YorHa: il prequel di Nier Automata

Nier Automata ha un prequel di cui non tutti conoscono l'esistenza: si tratta di Yorha, origin story di A2 e dell'omonimo progetto di androidi da guerra.

Come in molti sapranno, la mente creativa di Yoko Taro, scrittore di Nier Automata, è piuttosto stravagante. Nella sua ricerca del metodo migliore per concretizzare le proprie storie Taro si è avventurato in diversi progetti, uno dei quali più importante di quanto non sembri: parliamo di Yorha, lo spettacolo teatrale che funge da prequel canonico a Nier Automata.

Nato da una collaborazione con le etichette MONACA e DearStage, Yorha inizialmente era un progetto idol che consisteva in un omonimo gruppo musicale formato da 3 idol di DearStage Aino Eri, Ichikura Yuna e Sakurai Tamaki. Queste rilasciarono sotto il nome del gruppo due singoli che vennero venduti all’interno di un CD assieme a un booklet contenente una sceneggiatura scritta da Yoko Taro. Le cantanti del gruppo Yorha hanno poi cantato le colonne sonore delle bossfight di Drakengard 3 e uno dei tre singoli da loro rilasciati era presente nel codice sorgente del gioco. In seguito, però, il progetto andò incontro a un’evoluzione quando Taro, basandosi sull’idea dietro al gruppo delle tre cantanti di DearStage, scrisse una sceneggiatura per uno spettacolo teatrale. Il tutto culminò nel 2014 nella prima versione dello spettacolo YoRha, che da allora ha visto 2 revisioni, con in progetto una nuova versione con un cast completamente maschile.

Yorha Nier

Ma esattamente, cosa succede in questo spettacolo e cosa porta alla trama di Nier:Automata? YoRha è la storia di una squadra di unità sperimentali dell’omonima organizzazione, mandata in una missione chiave in quel dell’isola di Pearl Harbor. Inizialmente potrebbe sembrare di essere di fronte a una narrativa semplice, utile solamente a dare qualche informazione di “lore” aggiuntiva. Tuttavia non è così: questa infatti è l’origin story di A2, una delle tre protagoniste di Nier Automata.

La storia inizia con un parallelo con quello che sarà poi l’inizio di Nier Automata: una squadra di androidi è in volo sull’oceano verso la destinazione della propria missione, quando le biomacchine partono all’assalto. A2, chiamata semplicemente “No.2” nello script, viene sorpresa in quanto occupata ad ammirare l’oceano, mostrando immediatamente poco autocontrollo sulle proprie emozioni, cosa che tecnicamente infrangerebbe le regole della Yorha. Delle 12 unità schierate in missione, solo 4 sopravvivono l’attacco preventivo delle biomacchine, arrivando con successo sull’isola di Pearl Harbor. Ridotte in numero e stanche, le androidi No.2, 4, 16 e 21 chiedono alla comandante di potersi ritirare, ma questa rifiuta e le ordina di continuare la missione. Le quattro unità cominciano quindi a litigare tra loro: A16 rimuove la propria maschera, A4 invece opta per tenerla in quanto la trova carina. Nel mezzo del litigio, però, 120 mila biomacchine le circondano dando inizio a una battaglia in cui le Yorha non hanno speranze; fortunatamente però delle misteriose ragazze accorrono in loro aiuto e coordinandosi con queste nuove alleate le androidi riescono a portare i nemici dritti in un campo minato costringendo quindi le biomacchine a ritirarsi. Nei momenti di calma dopo la battaglia, si scopre che le ragazze accorse in aiuto al gruppo di A2 non sono altro che vecchie unità di androidi, precedenti al progetto Yorha, le quali erano state abbandonate a Pearl Harbor in una precedente missione e stavano ora combattendo sotto la bandiera di un’improvvisata resistenza.

Yorha Nier

A2 cerca di ringraziare la resistenza, tuttavia i componenti di quest’ultima mostrano ostilità verso le quattro assaltatrici: non intendevano aiutarle, semplicemente si erano trovate coinvolte nella stessa battaglia contro lo stesso nemico. I due gruppi si spiegano, e nonostante la resistenza non fosse al corrente della missione delle Yorha (che viene detto essere top secret da una delle assaltatrici) i due gruppi si uniscono nella speranza di poter distruggere il Mainframe della biomacchine presente a Pearl Harbor all’interno del Monte Ka’ala. Le ragazze della resistenza non scelgono di partecipare alla missione per il bene del Bunker, ma perché hanno deciso di costruire una propria vita sulla terra, da sole. Questa emancipazione dal ruolo di guerrieri sacrificali per il ritorno degli umani è indicata anche dal fatto che tutti i membri della resistenza hanno un nome scelto da loro stesse. Il loro capo si chiama Anemone.

I membri dei due gruppi passano del tempo a parlarsi e conoscersi, durante quella che probabilmente è la scena più lunga di tutto lo spettacolo (ci sono 23 scene e gran parte di ciò che abbiamo riassunto per ora avviene nella settima scena!). Questa sezione della storia si interrompe bruscamente quando un membro della resistenza, Lily, comincia a comportarsi in modo strano. La ragazza è stata contaminata dal virus logico delle biomacchine e le compagne decidono di ucciderla per porre fine alla sua sofferenza ed evitare che possa perdere il controllo. Numero 21 non è d’accordo, ed essendo un’unità specializzata nell’hacking, propone di farle fare un tentativo per curare Lily. L’androide riesce nell’intento e Lily viene salvata. Questo cementa l’alleanza tra i due gruppi e una timida amicizia nasce tra le Yorha che hanno ordine di non provare sentimenti e la resistenza che odia il Bunker che le ha abbandonate.

La scena passa a un primo interludio in cui si vedono due ragazze, vestite in rosso (saranno familiari a chi ha concluso Automata) che si chiedono come facciano le androidi a ridere, vista la loro situazione.

Yorha Nier

Il focus torna su Resistenza e team Yorha, che preparano la missione al monte Ka’ala, parlando del loro rapporto con la morte e di come i ricordi le rendano le persone che sono, per quanto le loro infanzie siano nient’altro che finte memorie impiantate nei loro cervelli. Numero 21 in particolare si chiede cosa significhi vivere, ma non arriva a una conclusione; Anemone le dice che presto lo capirà. A seguire lo spettacolo si concentra sul passato di Numero 2. L’androide stringe un rapporto di amicizia con un’unità chiamata Seed, anch’essa sperimentale. Seed è un’androide col compito di testare l’equipaggiamento che poi sarebbe stato dato in dotazione ad A2; inoltre, aveva un’esperienza preziosa sui campi di battaglia contro le biomacchine: è infatti uno degli ultimi ad aver combattuto spalla a spalla con dei membri della razza umana. Grazie ai suoi ricordi, Seed afferma che Numero 2 gli ricorda molto gli umani, specie perché la ragazza si lamentava spesso durante le sessioni di addestramento.

Dopo una breve scena dove viene mostrato che trentamila biomacchine si accingono ad assaltare il gruppo composto da Yorha e Resistenza, il focus torna su Seed e A2. Poco prima dell’inizio della missione a Pearl Harbor, la Comandante del Bunker approccia A2 e le trasmette un messaggio di Seed. Questo si rivela essere un discorso di addio, in quanto Seed è stato coinvolto in un incidente durante un esperimento. Con le sue ultime parole, il vecchio androide chiede alla più giovane amica di non diventare come lui, dipendente dal campo di battaglia, ma di cercare invece un senso nella propria vita. Dopo una breve scena dove A2 incredula parla alla Comandante lo spettacolo torna a mostrare Pearl Harbor, ambientazione per la sezione finale della storia.

Yorha Nier

Le biomacchine attaccano il gruppo di Yorha e Resistenza, le quale si dividono in due squadre: una coinvolta nelle battaglie all’esterno del Monte Ka’ala ed una invece che prende l’ascensore per il mainframe al suo interno. Questo secondo gruppo perde pezzi quando si scopre che Numero 21 è infetta dal virus logico, il quale si è inoltre evoluto impedendole di curarsi. Anemone decide quindi di rimane con lei e sfruttare il tempo rimastole per far guadagnare tempo al resto della squadra. All’esterno dell’edificio Numero 16 e tre membri della resistenza, Dahlia Marguerite e Lily, combattono valorosamente ma non riescono a sconfiggere gli avversari. In punto di morte, decidono di rilasciare i limitatori nei loro reattori, provocando un’esplosione che coinvolge centomila biomacchine, al costo della vita delle quattro. Intanto Anemone e Numero 21 continuano a combattere, la Yorha però è ormai al suo limite e in un gesto di pietà la compagna le spara in testa dicendole che presto l’avrebbe raggiunta. A2 vorrebbe tornare indietro nella speranza di salvare le compagne, ma Rose la ferma spiegandole come ormai l’unica cosa possibile sia dare un senso alle morti delle proprie alleate.

Un’ultima scena di interludio precede la battaglia finale, con A2 ed A4 vestite in nero che rivivono i loro falsi ricordi. A2 viveva in una fattoria coi nonni: nonostante sapesse della falsità di quelle memorie, ci era comunque affezionata. Le due parlano di tutto ciò che hanno imparato da quei ricordi mentre in sottofondo un orologio ticchetta inesorabilmente la fine dei loro giorni. Le protagoniste rimaste arrivano quindi al server del mainframe dove incontrano le ragazzine vestite in rosso, apparse durante il primo interludio. Gli attacchi delle androidi non hanno alcun effetto su di loro, e questo fa si che le due comincino a parlare. Hackerando i cadaveri delle Yorha già decedute, le biomacchine hanno scoperto il vero scopo di quella missione: testare le unità Yorha, che ad ora erano solo un primo esperimento, all’interno di una missione suicida. Nella difficile eventualità in cui il team fosse sopravvissuto, la bomba installata al loro interno sarebbe esplosa distruggendole.

Le Yorha erano destinate alla morte sull’isola di Pearl Harbor sin dalla loro incezione. Rose continua a spronare Numero 2 e Numero 4; nonostante abbiano scoperto la verità sulla loro creazione, non gli rimane che combattere per non rendere inutile tutto ciò che han fatto fino ad allora. Tuttavia lo scontro diventa sempre più disperato: tre membri della resistenza vengono massacrati, i loro corpi esanimi vengono poi riavviati grazie al virus logico, attaccando quindi A2 A4 e Rose, decretando la morte di quest’ultima e ponendo fine all’esistenza della resistenza. A4 continua a combattere disperatamente, tuttavia presto rimane ferita e viene salvata solamente dall’intervento di A2 che, dando fonte a tutte le sue forze riesce a sconfiggere le biomacchine e le androidi infette.

Rimasta sola con la morente A4 e le due ragazzine in rosso, A2 viene derisa dalle avversarie, dopotutto loro non sono altro che delle IA e non possono essere distrutte a meno che non venga distrutto l’intero complesso. Le due intelligenze artificiali sanno però che presto le Yorha detoneranno, portando con sè l’intero Monte Ka’ala e chiedono all’androide se in quella situazione fortemente emotiva la loro “specie” dovesse ridere in richiamo al fatto che le androidi stessero parlando e ridendo tra loro la sera prima. Improvvisamente Numero 4 si alza e guardando A2 le dice semplicemente “Addio”. Le luci si spengono e la scena taglia a nero.

Yorha Nier

Nell’ultimo capitolo si vedono la Comandante e la sua assistente Yotsuba che discutono di come l’esperimento si sia concluso con successo. La prima però presenta dei segni di pentimento, chiedendosi se forzare l’evoluzione in quel modo fosse l’unico modo per salvare l’umanità. Le due ragazzine in rosso compaiono un’ultima volta, direttamente nella sala controllo del Bunker, facendo intendere come tutto lo sforzo della squadra Yorha sia stato inutile, in quanto loro sono ancora vive e presumibilmente infiltrate nel server del Bunker. Lo spettacolo si conclude infine con A2 che si rialza, in mezzo ai detriti del Monte Ka’ala. Miracolosamente è sopravvissuta all’esplosione della compagna e la bomba al suo interno non è esplosa grazie ai danni subiti in quell’occasione. L’androide decima le biomacchine che si approcciano a lei, poi si rimuove la maschera e punta la spada alla luna, in segno di sfida.


Questo è, a grandi linee, lo spettacolo teatrale prequel di Nier Automata: Yorha. Se voleste recuperare più nel dettaglio questa storia (lo script è eccezionale e questo nostro tentativo di riassunto per sommi capi non gli rende giustizia) ci sono un paio di modi, uno estremamente scomodo e uno ben più accessibile. Il primo sarebbe recuperare lo spettacolo originale, disponibile su Amazon Prime JP (accessibile con VPN), tuttavia ciò richiede la comprensione del giapponese. L’altro metodo, invece, richiede solamente la conoscenza della lingua inglese, ben più diffusa e semplice, e consiste nell’acquisto del romanzo “Nier Automata: Short Story Long” al cui interno è compresa l’intera storia di Yorha. Potrebbero mancare un paio delle scene da noi descritte, in quanto basate su una versione precedente alla 1.1, tuttavia il libro va molto più nel dettaglio degli eventi di Pearl Harbor oltre a raccontare la trama di Nier Automata dal punto di vista di 2A.

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