The Game Awards: le otto meraviglie del passato
In attesa della nona edizione, ripercorriamo insieme i successi passati dello show ideato da Geoff Keighley.
I The Game Awards sono come il Natale, ogni anno li aspetti pazientemente per la compagnia e per assaporare tutti i piatti che vengono serviti durante la serata (o la nostra nottata, se consideriamo l’ora italiana) tra annunci di spessore e premiazioni dei giochi più disparati. Se pensiamo alla sua genesi, risalente al 2014, è incredibile come in così poco tempo lo show ideato e condotto da un sempre elegantissimo Geoff Keighley abbia guadagnato un’importanza capitale nell’industria videoludica, quasi alla pari dell’estivo E3 di Los Angeles.
Le redazioni ne parlano costantemente e con meticolosità, riempiono fogli di carta di appunti e sfornano tempestivamente le analisi di tutti i nomi candidati al “Gioco dell’Anno” e alle altre categorie, alimentando un argomento di discussione sempre caro all’intera community di giocatori. Le grandi personalità dell’industria salgono sul palco per i discorsi al pubblico o presenziano come spettatori in prima fila nella speranza di veder trionfare la loro produzione davanti al globo intero. Questi sono i The Game Awards, un po’ l’equivalente degli Oscar cinematografici per i videogiochi. E in attesa della calda e notturna maratona prevista tra l’Immacolata Concezione e il 9 dicembre prossimi, riavvolgiamo il nastro della videocassetta e riviviamo insieme i vincitori delle passate edizioni!
The Game Awards 2014: la prima volta non si scorda mai
Il 5 dicembre 2014 al The Axis Auditorium di Las Vegas (Nevada) va in scena la prima edizione dello show di Geoff Keighley, che sostituisce gli Spike Video Game Awards dell’anno precedente a seguito di un cambio di format da parte dell’emittente statunitense Spike TV. Tuttavia la formula adottata nei neonati The Game Awards rimane sempre la medesima, con una lunga lista di categorie in cui trovano spazio le nomination dei titoli.
Tra le nomination presenti nella categoria di “Gioco dell’Anno” e che inaugurano il premio finale dei The Game Awards abbiamo Bayonetta 2, Dark Souls II, Dragon Age: Inquisition, Heartstone: Heroes of Warcraft e La Terra Di Mezzo: L’Ombra Di Mordor. A spuntarla è stato il terzo capitolo di Dragon Age, che oltre a portarsi a casa l’alloro maggiore ha vinto anche la categoria di “Miglior GDR”. Nintendo ha trionfato invece nella categoria “Sviluppatore dell’Anno”, mentre per quanto riguarda il “Gioco più Atteso” è stato The Witcher 3: Wild Hunt di CD Projekt RED ad avere la meglio, battendo una concorrenza agguerrita del calibro di Bloodborne, Uncharted 4: Fine di un Ladro, Batman: Arkham Knight ed Evolve.
The Game Awards 2015: l’ascesa dello Strigo
La seconda edizione dello show di Geoff Keighley trasmessa il 3 dicembre 2015 si trasferisce dal The Axis Auditorium di Las Vegas al Microsoft Theater di Los Angeles (California), sede rimasta invariata per le successive edizioni. Dal punto di vista dell’audience i The Game Awards 2015 registrano un miglioramento, con circa 2,3 milioni di spettatori in tutto il mondo rispetto agli 1,9 milioni del 2014.
I 5 nomi candidati al premio di “Gioco dell’Anno” sono Bloodborne, Fallout 4, Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, Super Mario Maker e The Witcher 3: Wild Hunt. La sfida alla vittoria finale è focalizzata essenzialmente tra il souls-like di FromSoftware e il terzo capitolo della serie di CD Projekt RED, ma anche il quinto capitolo di Metal Gear Solid è pronto ad insidiarsi al duello da terzo incomodo. Alla fine è The Witcher 3 a trionfare su tutti, oltre a portarsi a casa anche il premio di “Miglior GDR”. A CD Projekt RED il premio dello sviluppatore dell’anno, mentre No Man’s Sky di Hello Games si aggiudica la categoria di “Gioco più Atteso” davanti a nomi come Horizon Zero Dawn e Uncharted 4: Fine di un Ladro.
The Game Awards 2016: il mondo ha sempre bisogno di eroi
Nel 1° dicembre 2016 i The Game Awards giungono alla terza edizione registrando un grande successo dal lato audience con circa 3,8 spettatori in tutto il mondo, grazie anche all’estensione della trasmissione della cerimonia fino in Asia. A contendersi il premio finale del “Gioco dell’Anno” sono DOOM, Inside, Overwatch, Titanfall 2 e Uncharted 4: Fine di un Ladro.
Sicuramente l’opera di Naughty Dog è la favorita indiscussa alla vittoria considerando la grande accoglienza ricevuta sia dal pubblico che dalla critica specializzata. Ma contro qualsiasi aspettativa è lo sparatutto di Blizzard Entertainment a prevalere nella categoria fra lo stupore generale, vincendo inoltre i premi di “Miglior Multiplayer” e “Miglior gioco eSports”. C’è comunque da tessere le lodi al colosso di Irvine (premiato nella miglior direzione videoludica) che ha saputo proporre un FPS diverso dai standard di allora e un cast di personaggi al suo interno di grande carisma e realizzazione. Nella categoria “Gioco più Atteso” a vincere è l’acclamatissimo The Legend of Zelda: Breath of the Wild di Nintendo, in una sfida super difficile con Horizon Zero Dawn, God of War, Red Dead Redemption 2 e Mass Effect Andromeda.
The Game Awards 2017: l’anno di Nintendo e Zelda
Non smetterò mai di dire come il 2017 sia stato un anno memorabile tra le uscite di quell’anno – sia indie che non – e gli ingressi sul mercato di Nintendo Switch, Xbox One X e il nostalgico SNES Classic Mini. E il 7 dicembre 2017, sempre al Microsoft Theater, la quarta edizione dei The Game Awards raggiunge un ulteriore record di audience pari a circa 11,5 milioni di spettatori. Tra i nominati in gara per il GOTY ci sono degli ottimi pezzi da novanta: Horizon Zero Dawn, Persona 5, PlayerUnknown’s Battlegrounds (forse il meno appropriato in lista), Super Mario Odyssey e il favoritissimo The Legend of Zelda: Breath of the Wild.
Grazie all’inedita natura open world per la serie e alle numerose variabili fisiche, chimiche e meteorologiche che arricchiscono la profondità del gameplay, l’avventura di Zelda e Link trionfa senza troppe sorprese nella massima categoria, oltre ad aggiudicarsi altri due premi in “Miglior Direzione videoludica” e “Miglior Action-adventure”. Nota di merito anche a Hellblade: Senua’s Sacrifice di Ninja Theory e Cuphead di Studio MDHR, che si portano a casa lo stesso numero di premi dell’open world zeldiano. A The Last of Us: Part II di Naughty Dog invece il premio di “Gioco più Atteso”, che supera la sfida contro nomi come God of War e Red Dead Redemption 2.
The Game Awards 2018: tra il western e gli déi nordici
Quella dei The Game Awards 2018 del 7 dicembre di quell’anno è un’edizione che ricorderemo non solo per l’ennesimo record di audience di oltre 26 milioni di spettatori, ma soprattutto per aver visto salire insieme sul palco il capo di Xbox Phil Spencer e gli allora presidenti Reggie Fils-Aime e Shawn Layden (rispettivamente di Nintendo of America e Sony Worldwide Studios), protagonisti di un discorso di forza e unione all’intera industria videoludica. Un momento simbolico e irripetibile!
Tornando ai vincitori del 2018, i titoli in gara per il “Gioco dell’Anno” sono Assassin’s Creed Odyssey, Celeste, God of War, Marvel’s Spider-Man, Monster Hunter World e Red Dead Redemption 2. Nonostante i favoriti siano il titolo di Santa Monica Studio e quello di Rockstar Games, la presenza della piccola perla di Matt Makes Games ha riscaldato i cuori degli appassionati indie. Alla fine della fiera (e quasi inaspettato per certi versi) l’epopea norrena di Kratos e Atreus ha la meglio sull’avventura western di Arthur Morgan. Nonostante le poche speranze di vincita, Celeste vince ben due premi: quelli di “Miglior Indie” e “Games for Impact”.
The Game Awards 2019: il Giappone alla conquista del mondo
La sesta edizione dei The Game Awards, trasmessa il 12 dicembre 2019, si rivela importante per l’industria videoludica grazie al reveal ufficiale di Xbox Series X, la console next-gen di Microsoft conosciuta prima di allora come Project Scarlett. Lato audience la cerimonia registra la cifra vertiginosa di 45,2 milioni di spettatori mondiali, con un picco di 7,5 milioni di spettatori simultanei su tutte le piattaforme. Per la gara al GOTY è sfida tra Control, Death Stranding, Resident Evil 2 Remake, Sekiro: Shadows Die Twice, Super Smash Bros. Ultimate e The Outer Worlds.
Tra tutti i nominati stupiscono le presenze del titolo di Obsidian Entertainment, di Resident Evil 2 in quanto remake e del picchiaduro di Nintendo in quanto unica produzione di quella lista uscita l’anno precedente (dicembre 2018, fuori tempo massimo per venire considerata nell’edizione passata). A vincere l’ambito alloro è il titolo “feudale” di FromSoftware, capace di superare con tanto stupore l’opera autoriale di Hideo Kojima. Per quanto riguarda il vincitore della nuova categoria “Player’s Voice”, ossia il GOTY votato dal pubblico, è stato Fire Emblem: Three Houses di Intelligent Systems (45% delle preferenze) a prevalere, superando in ordine di classifica Super Smash Bros. Ultimate, Star Wars Jedi: Fallen Order e Death Stranding.
The Game Awards 2020: un’edizione pandemica
L’edizione 2020 dei The Game Awards è stata molto particolare a causa dell’ondata del COVID-19 che ha coinvolto ogni angolo del globo costringendo la cancellazione di molti eventi del settore in programma durante l’anno. Nonostante la cerimonia sia stata tramessa solo in digitale per ragioni di sicurezza, l’audience ha registrato ancora una volta un record su tutti i fronti, grazie agli 83 milioni di spettatori mondiali e al picco di 8,3 milioni di spettatori in simultanea.
Animal Crossing: New Horizons, DOOM Eternal, Final Fantasy VII Remake, Ghost of Tsushima, Hades e The Last of Us: Part II sono i candidati al GOTY 2020, con l’opera di Naughty Dog favorita alla vittoria. Difatti il secondo capitolo di The Last of Us conferma la sua supremazia aggiudicandosi l’agognato premio, mentre al titolo nipponico di Sucker Punch va il premio “Player’s Voice”. Con il ritorno della categoria “Gioco più Atteso”, è Elden Ring a trionfare davanti a titoli come The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom (ma senza il nome ufficiale a quei tempi), God of War Ragnarök (senza nome anch’egli), Halo Infinite e Horizon Forbidden West.
The Game Awards 2021: il coraggio dei più piccoli
Con il ritorno alla normalità ma con le dovute precauzioni, l’ottava edizione dei The Game Awards torna a riabbracciare il Microsoft Theater di Los Angeles e il pubblico dal vivo. L’audience invece continua a rimanere in buona salute con oltre 85 milioni di spettatori.
Il GOTY del 2021 è una contesa tra Deathloop, It Takes Two, Metroid Dread, Psychonauts 2, Ratchet & Clank: Rift Apart e Resident Evil Village. A giudicare dai nomi, chiunque può avere la meglio su alcuni punti e la difficoltà sulla scelta del vincitore sembra essere piuttosto evidente, con l’unica critica negativa dovuta all’assenza di un titolo come Forza Horizon 5 nella categoria. Tuttavia a vincere è stata l’audacia delle produzioni dalle belle esperienze: It Takes Two dei ragazzi di Hazelight Studios supera inaspettatamente la contesa a sei, merito di una storia sublime e di un gameplay molto divertente e puramente cooperativo. Il “Player’s Voice” lo vince Halo Infinite di 343 Industries, mentre a Elden Ring va il premio di “Gioco più Atteso” per il secondo anno.
Chi vuol essere il Gioco dell’Anno 2022?
E adesso il testimone del GOTY 2022 dei prossimi The Game Awards passa nelle mani dei sei protagonisti nominati: A Plague Tale: Requiem, Elden Ring, God of War Ragnarök, Horizon Forbidden West, Stray e Xenoblade Chronicles 3. Ammetto che dire quale titolo vorrei vedere come vincitore è arduo, ma sperare non costa un centesimo e confesso che il mio cuore sta volando nel vasto mondo di Aionios insieme a Miyo, Noah e gli altri quattro protagonisti Yunie, Taion, Sena e Lanz, in lotta per il destino delle due fazioni in guerra Agnus e Keves.
Il vostro GOTY si trova nel mondo di Aionios come per me o è nell’Ovest Proibito, dove si sta dirigendo l’intrepida Aloy? Oppure è nell’epopea norrena di Kratos e Atreus, o ancora nel Medioevo con Amicia e il suo fratellino Hugo? O preferite invece investigare nell’avventura del tenero gatto randagio nella Città Morta, magari dopo aver massacrato molti nemici nell’Interregno in compagnia del Senzaluce? Qualunque sia la vostra scelta, l’importante è giocare a ciò che si vuole e che sia una festa di celebrazione per tutti!