Xenosaga: 14 anni dopo

KOS-MOS, c'è ancora bisogno di te.

Pensare, a 14 anni di distanza, che Xenosaga non ha mai potuto vedere la conclusione programmata dal proprio creatore, è abbastanza doloroso. Per quanto la carriera del creatore Takahashi ha un suo risvolto in positivo, l’epopea sci-fi pubblicata da Bandai Namco rimane tutt’ora incompleta e senza nemmeno una remaster a preservare l’incredibile valore del titolo.

Questo perchè Xenosaga era un gioco d’altri tempi, un JRPG di quell’epoca fatta di esperimenti narrativi e non, un pilastro tra i cult della generazione PS2 che grazie a quegli esperimenti ci ha donato brand come il moderno Persona, anche se al costo di una crisi del re occidentale dei JRPG Final Fantasy.

In quello scenario, Xenosaga gioca un ruolo simile a quello che giocò il suo predecessore spirituale Xenogears; è il progetto nato dall’amore di un director dalle idee originali ma accolto da un mercato competitivo pieno di alternative più leggere e di successo. Il primo titolo sviluppato da Monolith Soft infatti è uno di quei giochi che non puntano alla semplicità per attirare il pubblico mainstream, ma invece vuole rendere giustizia a una visione artistica ambiziosa.

Xenosaga Episode 1: Der Wille zur Macht è infatti un gioco dalle tematiche pesanti, uno dei tanti a inserire simbologie religiose e riferimenti a testi di psicologia di grande importanza, ma uno dei pochissimi a riuscire a non banalizzare argomenti tanto delicati.

Xenosaga

Der Wille zur Macht, Jenseits von Gut und Böse, Also Sprach Zarathustra, i tre sottotitoli sono sicuramente familiari a chiunque abbia bazzicato psicologia, essendo riferimenti ad alcuni dei più famosi testi di Nietzsche. E pur senza poter entrare nelle lunghe analisi della condizione umana dei testi che cita, Xenosaga porta con sè le tematiche del filosofo e propone una narrativa cruda e adulta che nel genere è un po’ venuta a mancare da quando Xenosaga e Shin Megami Tensei han visto un calo o persino un’interruzione nelle pubblicazioni di nuovi capitoli. Ma c’è più di quanto sembri in Xenosaga, dopotutto, per quanto velleitariamente, non è insolito per tanti prodotti giapponesi trattare argomenti psicologici ispirandosi a Nietzsche, tanto che, quando gestiti male, diventano quasi una parodia di loro stessi. Uno dei pilastri tematici dei 3 giochi è lo Gnosticismo, forma di culto e filosofia arcaica che si aggira intorno al favorire la conoscenza della propria spiritualità individuale, preferendola alle usanze ortodosse imposte dalle generazioni precedenti alla vita del singolo.

Ed è da questa tematica che deriva una delle componenti più interessanti di Xenosaga, gli Gnosis. Presentati inizialmente come la maggior minaccia per la protagonista Shion, gli Gnosis sono delle creature terrificanti che non giocano sull’essere disgustosi esteticamente, ma sulla paura dell’ignoto. Lo Gnosis è una creatura intrinseca all’umano, ma inpercepibile fino a che decide di attaccare, si presentano come silhouette trasparenti, notabili solo dopo che già han mietuto una vittima. E se l’idea di base per queste creature deriva dallo gnosticismo, per spiegare la loro esistenza nella fantascienza dell’universo di Xenosaga, l’autore utilizza anche concetti come il mondo dei numeri immaginari, ispirandosi agli studi del matematico David Hilbert.

xenosaga I II III

La presenza di così tanti elementi narrativi fantascientifici ispirati a così tante fonti diverse rende l’esperienza con Xenosaga qualcosa di speciale. La confusione del mondo di gioco si riflette nei conflitti interni dei protagonisti, e nelle domande esistenziali che Xenosaga si pone per l’intera trilogia.

Tuttavia, oggi ci ritroviamo a 14 anni dalla prematura fine della serie senza nuovi capitoli e senza remaster per poter recuperare dei titoli che sembrano perduti nel mare di classici Playstation 2. Xenosaga partì bene, con la determinazione di fare qualcosa di diverso dalla concorrenza, ma gli bastò un mezzo passo falso per vedere le proprie ambizioni distrutte.

Xenosaga

Dopotutto Xenosaga nasce come rivincita, la rivincita morale di Takahashi e della moglie Soraya Saga, che si son visti negati la possibilità di continuare il progetto Xenogears per favorire proprio la serie Final Fantasy. Ed il primo titolo ha il sapore del successo, il viaggio della professoressa Shion e dell’arma da distruzione Kos-Mos riuscì a uscire senza compromessi riscuotendo anche meritato successo. Purtroppo però lo stesso non si può dire del seguito. Xenosaga II è stato probabilmente il motivo per il quale la serie, a oggi, rimane ancora orfana dei capitoli finali.

Il secondo capitolo fu notoriamente gestito da un team più giovane in Monolith, con Takahashi non più nel ruolo di director o scrittore dello scenario. Il risultato fu una storia più sentimentale e intima, ma piagata da cutscene troppo lunghe per critica e pubblico e un trattamento di alcune tematiche gestito con meno tatto rispetto al primo capitolo. Il backlash al secondo gioco non si limitò alla storia tuttavia; il nuovo stile grafico più realistico ottenne riscontri misti, così come il gameplay ora più lento che divise i fan tra chi lo apprezzava perchè più tattico, e chi non riusciva a sopportarne la pesantezza.

Xenosaga HD Collection

Dopo il flop del gioco, Xenosaga ebbe altri 2 capitoli importanti. Il seguito Xenosaga III: Also Sprach Zarathustra e il soft-remake Xenosaga I&II dove Takahashi rimaneggiò la trama del secondo capitolo nell’intento di migliorarla in un porting per Nintendo DS. Questo titolo DS tuttavia rimase confinato in Giappone, e seppure apprezzato in terra madre, non abbiamo avuto occasione di giocarlo per giudicarlo coi nostri occhi. Xenosaga III invece rappresentò un finale dolce amaro.

Il gioco dovette condensare la narrativa dei capitoli che non riuscirono a venire alla luce, dovendo quindi tagliare tante idee, per il dispiacere di Soraya Saga che immaginava uno Xenosaga III molto diverso. Tuttavia il gioco venne ben recepito dai fan, ed è generalmente considerato il migliore dei 3, riuscendo a concludere la storia di Shion.

XENOSAGA


Tuttavia c’è una scena di Xenosaga III che rappresenta alla perfezione ciò che vorremmo trasmettere con questo articolo. Si tratta della scena conclusiva, in cui senza spoilerare troppo, viene detto che c’è ancora bisogno di KOS-MOS. Come con Xenogears, Takahashi ha riposto in Xenosaga fiducia e passione, e con un’ultimo video ha sperato di poter continuare la sua epopea spaziale Purtroppo a 14 anni di distanza, Xenosaga IV sembra praticamente impossibile, con Monolith Soft ormai concentrata sul brand Xenoblade e in costante collaborazione con Nintendo per Breath of the Wild e seguito. Tuttavia Xenosaga non è stato dimenticato dai fan, e come espresso persino dal director di Tekken, c’è il desiderio di vedere tornare KOS-MOS almeno in un’HD collection.

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