[RETRO] Pillole di retro – Il Grinch
Ci sono cose che accompagnano la crescita di ciascuno di noi e che in quanto tali rimangono appiccicate alla nostra memoria divenendo un ricordo famigliare. Per alcuni può essere un libro, per altri un film e per altri ancora una canzone o addirittura un videogioco. È singolare il fatto che nel mio caso, tra queste istanze ci sia una perfetta coincidenza, nonostante poi l’approdo finale sia stato quello videoludico.
Nostalgia
È questo il rapporto che si è stabilito fra me e Il Grinch da quando lo vidi al cinema nel lontano dicembre del 2000. Quel Natale fu diverso dagli altri, rimasi scioccato e affascinato al punto che l’anno seguente mi regalarono la versione illustrata del celebre racconto di Dr. Seuss. Non fu abbastanza, volevo di più. Ancora sotto l’effetto di quell’incantesimo, nel 2002 chiesi e ottenni ciò che per me ancora oggi è il punto d’incontro e la sintesi più efficace di quell’arco narrativo: Il Grinch per ps1. Ai tempi ero un fiero possessore della prima console di casa Sony da già 3 anni ma il colpo di fulmine non c’era ancora stato sebbene mi fossi già irrimediabilmente innamorato di Syphon Filter (ma di questo parlerò un’altra volta). In un attimo fui rapito dall’atmosfera natalizia così fedele alla pellicola e dalla vocazione trash della missione del protagonista. I lunghi pomeriggi nel tentativo di progredire nell’avventura passarono così come acqua sotto i ponti fino a che, per qualche imprecisata ragione, non mi passò la cotta.
Oggi nonostante il valore affettivo che questo gioco ha avuto e continua ad avere per me, forse grazie a una visione più matura sono in grado di considerare la faccenda in maniera più oggettiva. L’analisi che segue potrebbe facilmente applicarsi a un qualunque prodotto particolarmente importante per l’infanzia di ognuno e ve lo garantisco, l’esito sarebbe il medesimo. Volete sapere il perché? Leggete oltre.
Buona l’idea ma …
Pubblicato nell’inverno del 2000 per diverse piattaforme (PlayStation, PC, Dreamcast e GBC) da Konami e sviluppato da Artificial Mind & Movement, Il Grinch si presenta come un platformer di media difficoltà le cui meccaniche ruotano interamente attorno all’obiettivo finale di dover rovinare il Natale. Fino a qui tutto bene, anche perché ciò viene ribadito in una sequenza animata all’inizio dell’avventura. I problemi sorgono quando si considera che a motivare tutto ciò che seguirà è solamente quella sequenza. La trama è ridotta all’osso probabilmente attribuendo una funzione compensatoria al film o alla notorietà della favola. Fatto sta che pur passandolo come ingenuo errore di valutazione invisibile agli occhi di un bambino, una simile mancanza non passi inosservata.
Ulteriori problemi di efficacia narrativa si riscontrano entrando più in profondità nella struttura dell’azione di gioco. Per progredire il vostro scopo sarà quello di compiere per ogni scenario una serie di sabotaggi opportunamente appuntati come in una lista della spesa sul taccuino del Grinch che, una volta completati, renderanno accessibile l’area successiva. Anche qui in apparenza tutto semplice se non fosse per il fatto che l’assoluta mancanza di istruzioni renderà il raggiungimento di ogni obiettivo lungo e frustrante. A questi compiti si aggiunge quello di collezionare vari “progetti” per costruire armi e strumenti indispensabili per il compimento di alcune missioni: tutto ciò trova la sua ragion d’essere unicamente nella sequenza iniziale già menzionata.
Aspetti tecnici lodevoli (e non)
Nonostante le varie perplessità riscontrate a livello strutturale, Il Grinch su un piano tecnico regala alcune soddisfazioni. Contro ogni aspettativa infatti e sebbene consista quasi solamente di variazioni sul tema principale, la colonna sonora è di notevole pregio e evoca bene l’atmosfera natalizia e grottesca tipica del personaggio. Lo stesso non può dirsi del comparto grafico, molto carente sui dettagli e sulla caratterizzazione delle ambientazioni (le texture non si caricano se non quando ci si avvicina a un elemento). Altra nota dolente è la giocabilità a tratti estremamente frustrante data la difficoltà insensata di alcune azioni: in questo modo anche raggiungere una posizione rialzata si trasformerà in una fatica erculea. Un aspetto tuttavia lodevole è la telecamera, la quale sorprendentemente obbedisce al volere del giocatore senza cadere in fastidiose angolature.
In definitiva da un punto di vista oggettivo, Il Grinch altro non è che la mediocre versione video ludica di una indimenticabile pietra miliare della narrativa per ragazzi. Da un punto di vista soggettivo è però difficile accettare questa realtà: per il sottoscritto e per tutti coloro che ci sono cresciuti rimarrà una memoria sicura e impassibile allo scorrere del tempo alla quale abbandonarsi nei momenti di nostalgia. Meglio non andare a recuperarle: certe cose sono fatte per rimanere ricordi.