Xbox Game Pass ha raggiunto il suo limite?
L'aumento di prezzo per l'Xbox Game Pass a tutti i tier e la rimozione dei titoli al day one per una fetta di utenti, hanno mostrato i limiti del servizio?
Xbox Game Pass è un servizio che uso da quando è arrivato su PC. Sono rimasto abbonato ininterrottamente dal lancio, ho sempre usufruito di molti dei titoli inclusi, ho visto i migliori e peggiori mesi lato consumatore e da qualche anno sono passato al tier Ultimate, anche se non credo lo rimarrò a lungo dopo le recenti notizie.
Penso che ormai chiunque, tramite una diretta email da Xbox o tramite le novità, o i meme, o i video che ne parlano, abbia saputo dei recenti cambiamenti all’Xbox Game Pass, che aumenta nuovamente di prezzo praticamente per qualsiasi utente, e vede aggiunto un nuovo tier privato della funzione principale dell’abbonamento: Xbox Game Pass Standard infatti non ha i titoli al day one inclusi.
Sull’aumento di prezzo spenderemo qualche parola in seguito, ma il fatto che ormai la frase “day one with Game Pass” non abbia più lo stesso valore, funge da presupposto ben solido per farci l’ennesima domanda che moltissimi si sono posti nel corso di questi anni, in un modo o nell’altro: Xbox Game Pass è conveniente o no?
Se consideriamo le parole ufficiali di Xbox su questo argomento, quasi due anni fa il CEO Microsoft Gaming, Phil Spencer, affermava presso il Wall Street Journal come l’Xbox Game Pass fosse ormai profittevole, e contasse per il 15-20% dei guadagni dell’intero settore Xbox in casa Microsoft.
Parole che certamente possono ancora incontrare lo scetticismo di chi le ascolta, ma che forse rispecchiano la realtà dei fatti. Gli abbonati Xbox Game Pass sono continuati a crescere nel tempo, raggiungendo gli oltre 35 milioni di abbonati odierni, sebbene vada detto come Xbox si attendesse una crescita molto maggiore.
Nel 2021, secondo un report di Tweaktown, dal solo mercato console Xbox ha generato 2,9 miliardi di dollari tramite Game Pass, e stiamo parlando di un periodo dove gli utenti non superavano i 25 milioni. Sempre secondo Tweaktown, nel 2023 Xbox ha ottenuto tramite Game Pass ben 231 milioni di dollari in un solo mese, per la precisione, ad Aprile.
Il servizio magari non era affatto profittevole all’inizio, specie perché, per invogliare i potenziali utenti, era molto meno costoso e facilmente accessibile anche con offerte molto vantaggiose. Posso ben dire come Xbox Game Pass io non lo abbia praticamente mai pagato a prezzo pieno, e senza utilizzare alcun metodo illegale.
L’offerta di poter provare un mese di Ultimate al costo di 1€ mi ha consentito di accumulare mesi e mesi dell’ormai defunto Xbox Live Gold e di convertirli in Ultimate senza problemi. Questa offerta oggi non è ormai più disponibile negli stessi termini, e anche il periodo di prova gratuito o a prezzi molto bassi è stato notevolmente ridotto, se non rimosso del tutto.
Nondimeno, gli utenti Xbox Game Pass hanno visto, dal lancio del servizio, la bellezza di due sostanziali aumenti di prezzo, cosa che non dovrebbe stupire più di tanto visto il trend degli altri servizi in abbonamento, da Spotify Premium a Netflix; aumentare il prezzo per gli abbonati ha certamente reso il servizio più profittevole rispetto al passato.
La strategia di Xbox è stata ben chiara sin dall’inizio. Far “abituare” l’utente che prova il Game Pass a un catalogo sempre ricco di titoli, a un prezzo molto accessibile, e che comportava sicuramente delle perdite lato Xbox, ma che iniziava a far conoscere questo servizio, che non lo scordiamo, al lancio veniva presentato da una Xbox tutt’altro che in una posizione rosea.
Gli aumenti di prezzo inevitabili hanno posto il consumatore dinanzi il classico “ne vale la pena?”, e sinora, il costo mensile di Xbox Game Pass continua a non risultare troppo alto per milioni di utenti. Staremo a vedere certamente da Settembre in poi, o comunque con un report magari nel 2025, se l’aumento di prezzo recente avrà sortito degli effetti negativi.
Si parlava (e si parla ancora) di come il Game Pass sia “troppo bello per essere vero”, di come i “giochi inclusi finiranno tutti per essere indie”, ma nel corso degli anni, bisogna dirlo, non solo Xbox ha messo a tacere queste “accuse”, ma ha dimostrato che nell’Xbox Game Pass ci credono più di quanto lo facciano nel loro settore hardware. O in Tango Gameworks.
Ma allora, se adesso il servizio sta diventando davvero profittevole (o lo è maggiormente), perché la componente più invidiata e discussa, cioè avere i titoli first party al day one, è stata troncata a una fetta degli abbonati? Perché oggi solo gli utenti Ultimate e PC possono giocare i titoli first party al day one?
I titoli al day one nell’Xbox Game Pass sono stati un errore?
Lo conoscete questo videogioco? Si tratta di Hypercharge Unboxed, un indie creato da un numero esiguo di persone dove il gameplay riguarda quel che tutti abbiamo fatto da piccoli: far lottare delle action figure in giro per casa. Si può provare una demo gratuita su Steam nel caso si sia interessati un minimo.
Un titolo di cui trovare il collegamento con il discorso fatto sinora sembra difficile, ma io credo meriti un minimo di attenzione. Tanto per cominciare, questo titolo è uscito solo su console Xbox per ora. La qual cosa già dovrebbe far rizzare le antenne, perché di Xbox non si parla molto bene quando si tratta di associare concetti come “vendite di un titolo” e “esclusiva Xbox console”.
Basta pensare a come molti si lamentino delle limitazioni di Xbox Series S, o ricordare che titoli quali Enotria o Black Myth Wukong non avranno una release date contemporanea su PS5 e Xbox Series. Non è adesso il momento di ripercorrere quanto riguarda Series S, quanto notare invece che Hypercharge Unboxed ha superato di gran lunga ogni più rosea aspettativa dei developers.
Non solo persino Phil Spencer ci sta giocando, ma questo titolo ha raggiunto la bellezza di oltre 100K copie vendute, finendo quasi in vetta (per essere precisi, al terzo posto) nello store Xbox per “titoli più venduti” di un determinato periodo. Un traguardo incredibile considerando che, appunto, questo titolo sia uscito solo su Xbox e si tratti di un piccolo indie.
C’è da chiedersi cosa sarebbe accaduto se Hypercharge Unboxed fosse stato incluso al day one su Xbox Game Pass. Chiaramente, avrebbe venduto molto di meno, e questo prodotto ha dimostrato come vi sia un mercato su Xbox per quanto riguarda gli indie, come si possa scommettere su questa console e non finire per forza bruciati.
Devolver Digital, famoso publisher di indie di successo, ha speso parole contrarie all’idea di inserire titoli al day one su PS Plus o Game Pass, perché si finisce con ridurne le vendite inevitabilmente. Certo, da parte loro Fall Guys è stata un’eccezione a questa regola, ma il concetto di non pagare un titolo perché “tanto esce su Game Pass”, ha finito solamente con “impigrire” i consumatori e danneggiare i developers?
Devo ammettere come grazie al Game Pass ho potuto giocare a moltissimi titoli ai quali non mi sarei mai approcciato e che non avrei mai comprato in primo luogo, ma è anche vero che Xbox Game Pass mi ha aperto le porte “gratuitamente” a titoli che avrei sicuramente finito con l’acquistare prima o poi, anche se magari non a prezzo pieno.
Ormai gli abbonati (me incluso) hanno capito quanto di valore sia il Game Pass da questo punto di vista e hanno iniziato ad abituarsi ad avere tutti questi titoli sbattuti in faccia ogni mese, per poterli giocare senza doverli comprare uno ad uno. Il problema sollevato sulle vendite però rimane, specialmente per i titoli inclusi al day one.
Il momento migliore per ogni videogioco, il momento per “brillare” e avere gli occhi puntati addosso coincide proprio con i mesi, e ancora meglio, i giorni, prima del lancio. Le vendite di un prodotto qualsiasi chiaramente vengono influenzate enormemente se neanche ci si deve domandare se valga la pena acquistarlo o meno.
Per i titoli inclusi dopo il lancio questo discorso non vale allo stesso modo. Perché ormai, sebbene sia brutale da dire, il titolo, quasi sempre, è passato “in secondo piano”. I videogiochi mantengono il loro valore a livello produttivo, ma non a livello di mercato, o quanto meno non come prima. Sony non si fa problemi nell’inserire i propri first party all’interno del PS Plus Extra, dopo un certo periodo di tempo, anche per questo motivo.
Se tale discorso non valesse, si seguirebbero le orme di Nintendo che non vuole cedere alle dinamiche di mercato odierne e preferisce mantenere prezzi molto alti per i propri videogiochi a prescindere dalla loro uscita, massimizzando il guadagno derivato dal numero di vendite, e avendo la manica molto stretta con gli sconti.
E tuttavia, sinora questo evidente problema dei titoli al day one non è sembrato affatto tale per Xbox, la quale ha continuato a difendere questa loro politica, e anzi, a onor del vero, va anche ricordato come alle dure parole di Jim Ryan sul Game Pass, servizio a suo dire “odiato” dai publishers, alcuni dei publishers hanno scelto di contestare apertamente le parole di Ryan.
Mi permetto però, di fare l’avvocato del diavolo sino in fondo. Partendo dal presupposto incontestabile per cui inserire il proprio videogioco all’interno dell’Xbox Game Pass al day one equivale a meno vendite, e questo rappresenta eccome un problema, allora perché i developers continuano ad accettare offerte di questo tipo?
Nessuno obbliga, ad esempio, gli sviluppatori e il publisher di Flintlock Siege of Dawn, in arrivo il 18 Luglio e di cui abbiamo parlato in una sostanziosa recensione, a inserire il loro titolo all’interno dell’Xbox Game Pass sin dal day one. Xbox non ha una pistola virtuale con cui obbligare gli sviluppatori o i publishers ad accettare le loro offerte.
Possiamo anche dirlo di titoli, fra i più recenti, quali Still Wakes the Deep, o Magical Delicacy, che sottostanno alle stesse premesse poc’anzi. Se tutti gli sviluppatori sanno perfettamente di andare incontro a una drastica riduzione delle vendite se accettano tali offerte, la spiegazione più ovvia e banale che risolve questo problema è la seguente: l’offerta di Xbox fatta loro è comunque vantaggiosa.
Mettendola solamente sul piano di costi e benefici, tutte le parti in causa in un simile accordo non hanno alcun interesse nell’andare in perdita. Prendiamo ad esempio Hollow Knight Silksong. Team Cherry che interesse aveva nell’accettare l’offerta di Xbox? Perché mettere un simile titolo all’interno dell’Xbox Game Pass dal day one?
Silksong sarà quasi certamente uno dei titoli indie più venduti della storia del medium, e Team Cherry sa benissimo a cosa sono andati incontro accettando di inserirlo all’interno di un servizio in abbonamento simile. Ma perché hanno accettato, rischiando di perdere moltissime vendite?
L’acquisizione Activision Blizzard King ha portato al limite Xbox Game Pass
A parte dover dire “si sono fatti i conti in tasca”, la risposta alla domanda appena fatta, forse risiede anche nel constatare da un’ottica diversa quanto dicevamo su Xbox Series e Hypercharge Unboxed. Se esiste la possibilità per gli indie di trovare successo anche su Xbox, il problema è il numero di queste console disponibili nel mercato odierno. Un numero stagnante.
Il mercato console Xbox è molto minore rispetto a quello dei concorrenti. Paragonate alla PS5, le Xbox Series hanno raggiunto un numero di vendite esiguo. Parliamo di circa 28 milioni di unità per quanto riguarda Series X e S, contro le oltre 50 milioni di PS5. Non stiamo a citare Switch perché non è la console “current gen” di Nintendo, ma la situazione in quel caso si aggrava.
Vista la situazione, non ci stupisce che un videogioco attinge la maggior parte delle sue vendite dal mercato Playstation e Switch, e di questo Xbox si è resa conto da un bel po’. Xbox stessa ha iniziato a pubblicare i propri first party su Nintendo Switch e PS5. Sea of Thieves, per esempio, si è rivelato uno dei titoli più venduti su PS5.
Non smettono di apparire rumors e congetture sull’arrivo di Starfield su PS5, come anche di Indiana Jones e l’Antico Cerchio, ma per l’appunto, di cosa ci dovremmo stupire? I titoli Xbox possono anche risultare interessanti agli occhi del pubblico, ma venderli solo su un mercato così ridotto quale è quello Xbox, a cosa conduce se non a meno vendite raggiunte?
Xbox inoltre si sta iniziando a “svincolare” dal mercato console stesso, e lo dimostra, ancora una volta, la recente collaborazione con Amazon al fine di collegare l’Xbox Game Pass Ultimate al Fire Stick TV 4K, con tanto di “no console required” quando si parla di acquistare questo prodotto.
Certo, poi la presidente Xbox Sarah Bond afferma che entro la fine del 2024 arriveranno novità sulle nuove console Xbox, e si vocifera da tempo di una portatile, ma questo non cambia l’andazzo osservato negli ultimi anni con dichiarazioni, concrete decisioni e quant’altro. A Xbox non interessa che voi compriate la console con il loro marchio. A loro interessa che usiate il Game Pass.
Le vendite che dunque l’Xbox Game Pass trattiene su console Xbox (lato PC, penso che il discorso sia esiguo considerando come le vendite di qualsiasi videogioco che non provengano da Steam sono pressoché inesistenti) sono il “minimo” a cui punterebbe un qualsiasi sviluppatore.
Questo non annulla quanto detto prima sulle vendite, ma se Sony o Nintendo inserissero i titoli al day one di terze parti con la stessa cadenza dell’Xbox Game Pass (cosa che Sony ha fatto in passato come ricordato con Fall Guys, o con Stray) questo generebbe un maggiore impatto sulle mancate vendite, perché ci si precluderebbe una delle due fette principali di utenti.
In tutto questo discorso va inserito anche il recente approccio di Xbox proprio su questo aspetto. Pare che Xbox abbia diminuito le cifre che propone agli sviluppatori per avere il loro videogioco su Game Pass. E ammettendo comunque questo come dato reale, gli sviluppatori non smettono di accettare le loro offerte.
Se quindi gli sviluppatori indie sono comunque “coperti” da questo punto di vista, perché Xbox propone loro offerte che ritengono vantaggiose e che coprono le assicurate vendite mancate, il problema relativo ai titoli al day one su Game Pass non dovrebbe riguardare questa tipologia di titoli.
Xbox Game Pass viene definito profittevole, si continuano a pagare gli sviluppatori una cifra adeguata per avere il loro titolo al day one o dopo il lancio (offerta, che ricordiamo, non sono obbligati ad accettare), e quindi dovrebbe funzionare tutto alla perfezione.
Ma allora perché si è fatta una marcia indietro così drastica sull’inserire i titoli al day one su Game Pass, rendendoli meno accessibili al pubblico? Sinora abbiamo parlato del mercato indie per lo più, e non abbiamo citato l’enorme elefante nella stanza. L’acquisizione Activision Blizzard King.
L’acquisizione Activision Blizzard King ha certamente mostrato ancora una volta come Xbox non sia più quel “posto magico” che si può descrivere come “it has no games”. Siamo ormai ben lontani da quello stato delle cose. Ma ha anche dimostrato il limite plausibile per rendere Xbox Game Pass quanto più appetibile possibile per i consumatori, rimanendo entro costi “bassi”.
Quando ci riferiamo all’Xbox Game Pass, stiamo parlando dell’unico servizio della storia del gaming che consentirà di giocare a un Call of Duty al day one senza pagare il titolo a prezzo pieno. Si tratta di una scelta che Xbox non ha preso affatto alla leggera, perché sapevano bene a cosa andassero incontro con una simile scelta.
Call of Duty è una delle IP più famose e conosciute del mondo. Inserirla all’interno di un simile servizio in abbonamento è qualcosa che fa gola a moltissimi, ma il prezzo da pagare coincide con il dover aumentare il prezzo del servizio in questione.
Per evitare che le vendite del nuovo CoD vengano drasticamente tagliate, o di qualsiasi nuovo titolo ABK che sarà pubblicato, e per evitare anche che vi sia uno sbilanciamento eccessivo fra catalogo offerto nell’Xbox Game Pass e prezzo effettivo, Xbox ha scelto di alzare i prezzi e di ridimensionare l’offerta dei titoli first party al day one, legandola solo agli utenti Ultimate o PC.
Siamo giunti al punto dove l’Xbox Game Pass è diventato quel servizio in abbonamento dove ci sono ogni genere di titoli dagli indie di nicchia ai AAA più famosi, inclusi anche al day one, ma non più per tutti. Se non avessero optato per questa soluzione, allora sicuramente si sarebbe andati incontro alla insostenibilità del servizio.
In questo caso, per quanto il discorso sul basso numero di console vendute da Xbox regga, stiamo parlando di un tipo di videogioco, quale è CoD, le cui vendite sono praticamente “garantite” ovunque. Si tratta di un titolo che trova la maggiore utenza possibile, per intenderci, a costo di usare etichette, dai casual gamer agli hardcore gamer su ogni fronte del mercato.
È vero che, sempre secondo Xbox, alla più ampia fetta di abbonati (che sono gli utenti Ultimate) rimarranno disponibili i titoli al day one, però comunque con un costo aggiuntivo, che per quanto giustificato, dimostra l’impossibilità, ormai, di concedere un simile lusso a tutti i tier d’abbonamento.
I nuovi utenti Xbox Game Pass Console, denominato adesso Xbox Game Pass Standard, dovranno pagare un prezzo maggiore rispetto agli abbonati console già esistenti, e poi comunque non ottenere i titoli al day one, ma soltanto la possibilità di giocare online rispetto al passato. I titoli first party arriveranno in questo tier con un delay di minimo 6 mesi.
Curioso notare come per anni l’Xbox Game Pass sia sempre stato associato ai titoli al day one, mentre adesso quello che viene considerato l’Xbox Game Pass Standard, cioè il tier “normale” del Game Pass, contiene i titoli first party solo a distanza di tempo dall’uscita. Xbox Game Pass, da questo punto di vista, ha fallito eccome.
La forza del Game Pass risiedeva proprio in questo. Nell’essere un servizio in abbonamento non solo con un catalogo di titoli molto vasto e di alta qualità, ma nell’essere l’unico servizio in abbonamento dove si possono giocare i titoli first party, e alcuni third party, al day one.
Questo concetto è sempre stato fondamentale per il servizio, lo potremmo definire il cuore del Game Pass. E proprio su questo aspetto si è fatta una pesante retromarcia. Che potremmo anche provare a giustificare, ma ha tradito lo scopo del servizio per, potenzialmente, milioni di utenti.
Paradossalmente, più Xbox ha iniziato ad acquisire studios nel corso degli anni, a diventare un player sempre più centrale del mercato su molti fronti, ad essere la casa di Bethesda, Activision, Blizzard, Ninja Theory, Double Fine, Obsidian e tantissimi altri developer di successo, più il Game Pass veniva spinto verso il punto di rottura, il punto nel quale non tutti gli utenti Xbox Game Pass hanno gli stessi vantaggi.
Il “day one with Game Pass” è ormai un sogno molto ridimensionato. Lo si è tenuto vivo il più possibile, e sicuramente Xbox non farà mai del tutto marcia indietro su questo aspetto (puntando magari a un ulteriore aumento dei prezzi in futuro) ma questo è il limite del Game Pass: i titoli AAA first party resi accessibili per chiunque senza pagare il classico costo d’entrata.
Forse avrebbero potuto optare per delle soluzioni diverse, ma quali c’è ne sono? Non inserire i titoli first party nell’Xbox Game Pass dal day one? Sarebbero stati pressappoco ridicolizzati e forse anche accusati di truffa. Mantenere i prezzi fissi senza alcun aumento? Il progetto sarebbe divenuto certamente insostenibile. Fare marcia indietro sull’intero concetto di titoli al day one e ammettere la sconfitta? Questo avrebbe portato alla morte del servizio.
Un Game Pass “componibile” sarebbe stata la scelta migliore
Forse si è aspettato il più possibile per annunciare questo aumento di prezzo, in vista non solo l’ufficializzazione del nuovo CoD all’interno del Game Pass, ma per far si che i titoli ABK, che sembrano in procinto di arrivare finalmente su Xbox Game Pass, rendessero meno amara la pillola e giustificassero agli occhi del consumatore il nuovo aumento.
Non si può dire, insomma, che a questo aumento di prezzo non corrisponda un aumento di contenuto, perché sarebbe falso. I titoli ABK sono e saranno contenuti nell’Xbox Game Pass, ed è corretto, se si amplia così tanto l’offerta del già ottimo catalogo, avere anche un aumento di prezzo.
Non trovano terreno, a mio dire, le “critiche” di quelle persone che considerano assurdo pagare 18 al mese, nel mercato italiano, per giocare a Call of Duty, perché per quella cifra, che sarebbe il costo mensile dell’Ultimate, non si sta solo prendendo un singolo titolo, ma l’intero Xbox Game Pass con tutti i suoi vantaggi.
Non ha senso abbonarsi se si è interessati soltanto a pochi titoli, o a uno solo. Si fa prima a comprare i videogiochi direttamente. E sul versante relativo all’interesse del consumatore nei confronti del Game Pass, a mio dire, la vera mossa intelligente da parte di Xbox, una mossa che avranno certamente tenuto in considerazione, sarebbe stata inserire un piano “personalizzato” dell’Xbox Game Pass.
Invece che mettere un freno al concetto di “day one with Game Pass”, e aumentare soltanto i prezzi, avrebbero potuto concedere al consumatore un’offerta “componibile” di tale servizio in abbonamento. Cerco di spiegarmi. L’offerta Ultimate non è sfruttata praticamente da nessuno a pieno. XCloud viene utilizzato da un numero di persone certamente minori rispetto agli abbonati Game Pass, quanto l’offerta Riot o l’offerta EA Play.
Sarebbe molto meglio se Xbox Game Pass fosse “componibile”, e ci fossero tier in base a quel che il consumatore finale desidera. L’utente console che non è interessato ai titoli EA Play o all’XCloud, potrebbe usufruire di un abbonamento che esclude questi vantaggi e include solamente il catalogo Game Pass e i titoli first party al day one.
Il valore effettivo dell’abbonamento attuale è certamente ancora vantaggioso rispetto a quanto si paga, ma diversificare in base alla reale richiesta dell’utenza sarebbe molto più sensato. Xbox sa benissimo che gli abbonati console non hanno alcun interesse nel PC Game Pass o nel Cloud inclusi nell’Ultimate di default, e potrebbero creare un tier d’abbonamento senza quest’offerta, e farlo pagare di meno.
Xbox invece vuole spingere il più possibile sull’offerta Ultimate a prescindere, e nessuno è sorpreso della cosa ovviamente, ma questo non favorisce in alcun modo i giocatori console che diventeranno futuri abbonati all’Xbox Game Pass. Sembra quasi che i recenti cambiamenti siano una sorta di “punizione” verso i giocatori console, che sono gli unici a perdere il cuore del Game Pass pur avendo un aumento di prezzo.
Alla fine della fiera, Xbox avrebbe potuto prendere decisioni più favorevoli per il consumatore, e magari comunicare meglio la difficoltà nel concedere a tutti i titoli al day one arrivati a questo punto della storia di Xbox. Gli aumenti di prezzo sono comprensibili, guardando anche al PS Plus o a settori dell’intrattenimento di altro tipo, ma nessuno di questi servizi si è vista tolta la funzione principale.
Magari per i servizi in abbonamento del mondo videoludico non è possibile trovare la quadra inserendo delle pubblicità in qualche modo, come nel caso di Prime Video col suo tier base, e forse, tutta questa vicenda dimostra che ad avere ragione fosse la Sony. Inserire i titoli al day one in questo modo è decisamente pericoloso.