Chi vuol essere GOTY ai The Game Awards 2023?
Nella marcia verso la decima edizione dei The Game Awards 2023, analizziamo i sei nomi in gara al premio "Gioco dell'Anno" e come possono trionfare.
La decima edizione dei The Game Awards 2023 è sui nastri di partenza, pronta a scaldare l’aria natalizia, la nostra notte italiana e la fine dell’anno videoludico.
Lo show condotto da Geoff Keighley ha raggiunto finora dei numeri altisonanti. Basti pensare che l’edizione 2022 ha registrato la bellezza di 103 milioni di spettatori connessi in streaming, con un 20% in più rispetto al 2021 che a sua volta ha battuto quello precedente. E così via, come una lunga catena di Sant’Antonio.
I candidati al GOTY ai The Game Awards 2023
Con le nomination svelate al pubblico a metà novembre, l’oggetto principale delle discussioni originate in questi giorni tra la stampa e i content creator è il medesimo: chi arriverà a trionfare nella categoria “Gioco dell’Anno”, succedendo nell’albo d’oro a Elden Ring.
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, Baldur’s Gate 3, Alan Wake II, Super Mario Bros. Wonder, Resident Evil 4 Remake e Marvel’s Spider-Man 2 sono i candidati all’alloro maggiore. Nomi di un certo impatto e che possono contare su un buon arsenale per arrivare in cima alla montagna.
Ora, prima di gridare velocemente al verdetto e con un minimo di freddezza, cerchiamo di analizzare brevemente i sei titoli in lizza (disposti in ordine alfabetico) e capiamo quali sono i punti su cui potrebbero avere la meglio rispetto agli altri.
Alan Wake II
Il seguito delle vicende dello scrittore dannato, targato Remedy Entertainment, ci fa affrontare nuovamente gli orrori dell’universo creato dallo studio finlandese. Qui vestiremo i panni di Alan Wake e di una nuova protagonista di nome Saga Anderson, agente dell’FBI in trasferta a Bright Falls per indagare su un misterioso omicidio che ha sconvolto la comunità locale.
Alan Wake II (qui la nostra recensione) è senz’altro uno dei punti più alti raggiunti da Remedy, molto autoriale e con un potenziale di scrittura tanto misterioso quanto affascinante. Un’esperienza che riesce a prendersi i suoi tempi per raccontare una trama già complessa in partenza e che diventa sempre più grande a ogni metro percorso.
Il dualismo Alan-Saga e le rispettive campagne creano un legame strano ma ben costruito, in cui l’accavallamento tra la parte più investigativa dell’agente dell’FBI e la parte più “onirica” dello scrittore dannato non influisce negativamente sugli intrecci della storia. Magari un rischio in più sul gameplay si poteva compiere, ma comunque si lascia apprezzare volentieri.
Ai The Game Awards 2023 l’opera di Remedy Entertainment può sconfiggere le tenebre dei suoi avversari grazie alla sua potente penna e a una storia di un livello di autorialità incredibile, oltre che ai netti miglioramenti rispetto al primo capitolo. Non sarà affatto semplice contro alcuni nomi, però chissà… gli scrittori feriscono più della spada, no?
Baldur’s Gate 3
Il GDR di Larian Studios è ambientato 120 anni dopo gli eventi di Baldur’s Gate 2. Ridotti in schiavitù dagli Illithid e infettati da un parassita dei Mind Flayers, a seguito di una fuga dalla nave Nautiloide ci troveremo a cercare una cura che impedisca di mutarci per via dello stesso parassita. Sul nostro sentiero si aggiungeranno altri sventurati, anch’egli alla ricerca della cura che possa debellare il parassita riottenendo la libertà.
Baldur’s Gate 3 (la nostra recensione per PC) riesce nel compito di regalare ai giocatori un Gioco di Ruolo di ottima fattura elevando la qualità dei suoi predecessori, in un sistema di gioco alla Dungeons & Dragons riadattato ai canoni videoludici, e con una storia che lascia piena libertà decisionale e tanta rigiocabilità al pubblico.
Indubbiamente il terzo capitolo di Baldur’s Gate è uno dei favoriti per la conquista del GOTY (come per Zelda), che fa valere il suo potenziale sui pregi derivanti dall’impalcatura della storia e dalla sconfinata libertà proposta da quest’ultima, in pieno stile GDR classico. Mai adagiarsi sugli allori però, o altrimenti il parassita potrebbe rivelarsi fatale!
Marvel’s Spider-Man 2
Il secondo capitolo dell’Uomo Ragno targato Insomniac Games è ambientato 10 mesi dopo gli eventi di Spider-Man: Miles Morales. Seguiremo le vicende che coinvolgono – e intrecciano – le vite di Peter Parker e Miles Morales in tutta New York, che saranno accompagnati da vecchie conoscenze e nuovi volti.
Marvel’s Spider-Man 2 (qui per accedere alla recensione) migliora e approfondisce quanto di buono è stato fatto con i predecessori, nonostante si sente la forte continuità con quest’ultimi. La novità più significativa che si percepisce da subito è il controllo di due personaggi, ossia Peter e Miles giocabili e interscambiabili.
Anche il ramo delle abilità dei due arrampicamuri si è espanso e coinvolge non solo i singoli Peter e Miles, ma pure l’unione di entrambi, risaltando ancor più le loro capacità di combattimento in coppia contro i nemici.
Se paragonato agli altri nomi in lizza nella categoria, Marvel’s Spider-Man 2 è un autentico outsider, soprattutto perché poco coraggioso sulle reali novità di gameplay. In ogni caso, l’ottima spettacolarità delle azioni e il buon impianto scenico lasceranno coinvolgere facilmente la giuria della cerimonia, vogliosa di volare leggiadra tra i grattacieli della Grande Mela.
Resident Evil 4 Remake
Dopo aver pubblicato i suoi RE2 e RE3, Capcom torna nell’operazione remake con il quarto capitolo di Resident Evil. La trama del gioco vede Leon S. Kennedy in missione speciale per il Presidente degli Stati Uniti, con la figlia Ashley Graham rapita da una setta e portata in un villaggio ubicato tra la Spagna e il Portogallo.
L’ex poliziotto scoprirà come gli abitanti locali, i Ganados, sono stati infettati dalla Plaga, una nuova arma biologica in grado di assoggettare la volontà di qualunque essere vivente tramite l’iniezione di un parassita nel sangue.
Con il DLC “Separate Ways” (trattato in sede di recensione) si approfondisce la storyline dell’affascinante e celebre spia in rosso, Ada Wong. Un’aggiunta che mette in risalto le azioni e i lati caratteriali della donna, che come per Leon si fa strada negli eventi del gioco base.
Resident Evil 4 Remake (lasciamo qui la recensione del gioco base) è il perfetto connubio tra passato e futuro della saga di Capcom. Mantiene tutto lo spirito del RE4 originale ed è in grado di dare una precisa direzione a tutti i survival horror, esattamente come fece il medesimo nell’era GameCube.
La componente action si percepisce oggi come molto meno marcata, e l’ulteriore affinamento al gameplay, unito all’ottimo comparto tecnico offerto dal RE Engine, sono un’accoppiata in grado di regalarci un’esperienza longeva, paurosa e divertente.
In quanto a remake, la presenza di Resident Evil 4 in questa categoria fa tanto strano, e analogamente con Spider-Man 2 è da ritenerlo un outsider. Ciò non toglie che la sua nuova veste è praticamente ottima sotto la maggior parte degli aspetti ludici, e il DLC completa il quadro di un gran lavoro svolto da Capcom.
Super Mario Bros. Wonder
Annunciato nel Direct estivo di Nintendo nel 2023, la nuova avventura platform mariesca ci porta nel Regno dei Fiori su invito del principe Florian. Cambia la location, ma non le ambizioni del buon Bowser che, tuttavia, non decide di rapire la principessa Peach, bensì s’impadronisce di un potere nascosto in un Fiore Meraviglia.
Magnifico, corale e dotato di un’anima giocosa capace di unire grandi e piccini, Super Mario Bros. Wonder (la recensione in questo link) è un titolo entusiasmante che riesce a unire la tradizione a un mood nuovo e fresco. Una ventata di cambiamenti che si prospetta folle da tutti i pori.
Le meccaniche di gioco sono un classico che hanno contraddistinto i precedenti Mario bidimensionali, arricchito tuttavia da nuovi bizzarri power-up e dalla novità offerta dai Fiori Meraviglia, che mutano temporaneamente il design dei livelli in modalità diverse a seconda della mappa.
Ai The Game Awards il titolo di Mario ha da sudare tantissimo in presenza di alcuni nomi. Facendo forza della sua direzione artistica e del fatto di aver preso alcuni rischi dal punto di vista del gameplay, con risultati positivi, può però riuscire ad agguantare la vetta del GOTY. Della serie “l’ultima mappa è sempre la più ostica”.
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom
Il sequel di Breath of the Wild ci porta anni dopo l’ultima battaglia di Zelda e Link contro la Calamità Ganon. Camminando nei sotterranei del castello di Hyrule, il duo di protagonisti indaga sulle cause della formazione di miasma nel regno, scoprendo non solo un’antica profezia legata agli Zonau ma anche il responsabile.
Il violento cataclisma causato da quest’ultimo – un Ganondorf ancora mummificato – separa Zelda e Link per via dei crolli. La geografia di Hyrule subisce profondi cambiamenti, mentre il regno è di nuovo minacciato dal noto antagonista della saga, con la principessa catapultata nel passato e lo spadaccino portato in salvo sulle Isole Celesti.
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom (ecco la nostra recensione) prende l’esperienza di Breath of the Wild e la evolve in un gradino superiore con intelligenza, proponendo un gameplay arricchito da migliorie e novità importanti che ampliano la varietà delle meccaniche e il design del regno.
Un mondo costituito da tre “strati dimensionali”, i cinque nuovi poteri di Link e i Saggi che affiancano il prode spadaccino, con ognuno dotato di abilità specifiche, sono i principali elementi che portano quel senso di reale novità al titolo zeldiano, pur essendo in continuità con il predecessore.
Tears of the Kingdom è un altro dei favoriti alla vittoria con Baldur’s Gate 3. Questo perché è riuscito nel difficile obiettivo di far evolvere con efficacia la formula di Breath of the Wild già di suo ottima, portando nuovi stimoli e situazioni di gioco. Riusciranno Zelda e Link a bissare la statuetta vinta nel 2017?
Un piccolo appunto alla “Best Game Direction”
Nel campo dell’ovvietà si parla spesso dei favoriti e del potenziale vincitore del premio “Gioco dell’Anno”. Ma ai The Game Awards i fari saranno puntati anche sulla categoria “Best game direction”, ossia la “Miglior regia”, che per importanza viene appena dopo il GOTY.
Per delucidare sul significato del premio, stando alla descrizione riportata sul sito ufficiale dello show, si tratta di una categoria che “premia l’eccezionale visione creativa e l’innovazione nella direzione e nel design del gioco”.
Tra i nominati ci sono gli stessi presenti qui nell’articolo, ad eccezione di Resident Evil 4 Remake. In modo analogo con il GOTY, molto probabilmente ci sarà una parità tra il nuovo Zelda e il terzo Baldur’s Gate, anche se qui il titolo di Nintendo partirà in leggero vantaggio nella categoria.
L’ultima parola ora va ai The Game Awards 2023, che verrà trasmessa in diretta nella notte italiana tra il 7 e l’8 dicembre 2023. Chi meriterebbe il premio finale? E qual è il vostro personale “Gioco dell’Anno”? Nel frattempo potete esprimere le vostre scelte sui vincitori visitando il sito ufficiale della cerimonia a questo link.