The Indiependent – Crypt of the NecroDancer
In questo nuovo capitolo di The Indiependent ci troviamo difronte al genio creativo e folle di uno dei titolo indie più promettenti degli ultimi anni, Crypt of the NecroDancer: sviluppato da Brace Yourself Games e distribuito da Klei Entertainment. Attualmente è in Early Access e può essere acquistato su Steam per la cifra di 14,99€.
Dire “un’amalgama bizzarra di ritmo e dungeon crawling” non rende esattamente immediata la comprensione del tipo di gioco in questione. I creatori preferiscono riferirsi a esso chiamandolo “an hardcore roguelike rhythm game“, ma siamo sicuri che neanche questa descrizione renda l’idea di tutte le sfaccettature ludiche che si celano dietro il loro titolo. C’è molto di più di un semplice procedurale con le più comuni caratteristiche RPG. Dentro di Crypt of the NecroDancer possiamo scorgere molto di Spelunky, il sound eclettico di Super Meat Boy e tanti altri collegamenti ai più importanti retrogames del passato.
Tale successo è dovuto letteralmente al suo cuore. E possiamo assicurarvi che con questa nostra affermazione non ci siamo voluti soffermare sulle più comuni banalità. Sia la trama che l’intero gameplay variano attorno al cuore, quel metronomo di carne che a suon di battiti scandisce il tempo e mette in ordine tutta la complessità di facciata che si cela dietro questo gioco. L’organo pulsante di Cadence, infatti, è stato maledetto dal Necrodancer ed è costretto a battere a suon di musica per l’eternità. Insieme al suo, anche i cuori di tutti i nemici che popolano la cripta sono costretti a seguire il ritmo del fattucchiere, e solo con la sua morte la maledizione verrà eradicata.
Questa fattura si ripercuote positivamente su tutto il gioco, che è costretto ai limiti del beat per esprimersi. Cadence dovrà cercare di raggiungere i livelli più bassi della cripta per sconfiggere il villain e ridare libertà al suo cuore, ma per farlo dovrà domare il ritmo delle zone in cui si troverà. Gli unici tasti necessari per giocare, praticamente, sono le frecce direzionali, che permettono di muoversi su di una scacchiera musicale piena di nemici e oggetti con cui interagire. Ogni pressione dei tasti dovrà coincidere con un battito, in questo modo sarà possibile aumentare il numero delle monete ottenibili. Se la catena viene spezzata, si perderà il moltiplicatore, e si dovrà ripartire da capo.
Cadence avrà con sé un pugnale, una pala e una torcia, che le serviranno per muoversi tranquillamente nei meandri del dungeon. Ma con l’avanzare sarà necessario investire denaro e cristalli nell’acquisto di nuove armi/accessori e power up permanenti, altrimenti sarà impossibile procedere. Ve ne saranno di numerosi tra cui scegliere, ognuno dei quali avrà delle caratteristiche differenti. É importante ricordare che, come per ogni hardcore game che si rispetti, anche in Crypt of the NecroDancer la morte sarà permanente (non esistono save point) e una volta uccisi si perderanno tutti gli oggetti ottenuti durante la run, e resteranno solo determinati upgrade. Pertanto una volta morti, l’intera zona dovrà essere ricominciata da zero.
Possedendo dei procedural generated dungeons, ogni run sarà unica e diversa dalle altre, anche se di fondo tutte le zone possiedono delle caratteristiche esclusive. Nella grande lobby inoltre sarà possibile scegliere se completare il gioco principale o impelagarsi nelle sfide giornaliere/hardcore, ma è d’obbligo provare la versione cooperativa, che mostra le potenzialità multigiocatore del titolo. Vi sono infatti altri personaggi tra cui scegliere, uno dei quali permette di poter giocare senza dover per forza seguire il tempo musicale, rendendo il gioco un normale roguelike, nel caso in cui non riusciate a digerirne lo stile (nonostante l’assenza del beat, l’esperienza è pur sempre molto positiva).
Danny Baranowsky è il creatore delle musiche di Crypt of the NecroDancer, e gli si deve il merito di aver usato la musica per fortificare il bisogno di giocare. Già ideatore delle OST di Super Meat Boy e di The Binding of Isaac, i suoi chiptunes inducono alla danza. Con l’aggiunta degli effetti luminosi del suolo, le aree della cripta prendono le forme di una discoteca degli anni 80′, dove ogni azione è delineata da pattern preimpostati. Vi è anche la possibilità di utilizzare delle tracce personalizzate, in modo da poter ascoltare la nostra musica preferita durante la partita. Il mashup con le musiche di Hotline Miami e i Daft Punk hanno riscosso del credito non indifferente durante le nostre ore di gioco (provare per credere!).
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Ancora non ci state giocando?
Di carne al fuoco ce n’è molta e sono ancora tantissime le cose che potremmo mostrarvi. Di sicuro in sede di recensione ve ne parleremo in maniera più dettagliata, ma intanto vi consigliamo di acquistarlo il prima possibile. Oltre ad essere un titolo molto divertente è una delle early access meglio gestite e vanta un sacco di aggiornamenti periodici.
Crypt of the NecroDancer porta ritmo e novità a un genere molto in voga negli ultimi anni, lo estranea dalla normalità e lo porta verso nuove direzioni, bizzarre ma altamente funzionali. Non ci sono tasti per attaccare, per castare gli incantesimi, per acquistare: vi sono solo le direzioni e il beat in questa disco-caverna video ludica. Se poi possedete un Dance Pad l’acquisto è obbligato. Sarà di sicuro un ottimo motivo per tenersi in forma.