Trials of Mana – Provato della Demo
Il remake di Seiken Densetsu 3 - Trials of Mana ci permette di provare il titolo in anticipo con una demo sostanziosa e convincente
Una delle sfortune della – purtroppo ancora difficile da sormontare – barriera linguistica che separa il Giappone dal mondo che ha adottato la seconda lingua inglese è che tante perle di minor successo rimangono bloccate dietro tale problematica: per esempio in occidente non abbiamo mai avuto il piacere di giocare Trials of Mana, nella sua forma originale “Seiken Densetsu 3”. Fortunatamente, Square Enix ha deciso di darci l’occasione di colmare questa lacuna con due diversi software: l’originale disponibile per la prima volta in occidente tramite la “Collection of Mana” per Nintendo Switch, e un remake, in uscita il mese prossimo, di cui abbiamo provato la demo.
Nonostante il poco convincente remake di Secret of Mana, o Seiken Densetsu 2, possiamo dire di essere piuttosto fiduciosi in Trials of Mana, a fronte di una demo convincente, sostanziosa e che fortunatamente denota ben più lavoro e impegno di quanto fu mostrato nel remake del capitolo precedente.
Il gioco ci accoglie con una deliziosa schermata di selezione personaggio, che mostra i bellissimi artwork del titolo, e ci introduce ai personaggi. Tra i sei personaggi disponibili, potremo utilizzarne tre, di cui un protagonista del quale vivremo tutta l’avventura, e due co-protagonisti dei quali potremo scegliere se seguire l’intera narrazione oppure saltare direttamente al momento in cui li incontreremo durante l’avventura del nostro protagonista. Questa struttura di storytelling funziona molto bene, e sopperisce al principale problema di Octopath Traveler, permettendo non solo di vedere le origini degli eroi, ma anche di non limitare le interazioni tra loro.
Infatti un elemento che ci ha colpiti positivamente di Trials of Mana è proprio l’integrazione dei personaggi all’interno della narrativa. Sia i tre protagonisti scelti che gli altri sono trattati come persone ben distinte nella narrazione, e la possibilità di incrociare personaggi che diventeranno rilevanti in situazioni ordinarie, come per esempio trovarli dall’armaiolo o in giro per un dungeon, dà al mondo di Trials of Mana un tocco di unicità e aiuta il worldbuilding. Parlando proprio del mondo di gioco, i diversi punti di vista e punti di partenza degli avventurieri caratterizzano molto bene il contesto nel quale la storia prende luogo, aiutando il giocatore a investire emotivamente nei personaggi.
La demo offre la possibilità di iniziare quante run si preferisca, dando quindi la chance di conoscere tutti i protagonisti per poi importare i salvataggi sul gioco completo e per quanto possa sembrare una feature di poco conto, si tratta invece di qualcosa di molto importante. Poter provare tutti i personaggi, seppur a uno stato embrionale del loro sviluppo, ci ha messo molta curiosità su come il titolo intende svilupparsi, non solo narrativamente ma anche come gameplay. Difatti se la demo fosse stata più breve o limitata, probabilmente staremmo parlando di un’esperienza molto meno convincente.
Durante la prima sessione di gioco non siamo stati colpiti molto dal gameplay, funzionante ma molto basilare, che crea il rischio di stuccare facilmente. Utilizzando più savedata però abbiamo potuto provare diversi stili di combattimento e abbiamo sviluppato i personaggi su diversi rami, scoprendo un sistema di personalizzazione molto arguto. Sbloccando certe abilità l’intero party potrà usufruirne dando al gioco quindi un potenziale di personalizzazione molto allettante; le abilità stesse hanno un’impatto notevole sul gameplay e non c’è voluto molto prima che il non convincente sistema di combattimento base aprisse le porte a qualcosa di molto più interessante.
Abbiamo accennato precedentemente a come il deludente Secret of Mana Remake ci avesse reso più dubbiosi sulla fattura di questo remake, progetto di cui non conosciamo il budget, ma che sicuramente non sarà la punta di diamante delle prossime pubblicazioni Square Enix, che vedono Final Fantasy VII Remake fare giustamente da padrone. Tuttavia il lavoro visto fino ad ora da Trials of Mana è più che dignitoso. Su PlayStation 4 Pro le prestazioni sono ottime, con caricamenti veloci e nessun calo di framerate riscontrato, al netto di un comparto grafico che, seppur non al livello dei migliori giochi Square Enix (con particolare riferimento a Dragon Quest XI) fa una buona figura e denota un impegno maggiore del semplice remake 1:1 visto con Secret of Mana.
Particolare pregio sta nell’esplorazione, la quale vanta delle mappe per ora molto ben definite che sfruttano bene anche la presenza del salto tra le abilità dei protagonisti, cosa che sembra scontata ma è in realtà piuttosto rara nei JRPG. Non brilla la musica, molto basilare e senza particolari guizzi in ciò che si è visto nella demo, speriamo che con una maggiore quantità di situazioni diverse, Trials of Mana possa offrirci qualcosa di meglio all’interno del titolo completo, quando uscirà il 24/04.
In definitiva la demo di Trials of Mana riesce nell’arduo compito di sfatare i pregiudizi che il remake del predecessore ci avevano instaurato. Con un buon storytelling, dei magnifici artwork e un combat system che mostra potenziale, non vediamo l’ora di continuare la nostra avventura. Trials of Mana si potrebbe unire a una line-up di JRPG molto solida in questo inizio 2020; con Final Fantasy VII Remake, Persona 5 Royal e i meno conosciuti Trails of Cold Steel III e Langrisser, il JRPG si potrebbe confermare come genere qualitativamente rinato dopo una deludente settima generazione.