PlayStation Now: Il test su rete mobile
A oltre un anno e mezzo dal lancio abbiamo sottoposto la piattaforma di game streaming Sony PlayStation Now al test più duro: la rete mobile. Vediamo come se l’è cavata.
Ormai da tempo non si fa che discutere su come, quanto e soprattutto quando il game streaming stravolgerà le abitudini dei videogiocatori: in questo test abbiamo voluto focalizzare la nostra attenzione sulle prestazioni di PlayStation Now con un focus prevalente sulla rete mobile. Già dal prossimo mese, come sappiamo, su sponda Microsoft il Project xCloud promette di portare un ricco elenco di giochi PC e Xbox sui dispositivi mobili di mezzo mondo. Ma tutti si chiedono se questo scenario sia compatibile con un paese in cui anche le reti Wifi soffrono le mancanze tipiche delle infrastrutture italiane.
Dunque, in soldoni, vale la pena acquistare dei servizi in abbonamento per giocare ai propri titoli preferiti, se poi è possibile sfruttare questa opportunità esclusivamente sotto copertura di un Adsl performante?
I requisiti minimi
Come probabilmente saprete, PS Now è un servizio in abbonamento che permette di giocare in streaming online a un elenco di titoli selezionati e aggiornati mensilmente, sia tramite console che su PC attraverso una applicazione dedicata. In realtà, almeno per quanto riguarda il servizio di Sony PlayStation Now, i requisiti essenziali di rete (anche mobile) non implicano affatto una copertura Adsl (anche se viene “consigliato” un collegamento ethernet).
Servono quindi una larghezza di banda minima garantita (5 Mbit/sec) e specifiche hardware della CPU (almeno Core I3 – 2 Ghz e 2 GB Ram) quando si sfrutta il servizio sul computer.
La prova di PlayStation Now su rete mobile
Non essendovi pregiudiziali tecniche sull’utilizzo della rete mobile, ci siamo dunque lanciati in quello che presumibilmente potrebbe essere lo scenario più interessante (e ostico) per molti aficionados del joypad: giocare titoli PlayStation sfruttando solo l’abbonamento dati del proprio dispositivo mobile. Infatti, al momento tutti gli operatori mettono a disposizione volumi di dati generosi, spesso non sfruttati dai clienti. Non solo, la copertura 4G/Lte, come si vede dal dettaglio dello speed test, non di rado offre prestazioni di tutto rispetto. Il presente test, si sappia, non è stato affatto svolto nel centro di una metropoli ultra servita da efficiente copertura. Anzi.
Si è scelto un’area periferica di una normalissima cittadina di provincia (ove il 5G peraltro sarà un miraggio ancora per parecchio tempo).
La prova di PlayStation Now è stata effettuata sostanzialmente in 2 modi: con console PS4 collegata via Wi-Fi a un adsl casalingo, e soprattutto con un portatile (Core I5 – 2.5 Ghz – 8 Gb Ram) sul quale è stato installato l’applicativo PSNow, sempre solo collegato via router mobile a una rete 4G, in varie condizioni di segnale (anche vicino al limite minimo consentito).
PlayStation Now su rete mobile: i giochi del test
Di primo acchito, si pensa sempre all’esperienza di game streaming come a qualcosa che non possa riuscire a soddisfare completamente i palati abituati allo sfavillio di texture e rendering 3D. In realtà, già il fatto che i requisiti minimi hardware per utilizzare PSNow su PC non implichino parametri di schede video, ci fa capire che la pesantezza delle elaborazioni, in questo caso, non riguarda la postazione ove giochiamo.
La tipologia di gioco rimane dunque il fattore davvero discriminante tra una esperienza soddisfacente e una frustrante? In realtà, i risultati ci hanno positivamente sorpreso anche da questo lato.
Il roster dei game in prova durante il test, durato circa 5 giorni spaziava su più generi ovviamente, anche provando a trovare un po’ il pelo nell’uovo se vogliamo. Dai free roaming 3D alle simulazioni sportive passando per i picchiaduro: la lista non ha risparmiato di impegnare in maniera multiforme il servizio Sony. Nel dettaglio: Watch Dogs 2, Hitman 2, WRC 8, Nascar Heat 4, AO Tennis 2, PUBG, Street Fighter V. Diciamolo subito francamente (e allegramente): le limitazioni grafiche del servizio a 720p, se l’esperienza è fruita su di un monitor medio-piccolo tipo notebook, sono davvero trascurabili.
Ciò che ci interessava di più era la fluidità e quindi la giocabilità complessiva dei titoli. Tutto ciò, nei frangenti in cui il collegamento era stabile in LTE, non è mai stato messo in discussione, nemmeno in sessioni di gioco multiplayer online o in partite un po’ più lunghe. Se vogliamo l’esperienza Battle Royale di PUBG è stata forse meno reattiva e più ‘impastata’, ma bisogna anche dire che in quel caso la responsabilità è da condividere coi server di gioco (e inoltre PUBG non è Call of Duty – N.d.R.).
- Il drive test in streaming
Diverso il caso in cui le prestazioni della rete mobile si avvicinavano drasticamente alla soglia minima dei 5 Mb/s, o peggio quando la stessa mostrava oscillazioni importanti di segnale e soprattutto di ping. Nello specifico, se questa fosse la condizione ove pensate di sfruttare un abbonamento a PS Now (ma crediamo in generale di qualsiasi servizio di game streaming), fate il vostro periodo di prova con i giochi che usate di più, perché in quel caso il gameplay fa assolutamente la differenza.
Vale la pena più di quanto pensiate?
Non c’è che dire, il servizio PS Now, forte del milione di abbonati raggiunto da poco, è stato molto curato in questo primo anno e mezzo di vita. Non è un mistero che sia Microsoft che Sony abbiano annunciato addirittura una possibilità di collaborazione nel game streaming nei prossimi anni, e la strada intrapresa sembra tracciata. Sicuramente l’avvento del 5G garantirà ulteriori prospettive anche a questa forma di videogaming. Al momento, sul versante made in Japan che rappresenta il focus del nostro test, possiamo dire senza esitazioni che il presente è roseo, e il futuro non potrà che migliorare. Come detto infatti, le condizioni in cui si può sfruttare una connessione mobile soddisfacente per il game streaming di PS Now non sono affatto difficili da trovare.
Questo non significa certo che faremo a meno delle console a breve termine, men che meno nell’anno dell’avvento della next-gen, ma solo che nei prossimi anni la nostra sete di videogiocatori avrà molte nuove fonti da cui attingere. Con immensa soddisfazione, anche in mobilità.