L’incessante problema del backlog su Steam

Il backlog su Steam è una pratica che riguarda praticamente tutti gli utenti PC, lasciando nell'oblio decine di videogiochi acquistati e poi mai provati

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Il backlog su Steam è qualcosa che riguarda praticamente chiunque abbia un account sullo store di videogiochi più famoso del mondo

Avere un account Steam è qualcosa di estremamente comune al giorno d’oggi, visto che parliamo di una media di oltre 23 milioni di persone che utilizzano quotidianamente lo store di videogiochi più famoso del mondo. E altrettanto comune è osservare come, fra questi account, dilaghi il fenomeno del backlog.

Questo persistente problema del backlog su Steam ha raggiunto a dir poco delle cifre da capogiro, visto che per lo meno il 10% degli account totali di Steam (si parla di tutti quelli impostati come pubblici), che corrisponde grossomodo a ben 73 milioni di giocatori, possiede, complessivamente, la bellezza di 1,4 miliardi di euro in titoli acquistati, e mai giocati.

Si potrebbe certamente fare un breve calcolo ed evidenziare come, se questa cifra vale per il 10% degli account totali, grossomodo questo vuol dire che su Steam dovrebbe trovarsi, acquistata e mai giocata, una quantità di videogiochi dal valore pari a 14 miliardi di euro. Chiaramente, si tratta di un calcolo completamente approssimativo e senza alcun probabile riscontro con la realtà.

Questa cifra riportata da PC GamesN, del resto, si riferisce quasi sicuramente al valore “massimo” di questi titoli, venduti a prezzo pieno insomma, e non a quanto effettivamente ogni singolo utente ha pagato questi videogiochi mai più acquistati. Ma come è possibile che si giunga ad accumulare così tanta roba negli scaffali virtuali della libreria Steam, senza toccarla mai?

Non basta semplicemente finire un gioco, attendere i saldi del prossimo che ci interessa, o comprare subito la novità che attendevamo? Nel mercato odierno dei videogiochi questo discorso vale sempre meno, considerando quante offerte, giveaway, bundle, sconti e quant’altro ci troviamo dinanzi, ogni giorno, a prescindere da quanto giochiamo o da quanto cerchiamo attivamente offerte.

Vediamo di chiederci, e provare a capire quanto meno in linea generale, perché il fenomeno del backlog sia tanto diffuso, perché riguardi un numero così alto di videogiocatori, e se esistano modi per “svincolarsi” dal flusso del mercato odierno.

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Gabe Newell mentre procede ad avviare i classici saldi di Steam

I costanti saldi che fomentano il backlog su Steam

Dagli ultimi saldi su Steam è passato veramente poco tempo, visto che i Steam Summer Sale 2024 sono durati dal 27 Giugno all’11 Luglio. Questi da sempre encomiati e venerati saldi sono ovviamente una delle cause principali che alimentano il backlog su Steam. Ma non si tratta di considerare i saldi in sé come negativi, quanto riflettere sull’approccio che il consumatore ha con le offerte.

I saldi di Steam sono ormai considerati da tanti utenti come l’occasione perfetta per acquistare i videogiochi tenuti in wishlist da mesi o da anni. Si tratta insomma del momento per sbizzarrirsi con il portafoglio, in quanto, se non si compra niente, poi bisognerà attendere mesi per i prossimi “grossi” saldi di Steam, per avere una nuova occasione ideale.

Dietro le quinte della mente del consumatore pronto a pigiare il tasto “inserisci nel carrello”, si annida una sorta di paura di giocarsi (doveroso gioco di parole) non solo la possibilità di “partecipare” all’evento e parlare di cosa si è acquistato e cosa no, ma altresì di risparmiare.

Ci sono intere community dedicate a consigliare cosa comprare, quali offerte tenere d’occhio, creare meme sulla assoluta non necessità di spendere soldi per quel videogioco mentre se ne hanno decine di altri pronti, ma, insomma, si potrebbe mai rinunciare a quell’offerta? Si potrebbe mai dire di no a uno sconto del 70% su quel prodotto?

E questo rappresenta il fattore chiave dei saldi dopotutto, no? Risparmiare. Ma nel mercato odierno si finisce, a volte, con l’acquistare un prodotto principalmente perché è in sconto, e non sempre perché vi è un reale interesse nei confronti del suddetto prodotto, e talvolta nemmeno si controlla se si stia risparmiando davvero. Basta la sensazione.

Mi permetto di citare alcuni esempi tratti da esperienze personali. Un mio amico, che ho aiutato a fine 2023 a scegliere i componenti ideali per il suo attuale PC, ha comprato non molto tempo fa Cyberpunk 2077 Ultimate Edition, pagandolo circa 55€ rispetto ai normali 79,99€. A suo dire, un affarone, considerato il risparmio che rischiava di non trovare altrove.

Se non fosse che, come gli feci notare, in realtà lui non aveva risparmiato nulla rispetto al prezzo consueto, perché Cyberpunk 2077 senza Phantom Liberty, il DLC di cui abbiamo discusso nella nostra recensione, ormai arriva a costare anche 30€, e sommandolo al prezzo del DLC in offerta, che si trova anche sui 25€, si ottiene, grossomodo, il prezzo della Ultimate Edition.

Lui era comunque molto interessato all’ultimo titolo di CDPR a prescindere, ma l’importante, in quel contesto, risiedeva nell’avere la convinzione di aver risparmiato. Che poi ci fosse effettivamente un risparmio o meno, non si era minimamente curato. Era soddisfatto del suo acquisto, anche se lo è stato un po’ meno dopo le mie precisazioni. Ma passiamo a un nuovo aneddoto.

Mi è spesso capitato di assistere ai post di gente, sui social, relativi ai titoli che ritengono degni di essere acquistati, evidenziando come “a soli (inserire cifra molto bassa) non ve lo potete lasciar scappare, ve lo consiglio, affarone, doppi punti Steam se lo acquistate”. Una pratica che nasconde qualcosa di abbastanza comune.

Non ci sarebbe niente di male nel consigliare un acquisito, ci mancherebbe. Ma questo esempio serve a osservare che l’utente “presentatore” di quest’offerta la mette in mostra senza doversi accertare che vi sia reale interesse, da parte di chi la riceve, nei confronti del videogioco in questione, perché il fatto che sia in sconto basta a giustificarne l’acquisto.

Sembrerebbe una pratica facilmente evitabile questa; perché mai si dovrebbe comprare qualcosa soltanto perché è di basso prezzo? Eppure abbiamo visto l’esistenza di community che consigliano gli acquisti, anche per quegli utenti che hanno soldi da spendere, ma non sanno dove ficcarceli, e quindi magari finiscono con l’acquistare un titolo che viene consigliato loro solo perché è a basso prezzo.

I bundle che aiutano a risparmiare a ogni costo

La paura di perdersi l’evento e non poter risparmiare, quanto il fatto di vedere quel videogioco a quel prezzo molto basso, nei confronti del quale forse abbiamo un concreto interesse (ma questo non sempre è rivelante), sono alcune delle cause di quell’incessante backlog su Steam che intrappola moltissimi utenti.

Ma il problema non si limita al periodo dei Saldi di Steam. La paura di perdersi questi saldi certamente riguarda alcuni utenti ma non c’è un periodo nel quale non esistono offerte per l’utente Steam. Esistono periodi maggiormente indicati, ma quando apriamo Steam noi siamo invitati a spendere, e Steam ci tiene eccome a ricordare delle offerte disponibili.

Solamente avviando Steam ci viene presentata, magari, l’uscita di un nuovo titolo, che di solito, al lancio, vede un leggero sconto nei primi giorni, sconto che forse si potrebbe ripetere ai prossimi saldi, ma per l’appunto, non v’è ne certezza. E dunque meglio approfittarne subito, no?

Steam ci ricorda anche del fatto che questo, o quello, o quell’altro acclamato videogioco sia in sconto. Si possono usare le pagine apposite con le “offerte speciali” e “i più venduti” per capire quali siano i videogiochi in offerta, che magari raggiungono persino il prezzo più basso della loro storia. Penso basti solo menzionare “il tuo elenco scoperte” e la sua funzione per ribadire l’ovvio.

Non ci deve sorprendere che Steam voglia venderci qualcosa; stiamo parlando di un negozio. Ci deve sorprendere (quanto, del resto?) che ogni giorno ogni utente possa vedere un’offerta “irripetibile”, un videogioco che magari aveva in mente di comprare, anche se non subito, raggiungere un prezzo molto basso; insomma, le offerte non sono sporadiche nel mercato odierno, le offerte sono onnipresenti nel mercato odierno.

Come può dunque un videogiocatore evitare di accumulare backlog su Steam se si è sempre sottoposti alla nuova offerta, al nuovo sconto, se si è sempre chiamati a spendere, e talvolta conviene eccome farlo? Non si deve presumere che gli utenti spendano a caso i loro soldi sempre senza curarsi di risparmiare, come evidenziato in precedenza.

Molto spesso si susseguono offerte davvero vantaggiose per l’utente in un lasso di tempo estremamente corto. Si finisce insomma con lo spendere poco in altrettanto breve tempo, perché effettivamente si tratta di una scelta oculata. Non solo si ottiene un concreto risparmio, si finisce con il portarsi a casa i titoli ad un prezzo così vantaggioso che l’unica alternativa migliore sarebbe averli gratis.

Questo comportamento è favorito in maniera egregia anche dai bundle, considerati ottimi per il videogiocatore, perché di fatto lo sono, ma anch’essi fautori di trappole che portano all’accumulo di titoli che non si giocano mai, ma che si acquistano perché, appunto, costano estremamente poco, ed in questi casi si rischia effettivamente di non vedere mai più una simile offerta.

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Quando apriamo Steam possiamo comodamente osservare quali giochi siano in offerta, e depositarli comodamente nel nostro backlog

Non mi riferisco solo ai bundle di Steam che comunque rientrano nel discorso, ma anche a quelli di siti esterni, fra quali il famoso Humble Bundle. Magari siti simili non possiedono la capacità di attrarre la stessa utenza, in termini quantitativi, dei ricorrenti saldi di Steam, ma una fetta di giocatori fa sicuramente uso anche di queste offerte.

Stiamo parlando non solo del consueto Humble Choice, sul quale non serve spendere troppe parole, e che fornisce diversi titoli, ogni mese, a prezzi molto bassi, quanto dei bundle che senza alcun preavviso appaiono sui vari siti, per esempio, quello della serie di Resident Evil.

Un bundle che conteneva la bellezza di 11 titoli della serie, a un prezzo che raggiunge a malapena 32€, prezzo per il quale si ottenevano Resident Evil 2 e 3 Remake, Resident Evil 7, Resident Evil Village e molto altro. E sicuramente, i titoli di “punta” di questo bundle interessavano più persone rispetto agli inclusi Resident Evil 0 o Revelations 2.

Lapalissiano evidenziare nuovamente come l’acquisto di un bundle simile non solo potrebbe rappresentare un’offerta unica, ma crea le condizioni ideali per il backlog su Steam. Per quel prezzo vale la pena acquistare tale bundle, ma poi magari si giocano solo i titoli più recenti della serie, e gli altri li si tiene a marcire per disinteresse.

Coi videogiochi ci si ritrova dinanzi a una tale mole di offerte per prezzi così vantaggiosi, che inevitabilmente si sceglie di risparmiare quante più volte possibile, ma facendolo si viene anche riempiti di roba di cui non ci importava moltissimo, ma che ci viene accollata per dare più “valore” a quanto stiamo pagando e aumentare il nostro “risparmio”.

Il profondo mercato della vendita di chiavi per Steam

Sinora siamo rimasti per lo più accentrati su Steam e sui suoi saldi parlando del discorso del backlog per i giocatori, e magari ho accennato alle offerte che riguardano altri siti esterni a Steam. Se iniziassimo a considerare anche questo mercato, ci renderemmo presto conto di come la situazione descritta riguardo l’utente bombardato da offerte raggiunga livelli ridicoli.

Esistono vari siti che fungono da aggregatori di negozi online, tutti venditori di chiavi su Steam. Non staremo qui a fare una lista o tanto meno a classificare quali di questi siti di terze parti siano sicuri e quali no, quanto invece dare spazio alla situazione che l’utente si trova dinanzi affacciandosi anche a questo mercato.

La situazione descritta per quanto riguarda Steam viene ingigantita a tal punto da trovarsi dinanzi a offerte irrinunciabili ancora migliori, a offerte che possono vedere il prezzo più basso possibile del prodotto in questione. Offerte che quindi, quasi “costringono” l’utente a spendere a ogni occasione possibile, solo che questa occasione coincide con una parola: sempre.

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Avere sempre a disposizione le offerte migliori può essere un’arma a doppio taglio

I siti di questo tipo, infatti, mettono dinanzi al giocatore PC (quello console non ha accesso a questi vantaggi) un mercato ben più vario dei “semplici” saldi di Steam, e si va incontro a offerte che possono tranquillamente rivelarsi le migliori a nostra disposizione, ogni singolo giorno.

E si può avere dinanzi, nondimeno, un completo quadro della situazione riguardo i prezzi del singolo prodotto che vogliamo acquistare, comprendendo quanto ne valga la pena rispetto al solito sconto, ma potendo capire davvero se si tratti di un’offerta irripetibile. Ci possiamo dunque mettere a calcolare, con dati non disponibili su Steam, se sia sensato acquistare o meno.

Del resto, i siti di terze parti sono “tenuti”, per far concorrenza, a concedere magari sconti e particolari offerte che sono sconosciuti all’utente Steam. Si può magari avere quel sito che offre un cashback per ogni acquisto, oppure un altro che concede uno sconto ulteriore per ogni articolo comprato, oppure un sito che fa un giveaway, e via dicendo.

Tutta questa offerta, tutta questa disponibilità, è evidente che sia un pregio del mercato PC che non è limitato al singolo store come nel caso console (si potrebbe aprire un lungo discorso sul formato fisico contro acquisto digitale collegato a quanto appena detto, ma non è il caso) ma è anche un possibile svantaggio, perché praticamente, si può risparmiare sempre.

Si potrebbe davvero dire, citando il CEO Nvidia, “più si spende, più si risparmia”. Chiaramente, siamo entrambi ironici su questa affermazione, ma rappresenta il fulcro di questa discussione del backlog su Steam, e quando ci chiedevamo se fosse possibile evitare il flusso del mercato, ci si rende conto, giunti a questo punto, che la soluzione sarebbe non controllare mai alcuna offerta.

Più offerte si hanno a disposizione, e se ne possono avere praticamente di illimitate, più il backlog su Steam cresce. Alcuni utenti continuano a risparmiare, e finiscono con il non fare altro che quello, senza poi mettersi d’accordo su quando dovrebbero risparmiare davvero, e quando invece sarebbe opportuno non farlo visto l’ammasso di roba non ancora giocata.

L’approccio “patient gamer” è una via da percorrere?

Non ci siamo mai chiesti, sinora, se il backlog sia qualcosa di negativo o positivo. Sembra di averlo dato per scontato che si possa identificare con la prima opzione, perché mi sono riferito a esso come “problema”. Sebbene io creda, come spero di aver espresso, che le incessanti offerte rappresentino il fulcro della questione, il backlog di per sé penso appartenga a una zona “neutrale”.

La soluzione ideale per evitarlo l’ho descritta prima, ovvero non controllare affatto le offerte, e quindi finire con l’acquistare un nuovo titolo solamente quando, per l’appunto, non se ne hanno davvero più a disposizione. Solamente che questo approccio è sostanzialmente impraticabile, specie si è “troppo” addentro al mercato dei videogiochi, ma anche se solamente si è abbonati a qualsiasi servizio che offra un catalogo di videogiochi.

Non controllare affatto le offerte implica perdersi anche quelle davvero vantaggiose, che potrebbero non ripresentarsi. Questo aspetto ha dunque un costo, e se i benefici superano i malus nel perseguire questo approccio, spetta al singolo utente deciderlo. Quindi, supponiamo adesso di trovarci nel caso più plausibile, nel quale un backlog è presente eccome.

Se vogliamo osservarlo come qualcosa di negativo perché rischiamo di non giocare tutto (cosa inevitabile, ricordiamolo) e pensiamo ai soldi spesi inutilmente, potremmo provare a osservare questo catalogo in maniera leggermente diversa, intanto imparando a capire meglio quando si è realmente interessati ad acquistare un prodotto, ma anche accettando che non si potrà mai giocare e finire tutto.

Potremmo osservare, ad esempio, questo backlog nel modo nel quale suggerisce un utente nel subreddit Patient Gamers. Questo “tipo” di videogiocatori ha un approccio al mondo del gaming slegato dal flusso delle novità e dai preorder. Si cerca di acquistare i titoli sempre al prezzo minore possibile, dopo diverso tempo, non tanto per risparmiare, ma per evitare l’ansia che deriva dall’opposto.

I Patient Gamers sono videogiocatori che cercano anche di godersi il prodotto una volta “completo”, approccio per nulla sciocco considerando come i videogiochi abbiano problemi tecnici al lancio praticamente sempre, e come si vada incontro in seguito a espansioni e aggiornamenti, gratuiti o meno, che concedono a chi non l’ha mai provato un’esperienza più ricca.

Queste persone non sono immuni al problema del backlog ovviamente, ma uno di loro suggerisce di osservare al backlog come una fonte di gioia. Avere a disposizione cosi tanti videogiochi da poter avviare quando lo si preferisce dovrebbe concretizzare, magari, un sogno che avevamo da piccoli. Poter giocare a tantissimi videogiochi quando lo si vuole.

Passare il tempo nel cercare di completare “doverosamente” ogni videogioco acquistato perché altrimenti non si è risparmiato abbastanza, genera soltanto ulteriori problemi. Cercare di completare tutto quel che si è acquistato è impossibile e non dovrebbe essere una sorta di dovere, e nessuno, alla fine, ci può obbligare a farlo, se non noi stessi.

Come detto, l’opzione migliore sarebbe evitare di soccombere alle offerte, di spendere più del dovuto e senza criterio, aspettare di avere davvero una libreria esigua o vuota prima di acquistare, ma anche accettare che la pila di videogiochi a disposizione sia una sorta di dono invece che una piaga.

Alla fine dei conti possiamo giocare quello che vogliamo come preferiamo. I videogiochi non hanno la necessità di essere completati per forza, e questo approccio, questo liberarsi dalle catene auto imposte sul backlog, potrebbe davvero migliorare il nostro approccio con i videogiochi in generale.

 

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