Remake sì, remake no? Un esempio positivo
Remake o non remake, questo è il problema. Decidere di farlo è sempre un azzardo perchè i fan possono amarlo profondamente, od odiarlo profondamente.
Remake è un concetto moderno che ha spopolato nel mondo videoludico da qualche decennio a questa parte. Fare un remake significa prendere un titolo uscito diversi anni prima, magari per console molto datate, e reinventarlo e portarlo su console di ultima generazione. Questo serve soprattutto a far consocere alle nuove leve di gamer capitoli antiquati che meritano molto.
Tra i numerosi giochi presi in considerazione e rivisitati nel tempo ci sono diversi generi che spaziano dall’horror all’avventura culminando con la scelta di uno dei GDR più noti tra i giocatori. Questa scelta ha portato al 10 aprile 2020 giorno in cui è uscito il remake di Final Fantasy VII, dal titolo Final Fantasy VII Remake.
Titolo Square Enix, uscito per PlayStation 4, deriva dall’originale uscito nel 1997 per PS1, e arriva alle nuove generazioni con un’immensa mappa e moltissime ore di gioco. L’originale FF7 è un GDR che ci fa conoscere numerosi personaggi diventati nel tempo vere icone videoludiche, e il suo remake ha destato parecchio clamore tanto che ancora oggi se ne parla.
Remake – quando va bene farlo
Quattro anni fa è uscita la prima parte della trilogia remake di Final Fantasy VII e si è notato subito come ci fosse stato un evidente lavoro di miglioramento della grafica e come il gameplay sia stato rivoluzionato positivamente, specialmente per quanto riguarda il sistema di combattimento di FF7 (ATB, Active Time Battle, ossia combattimento in tempo reale).
Nel titolo originale questo era molto “macchinoso”, mentre nel remake è stato modificato per rendere tutta l’esperienza di gioco più fluida e “giocabile” senza troppa difficoltà. I personaggi e le loro personalità sono invece state realizzate in modo coerente rispetto al gioco del ’97; sono stati anche aggiunti più contenuti per quanto riguarda l’esplorazione di Midgar.
Midgar è la città formata da diversi livelli che durante il gioco possiamo visitare con Cloud Strife e che in un capitolo spin-off precedente possiamo invece esplorare con Zack Fair (questo spin-off è stato aggiunto alla saga principale nel 2007 per PSP e racconta le origini di Cloud e la storia di Zack, ex SOLDIER e amico di Cloud).
Final Fantasy VII non ha ancora finito di sorprendere
Nonostante sia uscito il remake del settimo capitolo e quello dello spin-off intitolato Crisis Core Final Fantasy VII Reunion, uscito per PS4 nel 2022, tra poche settimane saremo deliziati dal “seguito” del remake di FF7. Il 29 febbraio arriverà sulle nostre console Final Fantasy VII Rebirth che continuerà la storia di Cloud e del suo nemico (ex ideale) Sephiroth.
Non vediamo l’ora di scoprire come avranno pianificato la trasformazione del seguito e vedremo come continuerà la storia di Cloud (per chi già non lo sapesse già).Essendo un titolo PS1 questi vari remake aiutano a far rivivere dei dolci ricordi ia veterani della saga e permettono ai novellini di conoscere il mondo Final Fantasy (in particolare del settimo capitolo).
Spostandoci verso un mondo più oscuro e spaventoso, abbiamo due remake di due titoli targati Capcom che hanno suscitato il clamore delle masse di fan sfegatati della saga sin dalla sua nascita: quello di cui voglio parlarti prima è Resident Evil 3 Remake, uscito il 3 aprile 2020 e trasportato su PS4 dall’orginale RE3 uscito nel 1999 per PS1.
Resident Evil 3 Remake – si poteva fare di più
RE3 racconta la sopravvivenza e la fuga da Raccoon City di una delle figure più iconiche non solo della saga di Resident Evil, ma anche dell’intero mondo videoludico, Jill Valentine. Jill ha vissuto l’orrore della Villa Spencer assieme ai suoi compagni della STARS ed è tornata in città per controllare la situazione e, forse, per lasciare definitivamente l’incubo di Racoon City.
Problem: il virus T è arrivato anche in città e non è più circoscritto nella foresta dove c’è la Villa Spencer, quindi gli zombie sono dappertutto; inoltre una BOW (Bio-Organic Weapon) gigantesca è sulle tracce di Jill: Nemesis. Questo mostro è un Tyrant creato somministrando il parassita NE-Alpha ad un Tyrant T-103 ed è stato sviluppato nei laboratori europei della Umbrella.
Esso viene usato per dare la caccia ai memebri STARS e Jill, ovviamente, rientra nel suo raggio d’azione; la perseguiterà per tutta la città fino a diventare l’effettivo boss finale di gioco. Questa è la trama di RE3 (a grandissime linee) e il suo remake è stato sì fedele ad essa ma, personalmente, si poteva fare ancora meglio.
Personaggi ad hoc
La protagonista principale è Jill Valentine, una soldatessa esperta di esplosivi, capace di scassinare qualsiasi tipo di serratura ed ex membro della STARS (ex dato che il capitano ha tradito l’intera squadra mandandola al macello). Jill è una giovane donna forte, indipendente e risoluta e questi lati caratteriali sono stati traslati correttamente nel remake del terzo capitolo.
Anche il suo aspetto fisico non delude affatto e rispecchia la fisicità di una donna sì formosa ma anche muscolosa data la carriera che ha intrapreso. Nel remake è stata scelta un’altra figura femminile per prenderne le fattezze, soprattutto del viso: se prima era la modella e attrice Julia Voth a dare il volto a Jill, in questo remake è la modella Sasha Zotova. In ogni caso, un’ottima scelta.
Jill non è l’unico personaggio di spicco in questo capitolo firmato Capcom, perchè è presente anche Carlos Oliveira, mercenario UBCS., membro della Squadra Alpha e parte del plotone Delta. Esperto di armi pesanti e all’inizio in conflitto con Jill a causa del suo lavoro, durante il gioco i due finiranno per capirsi a vicenda, rispettarsi, e fuggiranno dalla città.
La trama è dettagliata ma…
Per quanto riguarda la trama del remake di Resident Evil 3 non c’è nulla da recriminare, perchè, ad esempio, i documenti che si possono trovare e leggere sono molto precisi circa esperimenti e piani eseguiti da scienziati corrotti pronti a tutto per il loro scopo; in tutto questo sono anche state messe le basi per collegamenti ancora inespressi riguardo il possibile coinvolgento di qualche personaggio… importante.
Stiamo parlando di Albert Wesker e del fatto che, forse, ha ingaggiato lui Nicholai Ginovaef (sergente UBCS) con la missione di recuperare delle informazioni su Jill e la sua infezione (causata da Nemesis durante un conflitto), con il fine ultimo di portare un campione di virus ad Albert per le sue ricerche. Questi eventi sono presenti anche nell’originale ma non sviluppati bene come nel remake.
Questo coinvolgimento diretto sarebbe un grosso collegamento, ai fini della trama, dato che mostra ancora di più come Albert sia sempre pronto a coinvolgere molti suoi ex soldati a mo’ di pedine di giochi molto più grandi di quanto essi possano capire. Lo si può vedere anche nei capitoli di Resident Evil The Umbrella Chronicles, quando Jill e Chris sono nella Villa Spencer e Albert li spia in una stanza segreta, oppure in Resident Evil 4 Remake.
Grosso errore in RE3R
Il più grosso sbaglio del remake di Resident Evil 3 è stato quello di tagliare diversi contenuti importanti presenti nel capitolo originale. Jill si reca alla Stazione di Polizia di Raccoon City per controllare la situazione e recuperare la sua scheda e il suo grimaldello, e invece nel remake non ci va affatto.
In compenso i giocatori possono visitare la Stazione di Polizia grazie a Carlos che vi si reca in maniera del tutto inaspettata (non lo fa nell’originale). Inoltre, quando Jill viene infetta da Nemesis, rimane in coma per qualche giorno, e grazie all’aiuto di Carlos si risveglia e si reca al parco sotto una lieve pioggia.
Anche questa parte è stata tagliata assieme a quella della torre dell’orologio, tutte scene presenti nell’originale che hanno portato il remake ad avere una durata minore, elemento del quale i fan del titolo originale si sono più lamentati. Nonostante questo, però, RE3R è migliore sotto moltissimi punti di vista e migliora anche la trama dell’intera saga.
Resident Evil 4 Remake – una manna dal cielo
Anche il titolo più munto da Capcom di tutta la serie ha avuto un suo remake, però. Stiamo parlando di Resident Evil 4 Remake, uscito per PlayStation 4 e PlayStation 5 il 23 marzo 2023: ritorna protagonista Leon Scott Kennedy e questa volta si reca in Spagna, in un piccolo villaggio chiamato El Pueblo.
Leon si trova lì perchè deve trovare e riportare a casa la figlia del Presidente degli Stati Uniti d’America, Ashlay Graham, ma ben presto si rende conto che il villaggio e i suoi abitanti nascondono un oscuro segreto: sono stati infatti sottomessi da una setta, Los Illuminados, che usa le Plaga per infettarli e soggiogarli.
Le Plaga sono organismi che riescono a vivere solo “parassitando” un’altro essere vivente e per questo si adattano molto facilmente al loro ospite: possono infettare numerosi tipi di organismi, creando un legame simbiotico con loro in poco tempo. Dopo diverse peripezie e dopo aver superato gran parte degli essere infettati dalla Plaga, Leon e Ashlay si mettono in salvo. fuggendo dall’isola in sella da una moto d’acqua.
RE4R – trama e personaggi azzeccati in pieno
La trama del Resident Evil 4 originale è praticamente la medesima del remake, con qualche nozione in più o alcuni particolari spiegati più nel dettaglio. Il gameplay è moderno come negli altri remake, con inquadratura sopra la spalla in terza persona, ambientazioni molto curate e rese più spaventose e personaggi fedeli agli originali. Perfino l’iconico mercante è tale e quale all’originale.
Ashley era molto più fastidiosa e senza particolare utilità in Resident Evil 4 (uscito per GameCube e PlayStation 2 nel 2005) mentre in questo remake è meno noiosa e più “utile”: possiamo infatti giocare una sezione nei suoi panni, nel remake migliorata nettamente rispetto all’originale. Ah, il suo solito “LEON HEEEELP!!!” è stato ridotto drasticamente…per la felicità delle nostre orecchie.
Come sappiamo, Resident Evil 4 ha anche una campagna (più corta) dedicata alla spia numero uno della saga RE, Ada Wong (anche qui presente), oltre alla modalità Mercenari. Entrambe sono disponibili nella versione remake (la prima con un DLC venduto a parte) e sono stati fatti in maniera a dir poco eccellente: Mercenari è una modalità divertente, iconica, casinista e distruttiva, proprio come dovrebbe.
Ada Wong – il suo DLC da panico
Ada Wong è uno dei personaggi secondari diventati praticamente primari nel corso della serie RE e nell’originale RE4 ha due DLC a lei dedicati: Separate Ways e Assignament Ada. Quest’ultima non è canonica e vede la Wong recuperare dei campioni di Plaga per Albert mentre Separate Ways è praticamente l’avventura principale ma vista dal suo punto di vista.
Il DLC dedicato ad Ada in questo remake è proprio la sua campagna personale, che mostra come ha affrontato il villaggio, il castello e l’isola e, in generale, lo scopo della sua presenza, incrociando ogni tanto il suo cammino con Leon e, come sempre, aiutandolo come ha sempre fatto.
Il personaggio di Ada è stato realizzato molto meglio rispetto al Remake di RE2 (sia fisicamente che caratterialmente) e quello di Albert Wesker (prima volta in un remake) è stato fatto in modo sublime. C’era un certo terrore nello scoprire come sarebbe risultare in questa “nuova veste”, ma il suo carattere e il suo aspetto gelido e crudele non hanno deluso.
Suggerimenti futuri
La campagna di Ada, essendo collegata al personaggio di Albert, rivela molto di più riguardo la trama principale rispetto a quanto non faccia quella di Leon. Questo vale sia per l’originale che per il remake e ci vengono forniti dei dettagli che possono farci pensare alle scelte future di Capcom.
Proprio alla fine della campagna di Ada vediamo Albert su una nave mercantile accompagnato dalla colonna sonora presente in alcuni momenti di Resident Evil 5, cosa che ci porta a presumere che un suo remake sia in lavorazione, anche perchè la nave stessa è molto simile ad un’altra nave presente sempre in RE5.
Ulteriori indizi arrivano dalla mania di Albert di sorvegliare i suoi dipendenti: durante tutta la storia di Ada egli guarda infatti attentamente ogni sua mossa attraverso un monitor, ed è proprio su uno di questi che, a fine gioco, notiamo Chris Redfield, vestito come in Resident Evil Revelations, e il giardino sotterraneo che Chris trova in Africa e che serve per coltivare i fiori necessari alla creazione del virus Progenitor.
Resident Evil 3 e 4 Remake – valgono la pena?
Sì. Se siete appassionati della saga videoludica targata Capcom dagli albori dovete per forza giocare questi due remake vivendoli al 100% e platinandoli pure (possibilmente). Spulciate nel dettaglio ogni singola zona e leggete ogni documento che trovate perchè Resident Evil non è solo spara e corri ma è anche leggere i file e capire la trama a fondo.
Anche se il remake del terzo titolo ci ha delusi da un punto di vista temporale (troppi tagli l’hanno reso troppo corto) è comunque un gioco che ci fa rivivere l’emozione di RE3 originale, catapultandoci in un Raccoon City devastata dall’epidemia con un mostra enorme che ci perseguita in ogni dove.
Resident Evil 4 Remake è l’apice di questo sottoinsieme di titoli capace di farci rigiocare nei panni di Leon e di rivisitare El Pueblo scontrandoci con i suoi mostri e i suoi fanatici. Il DLC di Ada Wong è semplicemente perfetto mostrando come lei esegue gli ordini di Albert ma sempre con una sua etica personale. Da giocare assolutamente.