Quando si parla di mostri giganteschi c’è un nome che viene subito alla mente, a tutti, e non è King Kong.
E’ Godzilla, o Gojira, come è originariamente chiamato. Lo squamoso mostro radioattivo giapponese aveva già “sconfinato” per arrivare in occidente nel 1998, con un film diretto da Roland Emmerich che aveva raccolto le dure critiche della stampa e le ancora più dure critiche dei fan che avevano visto il loro mostro preferito fortemente rimaneggiato e senza le sue caratteristiche storiche.
Questa nuova versione occidentale di Godzilla a firma di Gareth Edwards è però di tutt’altra pasta, e lo è proprio perché non è una “versione occidentale” di Godzilla. Il film in sé è di quanto più americano si possa chiedere, sia chiaro, ma il suo nucleo di mostri giganteschi è invece di quanto più giapponese sia stato prodotto da questo lato dell’atlantico. I mostri sono Kaiju, e Godzilla è in tutto e per tutto il bestione ingombrante e radioattivo che è in originale: è più animalesco, ma è lui, trasportato di peso in una storia di Hollywood. La storia in questione vede il sempre ottimo Bryan Cranston interpretare il ruolo di un Ingegnere americano quasi impazzito dall’ossessione di dimostrare al mondo che la centrale nucleare giapponese in cui lavorava non è crollata a causa di un terremoto. Le sue ricerche non lo porteranno a nulla di veramente conclusivo, perlomeno fino a quando con l’aiuto del riluttante figlio Ford (Aaron Taylor-Johnson) non riuscirà ad entrare nell’area contaminata dove si trovava la centrale.
Come è buona tradizione dei film di Gojira anche qui il centro della storia è posto sui personaggi e sulle loro vicende durante una crisi che mette a rischio l’intera umanità, più che sui mostri giganti in sé. La lotta di Godzilla contro i Muto è infatti posta sullo sfondo per quasi tutto il film, rivelandosi in tutta la sua maestosità solamente nella parte finale. Ci chiediamo però se era davvero necessario seguire “l’approccio Cloverfield” e far vedere pochissimo Godzilla ogni volta che entra in azione, cosa che diventa piuttosto fastidiosa dato l’alto numero di volte che ci viene mostrato uno scontro tra mostri per poi cambiare inquadratura dopo qualche secondo. Si ha la sgradevole sensazione che più che una scelta di regia sia stata una scelta della produzione per tagliare i costi; comprensibile, ma poteva essere fatta in un modo migliore.
Edwards, già autore dell’ottimo Monsters, dimostra di saper gestire la cinepresa anche in un ambiente enormemente più grande e complesso di quello in cui era abituato a girare, ma per questo deve rinunciare a praticamente tutte le scelte artistiche che avevano fatto della sua opera prima un film così lodato. La regia è comunque buona e il ritmo funziona a dovere, ed è sicuramente lodevole l’abilità del regista nel non riempire mai lo schermo con troppe cose, anche nei momenti più confusionari, mantenendo sempre una certa pulizia dell’immagine.
E di momenti confusionari ce ne sono molti, perché l’azione non può certo mancare, e tra assalti a mostri giganti, sparatorie e mostri che combattono tra di loro il film mantiene un ritmo che permete alle due ore piene di durata della pellicola di scorrere via veloci. Ed è un bene che sia così, perché l’abilità del regista deve sopperire a importanti
mancanze della sceneggiatura, che dopo i primi trenta minuti circa diventa molto piatta e pigra, facendo costante uso di soluzioni di comodo che si basano sull’assunto che i militari statunitensi siano dei totali incompetenti.
Molto gradevole la mai intrusiva colonna sonora del francese
Alexandre Desplat, abituato a lavorare su titoli di altro genere e che porta questo modo di comporre, che non vuole sottrarre spazio alle immagini, in un tipo di film che delle colonne sonore imponenti ha fatto quasi un elemento di riconoscimento.
Quando però appare Godzilla in tutto il suo splendore non si può fare altro che ammirare la fedeltà con cui è stato riprodotto e la sua imponenza, un notevole lavoro in CGI di animazione e design che è sicuramente superiore ai sinceramente poco ispirati Muto. Il nostro mostro radioattivo preferito si muove con l’imponenza di una bestia di quella taglia, ed è in grado di mettere in risalto la propria forza con facilità. I fan dei film originali saranno felicissimi di vedere finalmente un Godzilla fare davvero tutto quello che conoscono e amano, ruggito compreso, e farlo bene.
Questo Godzilla di Edwards non passerà alla storia, nemmeno per quanto riguarda il genere dei disaster movie, ma se si soprassiede su una sceneggiatura pigra è un film
divertente e godibilissimo, tutto sommato di buona qualità. E i fan di Gojira lo adoreranno.
Voto: 7.5