uno come tanti? Il film risponde a queste domande dal punto di vista di Edward. Le approfondisce affrontando temi di accettazione, percezione di sé e trasformazione personale, mantenendo un’atmosfera di suspense e inquietudine.
A Different Man è un film psicologico, commedia, con un pizzico di thriller scritto e diretto da Aaron Schimberg. Ha come protagonista Edward, interpretato da Sebastian Stan, vincitore del Golden Globe per il miglior attore in un film commedia o musical 2024.
All’inizio della storia troviamo Edward, aspirante attore affetto da neurofibromatosi (una condizione che causa deformità facciali). Dopo aver subito un intervento chirurgico radicale per cambiare il proprio aspetto, si scontra con situazioni inaspettate che lo portano a interrogarsi su chi sia veramente.
ANALISI TECNICA di A DIFFERENT MAN
La regia è scrupolosa nel dare la giusta attenzione ai dettagli per descrivere la psicologia e l’interiorità di Edward nella sua interezza. Il ritmo, leggermente lento nella prima parte del film, è adatto alle circostanze, dando il tempo allo spettatore di immergersi ancora di più in ciò che è Edward.
In A Different Man c’è una separazione netta tra le due parti: la prima dove si va a guardare la vita dal punto di vista di Edward e alla sua percezione di se stesso, per poi comprendere a pieno la seconda metà (dopo la trasformazione), dove lui cerca di capire la sua identità.
La colonna sonora è totalmente italiana, curata da Umberto Smerilli che in un’intervista dichiara “Edward si allontana dalla natura, e quindi somiglia a Icaro, però è un Icaro che va in basso, vola troppo giù, e perciò ho cercato di comporre un tema che avesse qualcosa di storto e che andasse avanti in maniera inarrestabile prendendo in giro il protagonista, quindi la musica doveva avere qualcosa di sarcastico, qualcosa di inquietante e qualcosa di inesorabile.”
SIGNIFICATI DIETRO al FILM (SPOILER ALERT!)

Edward sviluppa un legame speciale con Ingrid, una drammaturga che si trasferisce nel suo palazzo. Quando si sottopone al trattamento sperimentale che lo rende irriconoscibile, decide di abbandonare la sua vecchia vita e reinventarsi come Guy, un uomo sicuro di sé. Nel frattempo, Ingrid scrive una pièce ispirata alla sua storia, senza sapere che Edward è ancora vivo.
Spinto dalla curiosità, Guy si presenta all’audizione e ottiene il ruolo senza essere riconosciuto. L’arrivo di Oswald, un attore affetto dalla stessa malattia ma in pace con sé stesso, lo costringe a confrontarsi con la propria identità e con il significato dell’accettazione.
Un dettaglio interessante del finale che molti hanno notato è il riferimento al film Elephant Man di David Lynch. Ovvero quando Oswald chiama Guy prima “Guy” e poi “Edward”. Questo cambio di nome suggerisce che, nonostante il cambiamento esteriore, Edward non può sfuggire alla sua vera identità, proprio come Joseph Merrick.
Il buco nel soffitto è un simbolo potente, rappresentando il vuoto esistenziale che Edward/Guy prova nel suo cammino. Nonostante l’aspetto esteriore trasformato, la cicatrice psicologica interna rimane.
Mentre il significato della signora che appare dopo il suicidio del vicino e alla fine al ristorante non è molto chiaro: per alcuni rappresenta che il destino e la solitudine sono inevitabili nonostante i suoi tentativi di cambiare, per altri l’amore della sua vita che non ha mai potuto incontrare.
Il libro “The Bluest Eyes” e “La Bella e la Bestia”
Il romanzo citato più volte “The Bluest Eyes” è la prima opera della scrittrice afroamericana Toni Morrison nel 1970. Il libro è ambientato a Lorain, Ohio (città natale di Morrison) e racconta la storia di una giovane ragazza afroamericana di nome Pecola, cresciuta dopo la Grande Depressione. Pecola è una ragazza tranquilla e remissiva (come Edward), che cresce in una condizione di povertà e con genitori che litigano continuamente, sia verbalmente che fisicamente.
Gli abitanti del suo quartiere e la comunità scolastica le ricordano costantemente quanto sia una ragazza “brutta” a causa dei suoi modi di fare e del colore scuro della sua pelle. Di conseguenza, sviluppa un complesso di inferiorità che alimenta il suo desiderio di avere occhi azzurri, che associa alla “bianchezza”.
ll romanzo di Morrison affronta perciò l’odio delle stesse persone nere per se stesse, e i comportamenti distruttivi che le donne nere spesso adottavano per adattarsi all’immagine egemonica di bellezza tipicamente bianchi dell’epoca. Romanzo che non poteva essere più adatto a fare da cornice per “A Different Man”.
La citazione alla “Bella e la Bestia” oltre a calzare a pennello con il film per il tema dalla mostruosità, è probabilmente un riferito a parte della carriera dell’attore Adam Pearson (che interpreta Oswald) tra cui troviamo lo spettacolo “Beauty and the Beast” e la prima serie di Beauty and the Beast: The Ugly Face of Prejudice.

L’effetto placebo e perché Edward non si rivela per chi è veramente
Nella medicina moderna, il termine placebo viene usato per indicare qualsiasi sostanza o terapia medica che risulti innocua e priva di attività terapeutica intrinseca. Quindi in sostanza l’effetto curativo di qualcosa che in verità di per sé non ha alcun effetto (fonte)
Requisito irrinunciabile affinché l’effetto placebo si manifesti è l’autosuggestione di chi lo assume; il paziente, in altre parole, deve autoconvincersi che sta assumendo una cura efficace e riporvi fiducia, o perlomeno dev’essere indotto a crederlo dal medico che prescrive la cura.
Contestualmente in “A Different Man”, Edward viene indotto dai medici e in parte dal volersi avvicinare a Ingrid, a subire l’intervento chirurgico sperimentale, nonostante lui sia scettico della cura. Ma si autoconvince che è la scelta migliore per lui per poter condurre una vita più serena, senza essere giudicato continuamente dal suo aspetto.
Per quanto riguarda la domanda del perché Edward non ha rivelato chi fosse, in un’intervista il regista Aaron Schimberg afferma : “He’s constantly revealing who he is, but nobody taking him seriously. […] But in various ways, he says it several times”.
Un esempio che fa è quando Edward(Guy) fa il provino e dice esplicitamente a Ingrid “Sono io Edward”, ma ovviamente lei pensa lo stia dicendo in modo figurato, ma Edward non ha il coraggio di fare il passo avanti e dirgli tutta la verità. Vi lascio l’intervista qui 👇🏻
Le frasi più importanti del film
- “The risk is worth the reward” : i medici gli suggeriscono che, nonostante i rischi il risultato finale, cioè la sua nuova identità e l’opportunità di una vita più accettata dalla società, giustifica il sacrificio.
- “They beg me to show my face ony until they can turn away in horror” : sottolinea come gli altri siano inizialmente curiosi di vederlo, ma poi provano orrore quando si confrontano con la sua realtà. È una riflessione sulla superficialità e sull’incapacità di accettare la vera natura delle persone, mostrando il conflitto interno di Edward riguardo al suo aspetto e alla sua identità.
- “Old friend, you haven’t change a bit“: la frase finale di A Different Man. Apparentemente innocente, ma in realtà colpisce nel profondo. Edward è ancora la persona insicura e passiva alla vita che era prima dell’operazione. Questo momento rafforza il tema centrale del film: cambiare l’aspetto esteriore non significa necessariamente cambiare chi si è davvero.
Considerazioni e riflessioni personali
Vi consiglio questo video breakdown come approfondimento dopo aver visto il film e “A Different Man” uscirà nelle sale italiane il 20 Marzo, con distribuzione Lucky Red, insieme a il live-action di Biancaneve di cui potete trovare qui la nostra recensione. Buona visione e andate al cinema!

Una seduta dallo psicologo di cui non pensavi aver bisogno
Pro
- Psicologia dei personaggi profonda e introspettiva
- Ottimo bilanciamento tra tensione e leggerezza
- Un film che riesce a far riflettere su se stessi
Contro
- Ritmo lento nella prima metà del film
- Alcune scene forti (solo per chi ha una certa sensibilità)