Test your story! La storia di Mortal Kombat
Ripercorriamo insieme la trama dei titoli Midway e NetherRealm Studios
La saga di Mortal Kombat si è guadagnata la propria notorietà anche per il suo essere abbastanza inconsueta rispetto a gran parte degli altri picchiaduro in circolazione. Una delle caratteristiche che l’hanno sempre contraddistinta è la storia carica di mondi, personaggi, avvenimenti surreali, morti e resurrezioni, e recentemente anche viaggi nel tempo.
È dunque facile perdersi nel dedalo della sua time line, soprattutto da quando è stata rivisitata dopo Mortal Kombat 9.
Dopo aver rivoluzionato il concetto di Story Mode con il suddetto reboot, e aver creato una storia ancora più cinematografica per Mortal Kombat X, è chiaro che NetherRealm sembra puntare sempre più sul contesto narrativo della saga. Con l’imminente uscita di Mortal Kombat 11 abbiamo dunque pensato di riassumere per voi gli avvenimenti finora visti, anche per mettere in ordine la questione della rivisitazione della time line.
Ovviamente per utilità di sintesi non descriveremo tutti i dettagli o le trame dei singoli personaggi, ma cercheremo di fornire un quadro degli eventi quanto più essenziale possibile.
Prima di tutto serve una premessa di lore. L’universo di Mortal Kombat è diviso in vari Reami, delle sorte di dimensioni parallele non collegate tra di loro attraverso lo spazio, come dei pianeti, ma solo accessibili tramite portali magici. A sorvegliare su di essi ci sono gli Dei Antichi, tanto potenti quanto imparziali. Talmente imparziali che quando alcuni Reami iniziarono a invaderne altri per assorbirli, gli Dei Antichi non vietarono l’atto di conquista in sé, ma lo regolarizzarono.
Istituirono così il Mortal Kombat, un torneo di arti marziali in cui partecipano i campioni di ciascun mondo come loro rappresentati, evitando così guerre e genocidi. Le regole sono semplici: il torneo si tiene normalmente una volta a generazione, se il Reame invasore vince per dieci volte ha il permesso di conquistare e assorbire il Reame sfidato. L’Outworld governato da Shao Kahn è uno dei Reami più aggressivi, e in passato ha conquistato vari Reami come quello di Zaterra di Reptile ed Edenia di Kitana. Tra i tanti, che non staremo a elencare, c’è il Netherrealm che si distingue per essere praticamente un vero e proprio inferno, popolato da demoni, spettri e morti viventi; è più un luogo di dannazione che un mondo in cui chiunque vorrebbe mai andare.
L’Earthrealm è ovviamente la dimensione del nostro pianeta Terra, la cui conquista è diventata per Shao Kahn una vera e propria ossessione. Diversi secoli fa l’imperatore mandò Shang Tsung a partecipare a Mortal Kombat, ma venne sconfitto da Kung Lao il Grande (antenato dell’attuale Kung Lao). Dopo la disfatta, lo stregone tornò come sfidante portando con sé il colossale Goro, che uccise Kung Lao e vinse il torneo per nove edizioni di fila, portando Outworld a un passo dalla vittoria.
La prima trilogia
Arriviamo dunque al primo gioco della saga, nel torneo decisivo in cui i campioni dell’Earthrealm radunati dal dio del tuono Raiden devono affrontare i guerrieri di Shang Tsung per non venire conquistati da Outworld. Liu Kang sconfigge sia Goro che Shang Tsung diventando Campione di Mortal Kombat.
Shang Tsung torna al cospetto del suo sovrano supplicando pietà per il fallimento, e avanzando un’idea per ribaltare la situazione: proporre un nuovo Mortal Kombat nell’Outworld, dove Shao Kahn in persona potrà partecipare, con una posta molto alta: se Outworld ottiene la vittoria varrà come dieci edizioni insieme e potrà annettere l’Earthrealm immediatamente, se invece saranno i guerrieri di Raiden ad avere la meglio, gli invasori rinunceranno alla conquista per sempre. Il tiranno approva lo stratagemma e concede allo stregone un corpo più giovane. Anche questa volta però Liu Kang ottiene la vittoria sconfiggendo di nuovo Shang Tsung e lo stesso Shao Kahn.
In Mortal Kombat 3 Shao Kahn, sconfitto e frustrato, è stufo di seguire le regole del Mortal Kombat imposte dagli odiati Dei Antichi e vorrebbe invadere l’Earthrealm con la forza, ma su di lui incombe una sorta di maledizione che glielo impedisce. Anni prima infatti l’imperatore di Outworld conquistò il reame di Edenia, uccise il suo re, sottrasse la giovane principessa Kitana per essere cresciuta sotto il suo controllo, e impose alla regina Sindel di diventare sua consorte. Distrutta dal dolore e rifiutandosi di concedersi, Sindel si suicidò, lanciando su Shao Kahn una restrizione magica che gli impediva di mettere piede sull’Earthrealm.
Per aggirare questo ostacolo, il tiranno resuscita Sindel con l’aiuto di Shan Tsung, controllando la sua mente e rendendola a lui fedele. La restrizione magica svanisce e Shao Kahn inizia così l’invasione dell’Earthrealm e la fusione forzata con Outworld. Purtroppo per lui però anche questa volta i guerrieri guidati da Raiden lo fermano, e nel processo liberano anche il regno di Edenia.
La minaccia di Shinnok
Gli avvenimenti di Mortal Kombat 4 si ricollegano a un passato molto remoto. Millenni prima di Mortal Kombat il Dio Antico della morte Shinnok decise di prendere il sopravvento sugli altri e di impadronirsi dell’Earthrealm. Raiden lo sconfisse e assieme agli altri Dei lo bandì nel Netherrealm. Con l’aiuto dello stregone negromante Quan Chi, però, egli riuscì a elevarsi a capo del regno infernale e iniziò a complottare pazientemente per il suo ritorno.
Il primo tentativo fu durante gli eventi di Mortal Kombat Mythologies: Sub-Zero, quando Quan Chi incaricò Bi Han (il primo Sub-Zero) del clan Lin Kuei e Hanzo Hasashi (Scorpion) del clan Shirai Ryu di trovare per lui la mappa degli elementi. Bi Han riesce nell’impresa e uccide Hanzo. Quan Chi come ricompensa uccide tutti i membri del clan Shirai Ryu, in quanto rivali del Lin Kuei, compresi la moglie e il figlio di Hanzo. In seguito Bi Han riceve l’incarico di recarsi al Tempio degli elementi per recuperare un medaglione; dopo essere riuscito nell’impresa e averlo consegnato, Quan Chi gli rivela che tale medaglione è la fonte di potere del Dio Anziano Shinnok, e che grazie ad esso avrebbe potuto fare il suo ritorno. Spronato da Raiden, Sub-Zero entra nel Netherrealm, recupera il medaglione e riesce a sconfiggere Shinnok.
Passano numerosi anni di attesa, e quando finalmente Shao Kahn viene sconfitto alla fine di Mortal Kombat 3, il regno di Edenia torna libero dal suo controllo. La traditrice Tanya aiuta Quan Chi e Shinnok di fuggire dal Netherrealm e invadere Edenia, da cui poi il Dio caduto avrebbe potuto compiere la sua vendetta. Sfortunatamente per loro ancora una volta i guerrieri dell’Earthrealm radunati da Raiden riescono ad avere la meglio.
Il crepuscolo dell’Armageddon
Quan Chi riesce a fuggire dal Netherrealm e si imbatte nel luogo dove è custodito l’esercito di soldati mummificati del Re Drago, il precedente sovrano di Outworld prima che Shao Kahn lo tradisse avvelenandolo per prendere il suo posto. Il negromante si allea dunque con Shang Tsung per resuscitare i soldati mummificati infondendoli di anime di guerrieri caduti, e con questo esercito conquistare prima Outworld e in seguito gli altri Reami. Prima però con la loro forza combinata, si assicurano di uccidere gli unici che avrebbero potuto contrastarli: Shao Kahn e Liu Kang. Ancora una volta Raiden recluta i suoi guerrieri per fermare la minaccia.
Alla fine della battaglia, rimangono in piedi solo Raiden e i due stregoni a fronteggiarsi. Lo scontro viene interrotto dall’arrivo di Onaga, il Re Drago tornato in vita per mezzo di un inganno nei confronti del guerriero Shujinko anni prima. Nonostante il tentativo combinato dei tre, Onaga sembra inarrestabile; Raiden decide quindi di auto distruggersi nel tentativo di sconfiggerlo, ma invano: Onaga sopravvive all’esplosione energetica.
Essendo un dio immortale, Raiden si rigenera in un nuovo corpo, ma la sua essenza è rimasta in qualche modo corrotta, e al posto del benevolo protettore c’è ora un Dio del Tuono oscuro e furioso, stufo degli errori degli abitanti dell’Earthrealm, ma anche delle continue minacce esterne, ed è ora pronto a ricorrere a qualsiasi mezzo per di difendere il suo Reame. Shujinko riesce però a rimediare al suo errore e sconfiggere Onaga.
A questo punto degli eventi, in qualche modo, tutti i guerrieri sono di nuovo vivi o comunque in circolazione, sempre più numerosi e potenti; varie fazione e Reami sono sull’orlo di scatenarsi l’uno contro l’altro per i motivi più disparati. Quello che essi non sanno è che la loro potenza combinata tramite Mortal Kombat può incidere sulle forze che governano la realtà stessa, perciò se dovessero continuare a combattere porterebbero l’Armageddon su tutti i reami. Questa situazione venne predetta secoli prima dalla maga veggente Delia, moglie di Argus, dio protettore di Edenia. Per prevenire tale apocalisse, i due crearono il guerriero Blaze, un elementale del fuoco catalizzatore di un potere immenso che avrebbe dovuto sorvegliare la situazione nei vari Reami.
Questo essere venne però imprigionato con un incantesimo dagli adepti di Onaga e forzato a custodire l’ultimo uovo di drago; quando l’uovo si schiuse Blaze fu di nuovo libero, ma scoprì che ormai la situazione era critica. Argus e Delia avevano anche messo in una sorta di stasi i loro due figli, Taven e Daegon, con l’intento di farli svegliare al momento opportuno; il progetto era che uno dei due fratelli avrebbe dovuto sconfiggere Blaze e con il potere divino ottenuto fermare i guerrieri di Mortal Kombat prevenendo così l’Armageddon. Dopo una caotica battaglia tra tutti i guerrieri, è invece Shao Kahn a sconfiggere Blaze e ottenere il potere assoluto.
Una seconda Storia
Arriviamo dunque a Mortal Kombat 9, il reboot della saga in cui gli eventi finora accaduti verranno riscritti. Con il potere di Blaze dentro di sé, Shao Kahn è inarrestabile, e non c’è nessuno che può fermarlo. Vedendo che ogni speranza è perduta, Raiden usa il suo amuleto frantumato per comunicare con il sé stesso del passato e metterlo in guardia di quello che succederà, in modo da cambiare la Storia ed evitare questa tragica conclusione. Gli eventi si spostano dunque all’inizio del primissimo titolo di Mortal Kombat, durante il quale Raiden riceve le visioni degli avvenimenti futuri e una sola frase dal futuro sé stesso: “Lui deve vincere”.
Il dio del tuono non riceve però una conoscenza esauriente degli eventi futuri, le visioni si manifestano saltuariamente rivelando solo frammenti di ciò che accadrà; anche il messaggio non è specifico e avendo come indizio solo il suo amuleto incrinato, inizialmente egli crede che si riferisca al fatto che Liu Kang debba vincere a ogni costo nel Mortal Kombat. Il guerriero shaolin riesce effettivamente a sconfiggere sia Goro che Shang Tsung, ma l’amuleto si incrina ancora, indicando che il futuro era rimasto inalterato.
Sopraggiungono dunque gli eventi di Mortal Kombat II, ma Raiden capisce che evidentemente non è Liu Kang a dover “vincere”, ma qualcun altro. Privo di indizi, il dio pensa che potrebbe essere Kung Lao e lo esorta a trionfare nel torneo. Egli sconfigge Shang Tsung, Quan Chi e Kintaro, ma a quel punto Shao Kahn interviene spezzandogli il collo. Furioso per la morte dell’amico, Liu Kang attacca e sconfigge l’imperatore. La storia dunque non cambia e l’amuleto di Raiden continua a incrinarsi con grande frustrazione del dio protettore.
Come nella timeline originale di Mortal Kombat 3, Sindel viene resuscitata, ma questa volta per mano di Quan Chi, che convince Shao Kahn che gli Dei Antichi non possono fermarlo dal fondere i Reami; l’imperatore procede quindi con l’invasione forzata dell’Earthrealm. Raiden cerca di intervenire cambiando eventi secondari del futuro, ma nonostante ciò il suo amuleto continua a incrinarsi. Egli si rivolge dunque agli Dei Antichi chiedendogli di intervenire contro Outworld, ma questi gli rispondono che le regole di Mortal Kombat servono per bilanciare la fusione dei reami, non la loro invasione che non è di per sé un atto proibito. Finché Shao Kahn non tenta di assimilare Earthrealm tecnicamente non compie nessuna violazione, e pertanto essi non possono intervenire.
Nel frattempo il tiranno di Outworld uccide Shang Tsung e infonde l’anima potenziata dello stregone a Sindel, per poi mandarla sulla Terra a portare a termine l’invasione. Grazie alla sua nuova potenza ella abbatte gran parte dei guerrieri di Earthrealm, compresa la figlia Kitana; viene infine fermata da Nightwolf che si sacrifica sprigionando una colonna di energia. Raiden e Liu Kang tornano dai loro compagni quando è ormai troppo tardi. Di fronte al corpo esanime dell’amata Kitana e infuriato con Raiden per non aver saputo fare nulla, Liu Kang si rifiuta di seguire ancora il protettore del Reame. Disperato, il dio del tuono tenta un’ultima carta: recarsi nel Netherrealm per stringere un’alleanza con Quan Chi. Lo stregone però si prende gioco dell’offerta, rivelandogli di essersi già alleato con Outworld in cambio delle anime dei guerrieri caduti in battaglia, che ora lo servono come non-morti. Durante l’incontro Raiden capisce finalmente cosa deve fare: non deve tentare di fermare Shao Kahn, ma anzi deve lasciarlo “vincere”, permettergli di entrare nell’Earthrealm e fondere i Reami; solo a quel punto gli Dei Antichi interverranno.
Raiden si reca dunque davanti al portale aperto dall’Outworld, ma qui vi trova Liu Kang deciso a fare le cose a modo suo e fermare l’invasore. Il dio del tuono tenta di convincerlo, ma invano: il guerriero di Shaolin ha perso ogni fiducia negli dei, e gli si scaglia contro. Durante la lotta Raiden uccide involontariamente Liu Kang. Shao Kahn arriva finalmente a Earthrealm, malmena il dio del tuono e annuncia trionfante la sua vittoria. A quel punto gli Dei Antichi sopraggiungono finalmente in soccorso di Raiden, donandogli la forza per sconfiggere l’imperatore di Outworld, e consumando la sua anima. Shao Kahn è stato finalmente fermato, e l’amuleto di Raiden finalmente si rigenera.
Il costo della vittoria però è stato alto. Liu Kang e gran parte dei guerrieri di Earthrealm sono morti, ma anche molti di Outworld. A quel punto veniamo a scoprire che anche Shinnok aveva manipolato il corso degli eventi tramite l’intervento di Quan Chi, in modo da indebolire le difese dei due Reami e poter finalmente fare il suo ritorno.
Il ritorno di Shinnok
A questo punto della nuova timeline la situazione è già molto diversa rispetto agli eventi di Mortal Kombat 4. Shinnok e Quan Chi hanno iniziato l’invasione dal Netherrealm, ma questa volta hanno dalla loro parte i revenant resuscitati dei guerrieri morti negli avvenimenti passati (Liu Kang, Kitana, Kung Lao, Sindel ecc.), e con un esercito di demoni hanno attaccato direttamente Earthrealm.
L’intento di Shinnok è quello di impadronirsi del Jinsei, la fonte dell’energia vitale dell’intero Reame. Raiden e Fujin difendono strenuamente il Tempio del Cielo dove è situato, ma alla fine vengono sopraffatti dall’arrivo di Shinnok. A un passo dalla sconfitta, arrivano infine le Forze Speciali capeggiate da Sonya Blade, Johnny Cage e Kenshi, gli ultimi guerrieri di Earthrealm a non essere caduti nelle mani di Quan Chi. Shinnok sembra inarrestabile, ma Johnny Cage riscopre dentro di sé un potere nascosto ereditato dai suoi antenati, un culto di guerrieri mediterranei, e con esso sconfigge il malvagio Dio Anziano, che viene rinchiuso nuovamente nel suo amuleto.
Quan Chi fugge dal Tempio del Cielo, ma Johhny Cage e Sonya Blade lo inseguono fin nella sua fortezza, dove lo trovano assieme ai revenant di Sub-Zero, Scorpion e Jax. I due eroi hanno la meglio, ma Johnny viene ferito mortalmente; mentre la sua forza vitale inizia a lasciare il suo corpo, da un pozzo della fortezza inizia a formarsi il suo stesso revenant. A quel punto interviene Raiden, che con la sua magia divina inverte il processo che culmina in un’esplosione che riporta in vita anche Sub-Zero, Scorpion e Jax presenti nella stanza. Il negromante riesce ancora a fuggire.
Passano dunque 20 anni di relativa calma tra i Reami. Hanzo Hasashi (Scorpion) di nuovo umano ristabilisce il clan Shirai Ryu; Sub-Zero uccide Sektor e ricostruisce il Lin Kuei come clan di protettori, anziché assassini. Egli inoltre mostra ad Hanzo una registrazione contenuta nel database di Sektor che spiega che fu Quan Chi a sterminare lo Shirai Ryu; Hanzo capisce di aver incolpato Sub-Zero ingiustamente, e i due finalmente si ricongiungono.
Intanto in Outworld Mileena è succeduta a Shao Kahn, ma viene detronizzata da Kotal Kahn con l’aiuto di Reptile, Ermac e D’Vorah. A differenza dei suoi predecessori, a Kotal Kahn non interessa la conquista di altri Reami, ma piuttosto vuole stabilizzare il proprio; pertanto accetta un trattato di pace con Earthrealm e si concentra a schiacciare la resistenza di Mileena. Questa riceve da Kano l’amuleto di Shinnok, che il mercenario è riuscito a trafugare da Earthrealm rimpiazzandolo con una copia, ed è intenzionata a utilizzarlo per riconquistare il trono.
Le forze di Earthrealm ora contano su nuovi guerrieri: Cassie Cage, figlia di Johnny e Sonya, Jacqui Briggs, figlia di Jax, Kung Jin, cugino di Kung Lao, e Takeda, figlio di Kenshi e allievo di Hanzo Hasashi. Accortosi di aver perduto l’amuleto di Shinnok, i quattro guerrieri si recano in Outworld per recuperarlo, aiutando l’imperatore a catturare e uccidere finalmente Mileena. Kotal Kahn però non restituisce loro l’amuleto, dato che avevano già fallito nel tenerlo al sicuro. Il pericoloso oggetto viene però trafugato da D’Vorah, che in realtà è sempre stata una serva di Shinnok, e viene portato a Quan Chi.
Il negromante libera il suo padrone dalla prigionia, ma subito dopo viene ucciso da Hanzo in cerca di vendetta. Shinnok è di nuovo libero e assieme ai revenant rimasti si reca ancora una volta al Tempio del Cielo, imprigiona Johnny Cage e Raiden, contamina con la sua essenza mortale tutto Earthrealm tramite il Jinsei e ne trae il potere diventando ancora più potente. I guerrieri rimasti si recano al Tempio per fermarlo, e infine Cassie Cage riesce a sconfiggere l’oscuro Dio Antico facendo uso del potere di famiglia. Raiden a questo punto si immerge nel Jinsei per ripristinarne la purezza e salvare finalmente Earthrealm. Ancora una volta i nostri eroi hanno avuto la meglio.
Come rovescio della medaglia, però, Raiden è rimasto corrotto dall’essenza di Shinnok ed è diventato (di nuovo) una versione oscura di sé stesso: furente e pronto a tutto pur di difendere Earthrealm. Il minaccioso dio si reca nel Netherrealm a mettere in guardia i nuovi sovrani, i revenant di Liu Kang e Kitana, e gettando ai loro piedi la testa mozzata di Shinnok, come monito della sua furia.
Siamo al fine arrivati alla fine del riassunto, un’impresa non facile considerando la mole di cose successe. La storia continuerà in Mortal Kombat 11 in arrivo il prossimo 23 aprile, nel frattempo potete dare un’occhiata allo story trailer, oltre che ovviamente leggere la nostra Anteprima e la Analisi della closed beta.