[RETRO] Rad Racer – Cinema e videogiochi
Pubblicità al cinema
Nel 1989, nelle sale cinematografiche americane usciva quello che da molti fu considerata per lo più una mediocre celebrazione della Nintendo e della Universal Studios. Snobbato come un susseguirsi di cameo dei maggiori titoli della casa produttrice con il solo scopo di proiettare sul grande schermo novantasei minuti su cento di pubblicità, The Wizard incassò comunque abbastanza da essere considerato un successo. Fu successivamente distribuito su VHS contribuendo così alla sua preservazione e il passare degli anni ha fatto in modo che esso fosse riconsacrato a film di culto. Seguendo il rocambolesco viaggio di un ragazzo emotivamente instabile ma con l’innato talento per i videogiochi – da qui il titolo The Wizard – per partecipare a un torneo a Los Angeles, in molte occasioni le inquadrature indulgeranno sulla fluorescente schermata di un CRT causalmente collegato a un NES. Tra le numerose videate spiccano così quelle di celebri giochi come Simon’s Quest, Double Dragon e Ninja Gaiden, per giungere poi al gran finale dove il protagonista dovrà cimentarsi con un titolo all’epoca non ancora uscito, Super Mario Bros. 3 (questo infatti uscì in Nord America solamente due mesi dopo). Tuttavia con vasto plauso sia da parte di cinefili che cultori del trash, la scena dal contenuto più antologico dell’intera pellicola è quella in cui un arrogante ragazzino, utilizzando l’innovativo quanto grossolano Power Glove, si esibisce in una dimostrazione di destrezza senza pari. Il video di seguito mostra la scena in questione.
Con ogni probabilità questa si potrebbe considerare una buona sintesi della “sottile” tecnica di product placement usata per l’intera durata del lungometraggio. Ciò che più colpisce è la semplicità dei movimenti con cui l’oggetto riesce a interfacciarsi con il gioco di corsa (fatto in realtà non verosimile a causa della scarsissima precisione nel riconoscere gli input).
Un gioco solido
Sorvolando su questioni di autenticità minori, aldilà del teatrino messo in piedi per pubblicizzare il guanto che di lì a poco sarebbe stato lanciato sul mercato, l’azione più interessante è quella che si svolge sullo schermo. Una Ferrari 328 che sfreccia a 250 km/h in uno scenario tropicale (strizzando più di un occhio ad Out Run). Si tratta di Rad Racer, simulatore di guida targato Square pubblicato nel 1987 per Nintendo Entertainment System. Il trio dietro alla sua creazione (Gebelli, Sakaguchi, Uematsu) è nientemeno che lo stesso che poco tempo dopo, nel tentativo di sopperire a un grave danno economico della compagnia, darà alla luce il primo capitolo della fortunata saga di Final Fantasy. Lo scopo: condurre il proprio veicolo ad alta velocità fino alla fine del tracciato entro il tempo limite. Potendo scegliere tra due veicoli, il giocatore si trovava così catapultato su piste gradualmente più complesse. Come se non bastasse, a rendere la sfida più avvincente, la presenza in strada di altri mezzi preposti a intralciare l’avanzata del bolide. Il tutto superbamente accompagnato dalla colonna sonora di Nobuo Uematsu, ottenne un riscontro molto positivo dalla critica, la quale storse solo leggermente il naso a causa della somiglianza con il già menzionato cugino SEGA.
Novità in anticipo
Da un punto di vista tecnico, Rad Racer fu lodato per il realistico senso di velocità trasmesso e per la natura della sfida semplice ma allo stesso tempo coinvolgente, al punto da essere poi giustamente considerato più di una semplice copia di Out Run. Osservando l’anno di uscita di quest’ultimo (1986) è facile giungere a una simile conclusione tuttavia, per l’esperienza di gioco offerta da Rad Racer, sarebbe più giusto vederlo come un comune caso di concorrenza di mercato. A fare di esso un titolo dotato di personalità propria inoltre, la pressione del tasto select abilitava una funzione 3D appositamente fruibile grazie a un comune paio di occhiali rossi e blu. Questo avveniva perché all’epoca Square, con l’intento di esplorare nuovi lidi, si stava impegnando in progetti tridimensionali come anche 3D Worldrunner. In seguito, la mal riposta fiducia nelle vendite di tale innovazione fu la scintilla che portò allo sviluppo di Final Fantasy. La fama di cui godette portò alla pubblicazione nel 1990 di un secondo capitolo, Rad Racer II, ma la delusione per il fatto di essere praticamente identico al precedente non gli valse un responso altrettanto buono.
Nonostante le controversie, Rad Racer si presenta ancora oggi come un passatempo divertente e estremamente all’avanguardia per gli anni in cui fu lanciato. L’uso della funzione 3D tuttavia è consigliata solamente a coloro che non soffrano di attacchi epilettici mentre l’acquisto di un Power Glove è fortemente consigliato solo ai collezionisti o a quelli dotati di molta pazienza.