Supereroi: Fumetti vs Videogiochi
Delle numerose similitudini tra giochi e fumetti, i personaggi sono sicuramente quella più importante. I giochi devono moltissimo ai fumetti e, negli ultimi anni, i fumetti devono altrettanto ai giochi (Batman, quantomeno, non è mai stato migliore di così). Tuttavia, nonostante i vari temi in comune, il concetto di supereroe nei videogiochi ha intrapreso un percorso leggermente differente rispetto a quello che ha nei fumetti, principalmente a causa degli ostacoli tecnici che i giochi hanno affrontato agli inizi, i quali hanno finito per influenzare il modo in cui i personaggi venivano creati ed essenzialmente ricordati.
Eroi emergenti
I primi supereroi dell’era d’oro dei fumetti erano abbastanza semplici da capire: uomini forti e integri dalle vite appaganti e capaci di sconfiggere il crimine in circa dieci pagine.
Erano spesso giovani uomini che indossavano la loro tuta senza troppe riserve, perché c’era sempre qualche cattivo che meritasse una lezione, per poi ritornare alle loro identità segrete e alla "normale" vita di un reporter giornalistico o di un ricco playboy.
I fumetti sui supereroi sono stati una leggera e piacevole alternativa a molti dei controversi fumetti che si erano diffusi negli anni precedenti: orrori di ogni genere venivano illustrati e narrati in libri a fumetti e affascinavano dai lettori più giovani a quelli più grandi, finché alla fine intervenne un giudizio morale più alto che ne minacciò l’esistenza.
Ciò nonostante, alcune di queste orribili storie possedevano degli eroi, solo di un genere differente – persino nelle oscene storie di crimini "reali" era necessario un detective schietto e onesto.
Alla fine, le storie piene d’azione dei supereroi ebbero la meglio, ma i loro mondi cambiarono gradualmente, anche prendendo in prestito alcuni degli aspetti più adulti dai loro controversi rivali. Col passare degli anni e con il crescere delle serie a fumetti di diverse centinaia di numeri, ai supereroi venne dato qualcosa di più di continui e inutili combattimenti: iniziarono ad affrontare drammi nelle loro vite personali; i loro nemici divennero più intelligenti e più credibilmente malvagi; sempre più spesso iniziarono a dover affrontare il proprio lato oscuro interiore, fino a scontrarsi con i propri stessi poteri emotivamente e fisicamente. E nonostante tutto, essi rimanevano eroi – uomini (o umanoidi) straordinari, che in generale lottavano per il bene e ci davano una parte per cui tifare. Potevano volerci degli archi narrativi di una decina di numeri, ma alla fine ne uscivano vincitori.
I videogiochi sono un medium più recente, ma una volta divenuto possibile realizzare su schermo personaggi veri (anziché relegarli alla sola copertina), il percorso dei video-eroi è iniziato in maniera simile a quello dei fumetti, pur non avendo essi nulla di super. Da tozzi carpentieri e sfortunati custodi dello zoo a masse informi dagli occhi dolci e piloti senza faccia, gli archetipi degli eroi dei videogiochi nella loro "età d’oro" degli anni ’80 erano più vicini alle Merrie Melodies che ai Detective Comics.
Gran parte di tutto questo può essere trovato anche alle origini dei giochi giapponesi, dove la graziosità era presente ovunque, e persino gli eroi dei cartoni più famosi avevano un aspetto infantile. Certo, il Giappone ha avuto la sua buona fetta di fumetti per adulti per anni, ma per i videogiochi, specialmente gli arcade, l’obiettivo era di attirare quanta più gente possibile a giocare piuttosto che rivolgersi a un gruppo esistente di fan. Il risultato è stato un’ondata di personaggi graziosi e inoffensivi dalle motivazioni piuttosto semplici.
Grazie a queste prime influenze, quella tipologia di eroe esiste ancora, ma condivide la scena con altri protagonisti, alcuni dei quali sono esattamente come i supereroi dei fumetti, mentre molti sono di grande carisma per motivi assolutamente naturali. Basta pensare ai giochi più popolari degli ultimi anni – gli eroi sono dei condottieri mascherati? No, si tratta anzi di persone relativamente realistiche, come i personaggi della serie Call of Duty, o lo scapestrato Nathan Drake di Uncharted, o ancora gli sfortunati reietti protagonisti dei titoli Grand Theft Auto. Le loro sfide riescono ad essere tanto incredibili quanto quelle di Lanterna Verde o di Spiderman, ma le loro abilità non vengono da alieni o da insetti radioattivi.
Potere alle (e delle) persone
Superman è praticamente invincibile, incredibilmente forte, e può volare. Iron Man è Tony Stark in un’armatura da combattimento super tecnologica. Wolverine ha degli artigli d’adamantio nelle mani e può auto curarsi rapidamente.
Potremmo capire tutto degli straordinari poteri dei nostri supereroi preferiti senza neanche leggerne i fumetti. Possono essere nati con questi poteri, averli ricevuti, o anche essere divenuti essi stessi supereroi da soli, e ci piace vedere dove questi poteri riescono a portarli.
Gli eroi dei videogiochi hanno anch’essi poteri facili da capire, ma alcune volte non risultano così evidenti. Se avete visto Mario la prima volta, cosa pensate sia in grado di fare di così speciale? Certamente può anche volare, ma non senza aiuto, e non all’infinito. Infatti, tutti i suoi poteri vengono da oggetti magici; altrimenti, l’unico suo mezzo di difesa è quello di saltare in testa ai nemici. Mega Man è un ragazzo robot che puó sparare proiettili laser, ma il suo vero potere è quello di assorbire i poteri dei nemici. In altre parole, con gli eroi dei primi giochi, molti di loro dovevano essere controllati per permetterci di capire cosa potessero fare – non si poteva semplicemente leggere un fumetto o guardare un film.
Come già detto, gli eroi dei videogiochi più popolari di oggi sono un mix di supernaturale e leggermente naturale. Qualsiasi personaggio di un GDR può lanciare magie o evocare bestie (o lo è lui stesso), e alcuni eroi degli sparatutto sono un po’ come Iron Man: potenti tute utilizzate da persone normali. Ed è qui che sta il problema. Esiste un numero infinito di paragoni da fare tra gli eroi dei videogiochi e dei fumetti tanto da perdere il punto di qualsiasi dibattito, quindi per disegnare un’immagine più chiara di cosa un "eroe" o i loro "poteri" siano, bisognerebbe prima guardare i mezzi stessi. E quando si tratta di poteri, i giochi batteranno sempre i fumetti. In un gioco ad esplorazione libera come GTA, i superpoteri non stanno nel personaggio che si usa, ma nella libertà che si ha per fargli fare praticamente qualsiasi cosa – e a quel punto la linea tra eroismo e criminalità sfuma fino a diventare irrilevante.
Da considerare anche la virtù tipica dei videogiochi dove l’interattività è l’elemento principale e si può andare fuori dagli schemi, che si stia controllando Solid Snake o un blocco di Tetris. I fumetti appartengono ai loro scrittori, che devono sempre creare un inizio, uno svolgimento e una fine – e se i lettori ne sono interessati, devono seguirli. Gli sviluppatori di videogiochi realizzano anch’essi molta scrittura, ma un giocatore può spendere tutto il tempo che desidera in mezzo e divertirsi come vuole.
È corretto dire che il concetto di supereroe in un videogioco non è necessariamente legato ad un uomo o una donna superpotenti in costume, ma semplicemente è un personaggio che rappresenta il potere disponibile per il giocatore. Ovviamente, se il personaggio possiede un costume (o qualsiasi altro elemento simile) è una scelta tutta dei suoi creatori.
Fonte: www.1up.com