[RETRO] Console dimenticate – L’Inno-Hit Sportron e il chip AY-3-8500
Nel lontano 1976, a distanza di qualche anno dall’uscita del Magnavox Odissey, quando ancora non si sarebbe potuto prevedere l’impatto che il gaming avrebbe di lì a poco avuto sulla cultura globale, sul mercato furono lanciate una serie di console meglio note come Sportron. In questa seconda puntata della mia “rubrica” voglio raccontarvi del modello commercializzato da Inno-Hit, marchio per lo più conosciuto nel campo di televisori e elettrodomestici. È vero infatti che, sebbene il modello di cui andremo a parlare sia quello appena menzionato, ne esistono altri perfettamente equivalenti distribuiti da marchi affini. Questo perché ognuno di essi condivideva la medesima anima: un chip estremamente versatile, l’AY-3-8500 della General Instrument.
Filmato promozionale del Magnavox Odissey
Qualche dettaglio tecnico, il chip AY-3-8500
Prodotto nel 1976 da General Instrument, l’AY-3-8500 era un chip in grado di fornire 6 varianti del popolare gioco Pong (e una settima disponibile in poche forme dello Sportron). Su di esso furono basate tutte le console dell’epoca le quali, per sua conformazione, si assomigliavano molto anche nel design. Il chip era infatti dotato di 28 pin e cui si collegavano due joystick a “manopola” per muovere le racchette sullo schermo. Le varie modalità erano selezionabili per mezzo del grosso comando nero al centro dell’apparecchio (nel caso del modello Inno-hit, solamente 5 su 7). A testimonianza della versatilità dell’AY-3-8500, è interessante notare che le scelte possibili raddoppiano se si considera che ciascuna di esse consta di due ulteriori varianti.
Non possedendo un’intelligenza propria, il chip non consentiva (eccezion fatta per la pratica e uno dei giochi a disposizione) di giocare singolarmente; erano perciò necessari due giocatori che impugnassero i controller. Vi era inoltre la possibilità di variare alcuni parametri come velocità e grandezza degli elementi in campo, così da rendere le partite più “avvincenti”. Nel paragrafo seguente, osserveremo nello specifico la varietà di giochi messi a disposizione dal modesto ma dignitoso Sportron.
https://www.youtube.com/watch?v=fiShX2pTz9A&t=24s
Gameplay di Pong estrapolato dalla sua versione arcade del 1972
Tutti per uno, uno per cinque (o dieci?)
Come già accennato in precedenza, lo Sportron della Inno-hit offriva al giocatore la possibilità di scegliere fra un totale di 5 alternative ludiche e relative varianti. Il dettaglio curioso è che ognuna di esse consisteva in una copia di Pong con la sola presenza di elementi aggiuntivi oltre a palla e racchette. Si poteva quindi passare da “Pelota” (meglio noto come “muretto”) a “Basketball” semplicemente apportando qualche modifica al campo da gioco. Questa caratteristica accomunò tutte le console dell’epoca e degli anni a venire fino all’uscita del primo titolo “non-Pong”, Death Race. Il trend fu così popolare che addirittura un colosso come Nintendo, non volendo essere da meno, mise sul mercato dal 1977 il proprio sistema di intrattenimento casalingo ispirato a Pong: il Nintendo Color TV game. Quest’ultimo, salvo qualche miglioria, rispetto ai “cugini” si distinse per un motivo: la grafica a colori (cosa comunque ottenibile con i modelli successivi dell’AY-3-8500).
Funzionamento
Il funzionamento dell’Inno-hit Sportron era assai semplice. Alimentato da una comune fonte di corrente a 9V, disponeva alternativamente di un vano batteria per permetterne l’avvio in mancanza di una presa (soluzione consigliata per via del ronzio prodotto dall’interferenza). Il collegamento alla TV avveniva per mezzo di un cavo RF, per cui il sonoro veniva direttamente riprodotto assieme alle immagini. Alcune versioni precedenti montando un altoparlante al proprio interno, obbligavano ad abbassare il volume del televisore per evitare fastidiosi fruscii.
Lo Sportron, e i suoi numerosi fratelli, sono console che per la loro semplicità e modestia non sono particolarmente ricordate. Ho però voluto parlarvene per l’importanza e la responsabilità che Pong e il noto chip della General Instrument hanno ricoperto nella storia dei videogiochi, contribuendo alla diffusione di una forma di intrattenimento oggi così famigliare.