Warner Bros. al GamesCom 2009
Il secondo titolo che la Warner Bros ci ha permesso di visionare riguardava l’ultimo estratto videoludico basato su Scooby Doo, famosa mascotte di creazione Hanna & Barbera, in Italia proposto col titolo di Scooby Doo! Le Origini del Mistero.
Per la prima volta troviamo una storia inedita, completamente nuova per la famosa mascotte della Mistery Inc., che si ritroverà in veste di una sua controparte infantile in compagnia dei suoi amici, allo stesso modo regrediti, per l’occasione, ad un’età adolescenziale.
Con la scelta di lanciare il gioco sulla sempreverde PlayStation 2, Nintendo Wii e Nintendo DS, si lascia intendere che il gioco non dovrebbe eccellere eccessivamente nell’aspetto tecnico, grafico o sonoro che sia. Durante l’avventura, riproponendo canoni che avevamo potuto notare e lodare in alcune produzioni più retrò, come l’indimenticabile versione per GameBoy Advance dell’Ispettore Gadget, sarà possibile cambiare personaggio per sfruttare le capacità di ognuno : con Shaggy sarà possibile effettuare una mossa in particolare, oltre alla capacità di scappare molto più velocemente dai nemici, con Fred avremo la possibilità di effettuare duelli corpo a corpo molto più facilmente che con qualche altro personaggio, come ad esempio Velma che sicuramente sarebbe più utile per risolvere un enigma particolarmente difficile.
Infine, sebbene se ne sia già ampiamente discusso in altre sedi oltre al GamesCom, la Warner ci ha dato un’ulteriore possibilità di visionare Scribblenauts, famosissimo e pluripremiato prodotto videoludico dalle indiscusse innovazioni sistematiche per Nintendo DS, con qualche aggiunta. Infatti ci è stata mostrata la personalizzazione dei diversi livelli.
In primis c’è da segnalare la componente multiplayer, legata tramite l’online, che ci permetterà di creare dei livelli totalmente nuovi e metterli a disposizione di qualsiasi altro utente, riproponendo leggermente la dinamica che ha dato fortuna a LittleBigPlanet. Tutti i livelli che saranno creati, qualunque sia la dinamica, dovranno presentare come obiettivo la raccolta della famosa Starite, raggiungendo così l’obiettivo di un qualsiasi livello preimpostato: questa sarà posizionabile in qualsiasi punto, nascosta o ben visibile, difficile da raccogliere o facile, dando pergamena bianca all’autore del livello che potrà divertirsi a far scervellare gli utenti online che incapperanno nel suo livello. Infine ci viene spiegato che, per la creazione dei diversi livelli, potremo invocare tutti gli oggetti di cui avremo bisogno, come in un normalissimo livello della versione offline: quindi basterà scrivere sullo schermo col nostro pennino di cosa abbiamo bisogno per poterlo posizionare a difesa della nostra Starite e rendere sempre più difficile la risoluzione dell’enigma. Per quanto riguarda le persone, quindi invocazioni di esseri animati e viventi, è stato creato un sistema che controllerà i loro sintomi e il loro umore: affamato, felice, triste, scontento e altro. Insomma, un’altra aggiunta per un gioco che, se fino ad ora non ci aveva convinti, era solo perchè c’era scetticismo dinanzi all’innovazione.
Tirando le somme, quindi, per quanto la Warner ci ha potuto regalato in questi giorni di permanenza a Colonia, possiamo sicuramente dire che il tentativo di spingersi oltre la normale routine c’è stato ed era ben visibile. Unica pecca è stato il mancato approfondimento dei capitoli di Lego Rock Band e Scooby Doo, probabilmente legato al davvero scarno materiale da mostrare o presente nel gioco: nonostante ciò, tralasciando il titolo riguardante il brand Hanna & Barbera, ci possiamo ritenere sazi di notizie, soprattutto per quanto riguarda Scribblenauts, gioco sempre più atteso e sicuramente cavallo di battaglia della famosa casa cinematografica, ora pronta sempre più a sbarcare nel campo videoludico.
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Al GamesCom di Colonia, quest’anno, oltre alle tante presentazioni alle quali abbiamo avuto il piacere di partecipare, siamo stati invitati anche dalla Warner Bros, sempre più presente nel campo videoludico, per visionare alcuni titoli distribuiti dalla casa in questione. Tre i titoli principali portati sul palco dalla distributrice americana che tra grandi innovazioni videoludiche, come Scribblenauts, o riproposizioni di brand affermatissimi, la saga dei Lego, o ancora trasposizioni ludiche di personaggi cartoneschi, Scooby Doo, è riuscita a colpire diversi gruppi di utenza con successo.
Il nuovo capitolo del brand dei Lego si occupa di musica, rock per l’esattezza, e prende il nome di Lego Rock Band, riproponendo il famoso brand, che presto sbarcherà sul mercato con un capitolo interamente dedicato ai Beatles, in veste della più famosa catena di giocattoli in Europa.
Il brand, curioso in tutto e per tutto, tanto da accostare la tipica aggressività di Rock Band alla grazia dei mattoncini nordici, si presenta per una fascia d’età giovanile riuscendo a riproporre brani adatti ad un’utenza non troppo scatenata e adolescente: tra i brani cult del titolo ritroveremo anche un piacevole tributo al recentemente scomparso Michael Jackson "I Want You Back", brano dei Jackson 5, oltre ad altri poco rockeggianti Bon Jovi e Pink. Ovviamente, assieme alla presenza di canzoni e melodie poco dure ed orecchiabili per un pubblico giovanile, troveremo anche una difficoltà ben diversa da quella presente nella saga madre di Rock Band: si arriverà senza alcun problema al termine della missione, ovvero del brano suonato, e qualora dovessimo incappare in qualche errore di troppo con la nostra chitarra di mattoncini non dovrete temere un fallimento musicale, ma potrete continuare come se niente fosse accaduto.
È chiaro però che il completamento della missione in maniera ottimale o quasi ci permetterà di visionare la buona riuscita del nostro spettacolo o della nostra esecuzione, ma nulla ci impedirà di completare la nostra carriera da solista, neanche pomodori e fischi nei nostri confronti o tra le corde del nostro strumento. Nota positiva da un lato, ma sicuramente negativa per chi non ama le facili vittorie. Per chi, comunque, preferisce tenersi lontano da questa modalità super facile esistono le possibilità di inserire una difficoltà ben più elevata per tenere ad un alto livello le prestazioni videoludiche della nostra controparte digitale Lego.
Altra peculiarità interessante per Lego Rock Band sarà la totale possibilità di personalizzazione del nostro mattoncino animato: questa avverrà in pieno stile Lego e tutti i vari mattoncini, comprensivi di vestiti e acconciature, diventeranno disponibili man mano che saranno completati brani, acquisiti crediti e sbloccati alcuni oggetti nel negozio. Ovviamente, trattandosi del brand Lego, avrete la possibilità di incastrare mille pezzi per tantissime combinazioni che non avranno mai fine.
Infine, per concludere questa rapida disamina sul titolo distribuito dalla Warner Bros, segnaliamo che la versione casalinga, quindi per Xbox360 e PlayStation 3, sarà compatibile con tutte le periferiche esistenti sul mercato Rock Band e che sarà presente un multiplayer il quale permetterà la sfida fino a 4 giocatori.
Un titolo sicuramente interessante, aperto a tutti, giovani in particolare, che però potrebbe far storcere il naso ai più che si sono avvicinati al brand attirati dal titolo Rock Band: qui purtroppo del vero Rock Band, del forte e sudato rock, c’è ben poco. D’altronde come potrebbe attirare un amante del rock caro a Rock Band Blade of Glory di Bon Jovi?