Top 5 titoli di Front Mission
In attesa di Left Alive, rispolveriamo i fasti della serie principale
Non c’è dubbio che quello degli RPG tattici sia un genere che non ha vita facile nel mercato moderno, dominato in popolarità da titoli che prediligono per lo più l’azione. Tra le varie serie di successo che si sono affacciate nel panorama videoludico, quella di Front Mission è una nicchia nella nicchia, soprattutto per via del fatto che soltanto pochi dei suoi titoli principali sono approdati in occidente, e ancora meno in Europa. Un vero peccato, perché si tratta di giochi decisamente validi sul piano del gameplay, oltre che essere ambientati in un setting particolarmente maturo e interessante. Lo stesso setting in cui sarà ambientato anche Left Alive, spin off della serie che si allontana dalle dinamiche strategiche su vasti campi da guerra a griglie per portarci in un’avventura TPS nello stesso mondo.
Per gli appassionati della serie principale, o i curiosi che vogliono farsi un’idea di quali recuperare, ecco una Top 5 dei migliori Front Mission.
5) Front Mission 1st
Il primissimo Front Mission per SNES non uscì mai dai confini giapponesi, nemmeno quando venne portato anche su PlayStation qualche anno più tardi. Solo nel 2007 riuscì a superare il Pacifico approdando negli Stati Uniti come enhanced porting per Nintendo DS, con nuovi contenuti rispetto all’originale.
Nonostante sia un gioco meno raffinato e bilanciato rispetto ai suoi successori, l’originale Front Mission rimane comunque un gioco divertente a cui va riconosciuto un certo coraggio per il tipo di storia. Nel 1995 non era certo comune imbattersi in un gioco ambientato nel nostro stesso mondo in un futuro non troppo lontano (anno 2090) e con una storia intrisa di giochi di potere e conflitti morali.
4) Front Mission 4
Il primo capitolo uscito per PlayStation 2, e forse per questo carico di aspettative non incontrate. Sulla carta il gameplay gode di un buon connubio tra un ritorno alle origini e l’introduzione di novità interessanti, come il Link System; all’atto pratico però soffre di alcuni problemi di bilanciamento, intelligenza artificiale dei nemici e in generale dà l’impressione di essere stato prodotto con approssimazione. Anche se il comparto grafico non è fondamentale per questo genere di giochi, il cambio generazionale su PS2 non è stato incisivo come ci si sarebbe aspettato. Nonostante tutto Front Mission 4 rimane un gioco più che rispettabile, con un buon comparto artistico e sonoro e una storia interessante su due fronti lontani (l’Europa e il Venezuela) che riescono a intrecciarsi nelle fasi finali.
3) Front Mission 3
Il primo capitolo ad aver avuto una localizzazione occidentale e tristemente l’unico ad arrivare in Europa. Probabilmente proprio con la prospettiva di renderlo più facilmente appetibile a un vasto pubblico, SquareSoft attenuò la caratteristica profondità strategica della serie in favore di un approccio più immediato e user-friendly. Basti pensare all’assenza del sistema di classi, alle arene meno vaste rispetto alla norma, e al party massimo utilizzabile ridotto a quattro unità.
Nonostante il ridimensionamento di game design, la storia è avvincente e coinvolge personaggi e antagonisti ben caratterizzati. Ottima soprattutto la presenza di due filoni narrativi possibili, che si traduce effettivamente in due avventure diverse a seconda della scelta, che fa alzare notevolmente il valore di rigiocabilità del titolo.
2) Front Mission 2
Sicuramente il capitolo che maggiormente ha contribuito alla maturazione della serie sotto ogni aspetto. Innovativo già dall’impianto narrativo, ambientato in un territorio molto poco “popolare” quale la Repubblica di Alordesh (attuale Bangladesh) e con una storia che tratta tematiche mature alternando la narrazione tra due gruppi di protagonisti (espediente poi ripreso in Front Mission 4).
Ma è soprattutto nel gameplay che Front Mission 2 compie un balzo in avanti considerevole. Vengono introdotte numerose meccaniche poi riprese e raffinate nel corso della serie, come il sistema di classi, gli AP, l’Honor System ecc. La portata delle battaglie viene estesa notevolmente, richiedendo parecchio tempo e abilità per essere completate. Per la sua natura complessa non è decisamente adatto a tutti, ma per i giocatori più esperti proprio questo suo tono più hardcore lo rende tutt’oggi una delle migliori incarnazioni di Front Mission. Questo nonostante le fastidiose scene di combattimento non interattive che rallentavano il corso delle battaglie con tempi di caricamento estenuanti, tanto da spingere in seguito Squaresoft a rilasciare una versione aggiornata del gioco che includeva l’opzione per saltarle.
1) Front Mission 5: Scars of the War
L’ultimo capitolo principale della serie è invero quello che ne rappresenta il culmine su ogni fronte. Il gameplay riprende gli elementi migliori dei passati capitoli e li ripropone raffinati ed equilibrati coerentemente, aggiungendo una presentazione finalmente soddisfacente. Non solo tornano le animazioni di battaglia da Front Mission 2, ma viene abbandonata la narrazione tramite sole finestre di dialogo e introdotte finalmente delle cutscene animate con modelli 3D; il tutto eseguito con animazioni fluide e soddisfacenti da guardare.
Oltre a rappresentare un passo avanti, Scars of the War rappresenta anche un tributo ai fan di vecchia data, ricoprendo un arco narrativo che comprende gli avvenimenti dei capitoli precedenti e li intreccia con le vicende dei protagonisti, chiudendo attraverso un diverso punto di vista tutte le questioni non risolte delle precedenti storie.
Front Mission 5: Scars of the War rappresenta l’apice della saga in tutto e per tutto,e anche per questo è un grande peccato che non sia mai uscito dal territorio giapponese. L’unico modo per poterci giocare in lingue inglese è infatti tramite una patch fan-made.
Per molti anni non si è più sentito parlare di progetti sulla continuazione di Front Mission, fino alla conferma che Left Alive sarà ambientato nello stesso mondo della saga. L’unica possibilità che sembra esserci per un futuro nuovo titolo che torni al genere degli RPG tattici sembra essere la buona riuscita e l’accoglienza del pubblico di Left Alive. Il producer Shinji Hashimoto si è già espresso in senso positivo verso questa possibilità, quindi non ci resta che incrociare le dita.