Top 10 JRPG Retro
Circondati da titoli molto recenti come Final Fantasy XV o video di remake alla Final Fantasy VII, le generazioni di oggi probabilmente non si rendono conto di in che modo, e soprattutto in che misura, i giochi di ruolo giapponesi siano stati snaturati nel corso del tempo.
Ci sono una grande quantità di JRPG usciti nel corso del periodo che va da Super Nintendo a Playstation 2 che sono veri e propri capolavori pur essendo molto classici nel loro gameplay, e che proponevano un tipo di gioco ora ripudiato dalle software house, convinte che solamente un approccio più action e “coatto” se così si può dire, sia apprezzato dai videogiocatori odierni.
Con la consapevolezza che Octopath Traveler ha del tutto frantumato le convinzioni degli sviluppatori, e la speranza che questo possa far tornare i JRPG alla loro vera natura, almeno in parte, sono qui a proporvi una personalissima TOP 10 di giochi di ruolo che a mio parere dovrebbero essere assolutamente giocati tutt’ora, seppur alcuni di essi siano sconosciuti ai più.
POSIZIONE 10
Shadow Hearts
Serie nata e defunta su Playstation 2, Shadow Hearts, che conta ben 3 titoli al suo seguito, è stata un’ode all’amore e alla guerra, narrata in maniera sublime e cupa. Yuri, il protagonista, possiede l’abilità di controllare gli spiriti di potenti demoni che risiedono dentro di lui. Incapace di capirne il motivo, un giorno sente una voce nella sua testa che gli dice di salvare Alice Elliot, una ragazza il cui padre è stato assassinato da poco tempo.
Yuri decide di seguire quella voce, e dopo aver salvato la giovane si ritrova coinvolto in un viaggio per comprendere la sua identità e per combattere i propri timori. Ambientato 15 anni dopo Koudelka (gioco per PSX che ne è tecnicamente il predecessore, anche se i legami tra i due giochi sono molto flebili), Shadow Hearts unisce una storia quasi horror a un gameplay basato sul Judgment Ring, un anello sul quale ruota una lancetta che dobbiamo fermare al momento giusto per attaccare in maniera efficiente. Strategico, commovente e appassionante, è un titolo che non ha decisamente avuto il successo che meritava.
POSIZIONE 9
Xenogears
C’era un tempo in cui per valutare la bellezza di un gioco di ruolo, era importante anche che questo fosse molto lungo. La media dei JRPG del tempo infatti contava storia della durata di un minimo di 40-50 ore, e questo era senz’altro un punto forte delle opere che permettevano non solo agli utenti di affezionarsi a tutti i personaggi e all’ambientazione, ma anche di poter “spendere” molto tempo su un determinato titolo senza doverne necessariamente comprare altri entro breve. Ecco, Xenogears era molto, molto, MOLTO lungo.
Una storia sci-fi, con un mondo particolareggiato meglio di quello di Game of Thrones e che presentava come protagonista Fei Fong Wong, un giovane in cerca del suo destino dopo essere stato esiliato dal suo villaggio per aver erroneamente distrutto gran parte di esso (uccidendo nel mentre decine di persone, tra cui i suoi cari) utilizzando per curiosità un mech abbandonato. Per comprendere la grandezza dell’opera, basti pensare che in Giappone uscì un volume di 300 pagine solo come guida all’ambientazione, o che il famoso (o in alcuni casi, triste motivo dell’abbandono del gioco) disco 2, è praticamente solo una storia narrata dal protagonista con rarissime esplorazioni di dungeon.
Le battaglie, molto innovative, permettevano combattimenti a bordo di possenti mech così come più classici con i personaggi a piedi.
Non c’è dubbio che Xenogears abbia contribuito enormemente alla storia dei JRPG, e c’è una nutrita schiera di fan che lo idolatra tuttora.
POSIZIONE 8
Suikoden II
Forte della presenza di ben 5 capitoli, di cui tutti più o meno riusciti, la saga di Suikoden è molto famosa soprattutto per la possibilità, in ogni iterazione, di reclutare ben 108 personaggi al proprio gruppo. La maggior parte dei fan considera Suikoden II il migliore della serie, e probabilmente son privi di torto. Il protagonista e il suo migliore amico prendono nella vita strade separate, scalando gerarchia e ranghi negli eserciti di due fazioni rivali e in guerra tra loro.
Non si tratta di una storia di bene contro male, ma semplicemente di guerra, tragica e tristemente umana, che mostra sfaccettature dell’animo e che insegnano come ogni fazione, per quanto crudele sia, agisce in base a motivazioni o convinzioni radicate in maniera profonda.
POSIZIONE 7
Skies of Arcadia
Uscito originariamente su Dreamcast e poi portato in versione migliorata su Nintendo Gamecube, Skies of Arcadia ci metteva a capo di una banda di pirati che viaggiano su una nave volante. Diversamente da ciò che si possa credere, i protagonisti, di cui il fighissimo Vyse è a capo, si considerano pirati “buoni” e girano per il mondo per aiutare i bisognosi e combattere contro la feccia corsara, mentre nel frattempo si deliziano nell’esplorazione e nella scoperta di tesori e strani fenomeni nascosti per il globo.
Skies of Arcadia tocca i cuori dei giocatori che si sentono bambini, quelli che sognano l’avventura nella maniera più pura in cui questa può essere considerata. L’immaginazione, dietro la quale si trova la meraviglia e la sorpresa alla scoperta di una cosa nuova, è ciò che ritroviamo in Skies of Arcadia, che accompagna la scoperta di artefatti con una storia appassionante che vede la nostra ciurma muoversi ribelle contro un malvagio impero. Se a questo aggiungiamo epiche boss battle contro mostri giganti, utilizzando la nostra intera nave per combattere a suon di cannonate, è inutile dire quanto, un tempo, potevamo sentirci gasati.
POSIZIONE 6
Breath of Fire IV
Sono un grande appassionato della serie di Breath of Fire, o almeno dei 4 capitoli per SNES e PSX, non avendo apprezzato molto Dragon Quarter. Trovo che tutti e 4 i giochi siano capolavori assolutamente da recuperare e giocare, tuttavia ho scelto il quarto per questo articolo grazie all’incredibile atmosfera che l’intero titolo emanava.
Da ogni poro si potevano percepire riferimenti all’oriente, con personaggi dalle fattezze estremamente giappo/cinesi, ambientazioni rurali e misteriose, e una colonna sonora splendida realizzata quasi interamente con le corde di uno shamisen. Le avventure di Ryu, giovane drago diventato umano, contro il suo simile Fou Lou, determinato a dominare il mondo forte della sua potenza di drago supremo, sono quanto di più splendido si possa desiderare da un videogioco di ruolo.
POSIZIONE 5
Shin Megami Tensei: Lucifer’s Call
Conosciuto globalmente come Shin Megami Tensei: Nocturne, questo è il capitolo probabilmente più bello di una serie fino a poco tempo fa quasi sconosciuta in occidente, che ha iniziato a essere rivalutata grazie al quarto capitolo uscito su Nintendo 3DS. La maggior parte di voi probabilmente conosce la serie di Persona, amandola alla follia, senza però sapere che Persona è in realtà un semplice spin-off di Shin Megami Tensei, saga esistente sin dai tempi del NES che si differenzia da Persona per il fatto che in battaglia il personaggio umano è il solo protagonista, mentre gli altri membri del gruppo sono demoni nemici reclutati parlando con essi ed effettuando trattative.
Nocturne, in particolar modo, presenta un’ambientazione e una storia particolarmente cupe e profonde, unendo il tutto a una difficoltà che rende l’esperienza “magica” per coloro che amano lavorare sulle strategie e non vogliono la pappa pronta. Aggiungiamo la presenza nel titolo di Dante di Devil May Cry, che da bravo cacciatore di demoni ha deciso di farci la pelle, ed ecco un bel mix di horror e assurdità che, incredibilmente, funziona alla grande.
POSIZIONE 4
Final Fantasy VI e Final Fantasy VII
In tanti considerano il settimo capitolo della famosa saga come il migliore in assoluto. A mio parere, questa considerazione è dovuta principalmente al fatto che è stato il primo capitolo su Playstation e di fatto il primo capitolo della serie giocato dalla maggior parte delle persone, che hanno scoperto in questo modo la magia della serie per la prima volta lasciando poi che nostalgia e “prime impressioni” facessero il loro corso. Quindi sì, considero Final Fantasy VII un bellissimo gioco, ma molto, troppo sopravvalutato (così come molti italiani considerano stupendo Final Fantasy VIII solo perché è stato il loro primo Final Fantasy, essendo il primo tradotto in italiano, quando in realtà è probabilmente il gioco di ruolo più brutto e mal fatto che sia mai esistito sulla faccia della Terra).
Detto ciò, le avventure di Tina (Terra) e Cloud hanno fatto sognare centinaia di migliaia di persone, e probabilmente c’è ben poco da dire in merito. Arrivano al quarto posto a pari merito, essendo io incapace di scegliere il migliore tra i due. Perdersi nei dettagli della trama sarebbe inutile e forse controproducente, son due titoli da recuperare e giocare. Punto.
POSIZIONE 3
Valkyrie Profile Lenneth
Valkyrie Profile approdò su PSX in maniera del tutto inaspettata. Come un fulmine a ciel sereno lo vidi in un negozio che vendeva giochi di importazione americana (non essendo mai arrivato in Europa, se non sbaglio), e preso dalla curiosità lo provai. Mai mi sarei aspettato di provare uno dei giochi migliori che siano mai stati creati. Lenneth, una valchiria incaricata da Odino di recuperare le anime di coraggiosi guerrieri morti per farli combattere durante il Ragnarok, gira il mondo gravata da un tempo limite e da pensieri colmi d’ansia a causa dei suoi ricordi di vita umana, prima che fosse risvegliata dal suo letargo divino.
I personaggi reclutabili sono tutti bellissimi, splendidamente caratterizzati, e di ognuno di essi vivremo in maniera puntigliosa la storia, osservando il modo in cui hanno vissuto e il modo in cui sono andati infine incontro alla loro fine. Commovente e coinvolgente, mostra poi le zanne durante le battaglie dove ogni tasto del pad è dedicato all’attacco di uno dei 4 membri del party, permettendo le combo più diverse usando strategie basate sui diversi raggi d’azione e sui movimenti di ogni singolo personaggio. Valkyrie Profile Silmeria per PS2 è stato un ottimo sequel mascherato da prequel, ma non riesce a raggiungere le vette di grandezza del primo capitolo.
POSIZIONE 2
Final Fantasy IV e Final Fantasy IX
Ancora una volta due Final Fantasy a pari merito, che entrambi condividono la stessa ambientazione medievale. Entrambi i titoli sono a mio parere il culmine massimo della bellezza della saga di Final Fantasy, ognuno di essi per ragioni diverse. Nel nono capitolo abbiamo Zidane, che saltella allegro in un mondo fantasy tutto da scoprire, dove il passato si mischia ad avanzata tecnologia e dove il peso di un individuo che non conosce le proprie origini si fa sentire tutto sulle spalle di giocatori che, fino a un determinato momento, pensavano di avere di fronte un titolo spiritoso, scanzonato, leggero. E’ bellissimo vedere come i colori sgargianti di FF9, uniti ai modelli super deformed dei personaggi, vadano in contrasto con una delle storie che, dopo il punto di svolta degli eventi, si dimostra più crudele.
E se Final Fantasy IX è un gioco splendido, il IV è il culmine della magia dell’intera serie. In un medioevo leggermente più realistico rispetto al capitolo più recente, Cecil è il comandante di un esercito al comando di un re che, ultimamente, sembra dare ordini sempre più crudeli e guerrafondai. Nel corso della mia vita non ho più toccato un gioco che come Final Fantasy IV sia stato in grado di mettermi nei panni di un uomo che fa fronte ai propri peccati e mette poi il suo cuore e la sua vita in gioco per espiare le proprie colpe, anche a costo di andare contro il proprio amico fraterno, controllato dalle forze del male. Pura poesia.
POSIZIONE 1
Chrono Trigger
Arriviamo così a quello che considero il picco massimo dei giochi di ruolo di tutto il mondo. Non parliamo di una battaglia in classifica combattuta, perché Chrono Trigger si trova a mio parere in un Olimpo inarrivabile, a miglia di distanza da tutti i titoli sopracitati. Sakaguchi e Horii, padri delle serie di Final Fantasy e Dragon Quest, diedero vita insieme a questo capolavoro d’altri tempi, considerato uno dei migliori giochi mai esistiti anche a oltre 15 anni di distanza dalla sua uscita. Nei panni del giovane Crono, scopriremo che un ragazzo dormiglione la cui massima ambizione era divertirsi alla fiera di fine millennio, può ottenere un destino talmente grande da salvare non solo il mondo, ma persino tutte le epoche. Viaggiando nel tempo a causa di uno strano scherzo del fato, Crono incontrerà vari personaggi che si uniranno a lui, ognuno con una caratterizzazione unica. È impossibile non amare ogni singolo personaggio del gioco, anche perché, trama principale a parte, a ognuno di essi son dedicate gran parte delle side quest, che ci permetteranno di conoscere il loro passato, le loro motivazioni, i loro sentimenti. Il viaggio verso quello che deve essere il salvataggio del mondo si rivela essere anche un viaggio interiore, dove si affrontano paure, rancori, razzismo, il tutto condito con gli artwork di Akira Toriyama e la colonna sonora unita di maestri come Yasunori Mitsuda, Koichi Sugiyama, e Nobuo Uematsu (dal quale mi sono fatto anche autografare la OST. Il mio tesssssoro).
L’intero gioco è un susseguirsi di climax e colpi di scena, mentre i combattimenti mostrano per la prima volta molte caratteristiche in seguito riciclate da rpg più recenti, come ad esempio le combo tra le tecniche speciali di più personaggi. Di base, se trovate una meccanica particolare in un gioco di ruolo, è molto probabile che Chrono Trigger sia ciò che ha gettato le basi per essa.
Che ne pensate della mia classifica? Io penso che questi siano i giochi da recuperare a ogni costo, a prescindere dalla vostra età. Se non avete giocato a questi titoli, non conoscete veramente i JRPG e la vostra visione di essi, così come il modo in cui valutate i giochi attuali, è necessariamente distorta. Scrivete tra i commenti i vostri pareri e la vostra top 10 personale!