Hellblade 2: la follia che plasma religioni e miti
I limiti narrativi sono ancora più lontani
Complice un team grande il doppio di quello che lavorò al primo titolo, sembra che il plot narrativo di Hellblade 2: Senua’s Saga potrà essere spinto ancora più in là, anche grazie all’utilizzo di nuovi interessanti strumenti e tecnologie procedurali.
Si può dire molto di quel Hellblade: Senua’s Sacrifice che nell’Agosto 2017 ha sorpreso tutti, e sono tutte emozioni incredibilmente positive che non possono che tornare a bollire ed echeggiare ad ogni news sul suo sequel, comparso durante gli ultimi The Game Awards 2019 e attorno al quale ancora c’è da chiarirsi sul fattore esclusività.
Per quanto sia tanta l’eccitazione che scaturisce anche solo alla mera possibilità dell’esistenza di un sequel, sono (e siamo) in molti a chiederci quale sarà il pretesto narrativo per questo ritorno alle vicende di Senua, e ad aiutarci a far luce su questa oscurità arriva un video di Ninja Theory rilasciato oggi.
Il focus principale del video è il “Dreadnaught”, un modello di game development che Ninja Theory ha deciso di adottare e che spinge alla creazione di team di lavoro più piccoli atti alla creazione di nuove micro-esperienze, un nuovo standard a cui sia Hellblade 2 che Project: MARA sembrano voler aderire.
Ascoltiamo le parole di Tameem Antoniades, co-fondatore di Ninja Theory:
Mentre il primo Hellblade ci regalava uno sguardo molto personale sulla psicosi, il sequel vuole usare le sue fondamenta narrative per mostrare come siano sofferenza e follia a contribuire alla genesi di miti, divinità e religioni. Vogliamo un’esperienza paragonabile a quella delle più blasonate antiche saghe.
Sicuramente un particolare interessante, siamo curiosi di scoprire come Hellblade 2 sarà in grado di esplorare tutte queste stuzzicanti premesse.