La nostra opinione sulla line-up PlayStation Classic
Come ben sappiamo, oggi Sony ha rilasciato la line-up completa della sua PlayStation Classic, la “Playstation Mini”. Questa line-up presenta 20 giochi, ma appena avvenuto l’annuncio abbiamo appurato come non siano esattamente il miglior modo di onorare la vecchia console. Mettiamo subito in chiaro una cosa: questa manovra commerciale ha senso solo nel momento in cui la si utilizzi per impedire ai vecchi cult di cadere in obsolescenza; in caso contrario risulta una semplice e inutile trovata commerciale puntata al mero collezionismo. Ed è intorno alla parola “cult” che dovrebbe aggirarsi la line-up della nuova mini-console. Invece i titoli scelti sono piuttosto discutibili: questo non significa non siano presenti titoli importanti, anzi, ma non riteniamo l’intera line-up ben congegnata.
Questo artiolo parlerà di come, secondo noi, poteva essere onorata al meglio la Playstation, non dei titoli che desideravamo. Per questo secondo argomento ci sarà un articolo a parte.
Entrando nel dettaglio, ci sono delle scelte condivisibili in questo assortimento di titoli, come la presenza del settimo capitolo di Final Fantasy, sicuramente il più rilevante della trilogia PSOne. Secondo questo ragionamento, però, troviamo infelice la scelta di avere il primo capitolo di Rayman, già disponibile su cellulare peraltro, al posto del secondo. Discorso simile per quanto riguarda la presenza di Cool Boarders, preferito a Tony Hawk’s Pro Skater 2, che ricordiamo essere il titolo col metascore più alto disponibile sulla prima console Sony. Ritornando sempre alla parola chiave del ragionamento, la presenza di Metal Gear Solid e Resident Evil è vitale per questo progetto, ma l’assenza di Silent Hill è forse la più grave mancanza della line-up di PlayStation Classic. Il capolavoro Konami non solo proponeva una narrativa unica nel suo genere, ma ha anche ribaltato l’idea del gioco horror imposta da Resident Evil; averli entrambi nello stesso pacchetto sarebbe stato fantastico.
L’assenza di Spyro e Crash è abbastanza pesante nell’ottica di voler onorare la console, ma questi ultimi hanno avuto già dei progetti paralleli che li hanno salvati dall’obsolescenza, quindi ci troviamo d’accordo con la loro esclusione. Diverso invece il discorso per Tomb Raider, altro cult PSOne assente nella Classic. Le avventure di Lara Croft, fatta eccezione per laprima, non hanno avuto un remaster o remake come le due mascotte dei platform, dato che i titoli Square Enix sono dei reboot con impronta molto più action rispetto all’originale brand. Ci ha fatto piacere vedere Destruction Derby e Ridge Racers, ma sul lato racing è difficile pensare a un titolo più iconico di Gran Turismo 2 su Playstation, anche la sua assenza è piuttosto deludente.
In definitiva, il pacchetto offerto da PlayStation Classic ci lascia un po’ interdetti: l’operazione commerciale è troppo fallace per rendere onore all’originale console, e diversi titoli assenti rischiano di cadere in obsolescenza a causa di ciò. Nonostante ciò, non mancano i giochi meritevoli: oltre a quelli già citati sono presenti Rainbow Six, Twisted Metal e Wild Arms, che sicuramente meritano il loro spazio nella line-up. Un discorso particolare è da rivolgere invece a Revelations: Persona: la versione USA del gioco è un disastro, con fortissima censura, difficoltà portata a livelli bassissimi e persino un intero capitolo di gioco (su tre) assente. Nel caso arrivasse nella versione originale, ovviamente tradotta, sarebbe una buona aggiunta, nonostante il titolo sia disponibile anche su PSP. In caso contrario, invece, la sua presenza sarebbe più un danno che altro verso la reputazione della già troppo ignorata prima trilogia di Persona.