Oltre Total War: Three Kingdoms e Dynasty Warriors (I)
Non si dovrebbe scrivere un articolo in prima persona ma essendo stato l’argomento della mia prima tesi di laurea ho deciso, per questo editoriale, di fare un’eccezione. Se annoveri tra le tue passioni la storia ma non conosci quella cinese mettiti comodo: stiamo per fare un lungo viaggio nell’affascinante panorama di Total War: Three Kingdoms.
1 – “L’Impero, a lungo unito, deve dividersi”
La storia dietro Total War: Three Kingdoms e dietro tutti i Dynasty Warriors prende avvio con l’ascesa (prima) e la decadenza (poi) della Dinastia Han, una delle dinastie più importanti della Cina assieme a quella Ming, Yuan e Qing. Gli Han prendono il potere nel 206 a.C. dopo aver sconfitto l’ultimo regnante della dinastia Qin (stirpe che fra l’altro diede il nome alla Cina) e instaurano un periodo di grande fermento sia a livello culturale che religioso grazie anche a numerosi successi militari contro le tribù nomadi che attorniano la Cina. Questi nomadi erano per lo più di etnia mongola e uno dei popoli più famosi contro cui essi combattono è quello dei Xiongnu. Se questo nome non vi dice nulla sappiate che è una popolazione che conoscete bene, sono gli Unni, quelli che distrussero Aquileia, rasero al suolo Milano e giunsero fino a Roma sotto il comando di Attila.
Pensate al film di animazione Disney “Mulan“, in cui i cattivi sono appunto rappresentati dagli Unni di Shan Yu (in realtà “Shan Yu” era il titolo onorifico che prendevano i comandanti delle tribù unne e non un vero e proprio nome). Per tenere lontane queste popolazioni il Primo Imperatore della Cina, Qin Shi Huang Di (della dinastia Qin), aveva fatto erigere la famosa Muraglia, anche se in principio era molto meno estesa di quanto sia ora visti gli ampliamenti da parte di imperatori e dinastie successivi. Riportare delle vittorie contro questi popoli era considerato un segno del favore del Cielo verso la dinastia, (il Cielo con la “c” maiuscola era l’entità semi-senziente che giudicava la condotta dell’Imperatore). Se questi non era più favorito dal divino enormi catastrofi si abbattevano sull’Impero e si cominciava a vociferare che il “Mandato Celeste” fosse stato revocato.
Ed è proprio questo che accadde agli Han quattrocento anni dopo circa: la decadenza li colpì duramente ma sarebbero stati in grado di resistere ancora a lungo se una serie di rivolte non fosse scoppiata in tutto l’impero e se gli Eunuchi del palazzo imperiale non avessero tramato contro il loro stesso imperatore. Proprio gli eunuchi furono le figure che andarono lentamente a sovrapporsi all’imperatore e ad acquisire un sempre maggior potere similmente a quanto avvenne ai maggiordomi della dinastia Merovingia. Quanto più gli Han diventavano poco avvezzi alla politica, tanto più gli eunuchi erano in grado di manipolare l’impero a loro piacimento; ma se in Francia avvenne la sostituzione completa della famiglia dei maggiordomi a quella dei regnanti, in Cina le cose andarono diversamente: Molti degli ufficiali e dei generali militari dell’impero si ribellarono agli eunuchi e decisero di restare fedeli al loro imperatore.
He Jin e Yuan Shao (personaggi giocabili in Dynasty Warriors) scoprirono il tradimento e chiesero e ottennero l’esecuzione di tutti gli eunuchi di palazzo ma questi ultimi riuscirono a fermare il provvedimento tramite degli atti burocratici e tramarono la propria vendetta facendo assassinare He Jin. Così Yuan Shao dovette passare alle maniere forti e insieme a suo fratello Yuan Shu assediò la capitale, Luoyang, riuscendo a fare breccia e a uccidere circa duemila eunuchi. Come conseguenza di questo grave atto tuttavia, l’imperatore Shao fu costretto a fuggire assieme a suo fratello Liu Xie mentre Yuan Shao li inseguiva per riportarli a palazzo.
Non fece però in tempo e i giovani rampolli finirono nelle mani di Dong Zhuo che li riportò personalmente a Luoyang e li tenne in ostaggio facendosi nominare Ministro dei Lavori (la seconda carica più alta dell’impero). Non ancora soddisfatto decise di deporre l’imperatore e mettere sul trono il fratello minore dell’imperatore, Liu Xie, che prese il nome di Xian. Al fine di liberare dal giogo di Dong Zhuo il palazzo imperiale, l’impero, e i giovani imperatori, Yuan Shao chiamò a raccolta tutti i valorosi che intendevano sacrificare la propria vita per salvaguardare l’impero. Come se ciò non fosse stato sufficiente, il popolo – intuendo che la dinastia fosse in difficoltà – cominciò a vedere in alcune inondazioni e carestie la fine del favore del Cielo nei confronti degli Han e numerosi gruppi religiosi daoisti cominciarono a fomentare la popolazione. Nacquero così fra gli altri, anche i Turbanti Gialli, una setta capitanata dal sacerdote daoista Zhang Jiao e da suo cugino Zhang Jie, che proponeva l’abbattimento degli Han e il riequilibrio del mondo intero grazie alle tecniche magiche ed esoteriche del suo capo carismatico. Ed è qui che la cosa si fa interessante: alla chiamata contro i Turbanti Gialli (e sotto sotto contro Dong Zhuo), fatta a nome dell’imperatore Xian tenuto come ostaggio a corte, risposero quelli che in seguito divennero gli “eroi classici” della storia cinese, ammirabili in Dynasty Warriors e che ammireremo anche in Total War: Three Kingdoms.
In tutto l’impero si sollevarono signori della guerra disposti ad aiutare l’imperatore per puro patriottismo ma anche per tornaconto personale: lo stesso Dong Zhuo in fondo aveva mascherato la sua azione come “protezione” dell’imperatore ma di fatto si era impadronito del potere. A ogni modo, le figure principali che risposero a questa chiamata alle armi furono tre: Cao Cao, Liu Bei e Sun Jian e tutti e tre non miravano propriamente alla conquista del potere per sé bensì alla stabilizzazione dell’impero. I problemi arrivarono quando fu necessario decidere “come” far tornare il Paese alla normalità e soprattutto con quali modalità. C’era chi non voleva più gli Han, chi voleva invece mantenere il diritto della dinastia regnante a sedere sul trono e infine chi sognava una Cina completamente diversa nella quale a contare di più sarebbe stato il Sud, da sempre zona economicamente più ricca ma politicamente periferica.
2 – Breve Cronologia dell’epoca dei Tre Regni
La storia muove i primi passi dagli ultimi anni di regno degli Han Orientali (25– 220) e gli eventi cronologici più importanti sono i seguenti:
- Nel 196, Cao Cao 曹操 obbliga l’imperatore Han, Xiandi 献帝, a spostarsi nella sua base a Xuchang 许昌 facendo sì che i signori feudali si sottomettano a lui.
- Nel 200, Cao sconfigge il suo acerrimo rivale Yuan Shao 袁绍 nella battaglia di Guandu 官渡之战 con le sue magre forze di 10 mila uomini contro le 100 mila di Yuan.
- Nel 207, forte di un’armata di un milione di uomini, Cao Cao inaugura il dominio dispotico di Wei 魏 nel Nord-Est della Cina. Nella Cina sud-orientale, Sun Quan 孙权 signore dello stato di Wu 吴 fa parte della terza generazione che mantiene una solida base nella zona, grazie al vantaggio geografico del fiume Yangtze come protezione naturale. Liu Bei 刘备, lo “Zio Reale” della dinastia Han, era ancora solo un esponente politico, mentre Cao Cao rafforzava il regime di Wei a Xuchang dopo l’annientamento di Yuan Shao.
- Nel 207, Zhuge Liang 诸葛亮 diventa consigliere di Liu Bei.
- Nel 208, con soli 30.000 uomini, l’alleanza Sun-Liu sconfigge l’immensa potenza di Cao Cao forte di più di mezzo milione di uomini a Chibi 赤壁.
- Nel 209, Liu Bei prende la regione strategica di Jingzhou 荆州 in questo modo si forma il terzo dei poli.
- Nel 215, messi al sicuro i territori di Yizhou 益州, Liu stabilisce la capitale a Chengdu 成都 nelle terre dei Fiumi Occidentali 西川. Il suo regno è chiamato Shu 蜀 (o Shu Han, in memoria degli Han).
- Nel 219, Sun Quan uccide Guan Yu 关羽, fratello giurato di Liu, dopo che il suo comandante Lu Meng 吕蒙 aveva catturato Guan a Jingzhou.
- Nel 220, Cao Cao muore, e suo figlio Cao Pi 丕 gli succede.
- Nel 221, Liu Bei invade lo stato di Wu, ma viene sconfitto nella regione di Yiling 彝陵 un anno dopo.
- Nel 223, in seguito alla morte di Liu Bei, Zhuge Liang sigla la pace con Sun Quan al fine di aggredire congiuntamente lo stato di Wei.
- Nel 228, Zhuge comincia le sue sei spedizioni oltre il monte Qi 祁山 per combattere lo stato di Wei.
- Nel 234, Zhuge Liang muore.
- Nel 249, Si-ma Yi 司马懿 prende il commando di Wei.
- Nel 252, Sun Quan muore, suo figlio Liang 亮 gli succede.
- Nel 255, il figlio di Si-ma Yi, Zhao 昭 eredita lo stato di Wei.
- Nel 256, Jiang Wei 姜维 di Shu invade Wei ma viene sconfitto.
- Nel 263, Si-ma Zhao di Wei invade e spazza via lo stato di Shu. L’imperatore di Shu, Liu Chan 刘禅, si arrende.
- Nel 265, il nipote di Si-ma Yi, Yan 炎, eredita lo stato di Wei e diventa Jin Wudi 晋武帝 della dinastia dei Jin Orientali 西晋.
- Nel 280, Si-ma Yan annienta lo stato di Wu, e il periodo dei Tre Regni ha fine.
3 – Cao Cao: ristabilire la pace a ogni costo
La sua famiglia originariamente aveva come cognome Xiahou e proveniva dalle remote lande settentrionali della Cina di allora, dove finiva la “civiltà” e cominciava la dura steppa, ma per alcune vicende che sarebbe tedioso raccontare in questa sede adottò il cognome Cao. Visse la sua giovinezza in contatto coi suoi cugini più stretti Xiahou Dun e Xiahou Yuan ed è probabile, (ma non storicamente accertabile), che i tre cominciarono abbiano studiato strategia insieme tanto che Dun e Yuan divennero i luogotenenti di Cao Cao occupando in battaglia i fianchi del suo esercito. Su Cao Cao ne furono dette di tutti i colori già quando egli era ancora in vita: c’era chi lo considerava un disonesto, chi un grande statista, chi ancora asseriva che passasse le sue giornate immerso fra decine di donne e fiumi di alcol ma tutto quello che sappiamo per certo è che fosse un discreto poeta e sicuramente un uomo che poneva la sua ambizione al di sopra di ogni cosa. Forse sono proprio le sue poesie a costituire l’elemento più originale per ricostruire il suo carattere:
Anche se la testuggine benedetta di magici influssi vive a lungo,
i suoi giorni sono di un numero ben definito;
Nonostante i draghi salgano alti fra le nebbie,
Si trasformano in polvere e cenere alla fine;
E un uomo nobile di cuore anche se in là con gli anni
Non abbandona mai le sue orgogliose aspirazioni.
Il tempo dell’uomo, che sia lungo o breve,
Non dipende solo dal Cielo;
Chi mangia bene e si mantiene allegro
Può vivere fino a una felice vecchiaia.
E così, con la gioia nel cuore,
Canticchio questa mia canzone.
Cao Cao fu un uomo estremamente pragmatico e che pose le proprie ambizioni al di sopra di tutto, e sulla sua figura si è molto dibattuto e si continua a dibattere: non è chiaro se Cao Cao avesse veramente intenzione di sostituirsi all’Imperatore o se avesse davvero un afflato di patriottismo e volesse difendere il sovrano. Fatto sta che una volta conquistate le regioni del Nord prese in custodia l’Imperatore e se ne proclamò protettore, blindando di fatto la sua posizione in una terra in conflitto. Chi avesse deciso di attaccare Cao Cao poteva tranquillamente essere considerato anche un nemico dell’impero e di conseguenza un traditore. I suoi più fedeli generali erano i cugini Xiahou Dun e Xiahou Yuan, lo stratega Si-ma Yi e, in seguito, suo figlio Cao Pi vero fondatore del regno di Wei.
4 – Sun Quan: Wu è destinato a riunificare l’Impero
Sun Jian (di cui abbiamo già accennato qualcosa) era soprannominato “Tigre del Jiangdong” poiché da giovane aveva risolto praticamente da solo l’annosa questione della pirateria marina e fluviale che affliggeva il Sud-Est della Cina. La leggenda narra che dopo aver sconfitto Dong Zhuo e aver riportato l’ordine nella capitale avesse trovato in un pozzo il Sigillo Imperiale: il Cielo aveva fatto trovare a Sun Jian quell’oggetto poiché voleva fosse lui a riunificare l’Impero proclamandosi imperatore. Jian però non fece nulla di tutto questo. Aveva paura che tutti i signori della guerra si rivoltassero contro di lui per strappargli il sigillo e proclamarsi imperatori, così decise di nasconderlo e di allargare i suoi domini nella speranza di ricevere un segno più distinto dal Cielo. Purtroppo morì in seguito alle primissime conquiste e a completare l’opera ci pensò suo figlio maggiore Sun Ce (il cui nome si dice fosse stato scelto proprio perché ricordava Sun-zi, il mitico scrittore del Bingfa o “Arte della Guerra” e da cui la famiglia Sun asseriva di discendere). Sun Ce venne soprannominato “Piccolo Conquistatore” poiché portò a compimento l’opera del padre, unificando tutto il Sud-Est della Cina di quel tempo e chiamando quel regno Wu. Le lotte intestine tuttavia non tardarono ad arrivare e Sun Ce venne ferito a morte durante uno dei tanti tentativi di sedare le rivolte: a succedergli fu suo fratello minore Sun Quan, la “Piccola Tigre”. Un uomo perennemente indeciso che però continuava a coltivare il sogno di suo fratello e di suo padre, nonché convinto di essere l’unica speranza, per il popolo di Wu, di raggiungere la pace. Sun Quan non aveva intenzione di conquistare il potere, si accontentava di difendere Wu dagli inevitabili attacchi di Cao Cao ma i suoi giorni erano contati: non avendo un numero di truppe in grado di fronteggiare lo sterminato esercito di Cao Cao doveva assolutamente trovare una soluzione veloce e un piano che gli assicurasse la sopravvivenza. A servire la famiglia Sun c’era la crème della nobiltà decaduta del Sud: Zhou Yu, Huang Gai, Lu Meng, Cheng Pu, Gan Ning, Ling Tong e moltissimi altri che contribuirono a difendere il regno.
5 – Liu Bei: il popolo prima di tutto, il popolo prima di me
Pochi personaggi hanno suscitato in Cina, l’amore che ha suscitato Liu Bei. Soprannominato “Zio Imperiale” per via della parentela con gli imperatori Han (il cui cognome era appunto Liu), Liu Bei si dimostrò sin da subito sinceramente preoccupato del caos che aveva stravolto la Cina. Rispose alle chiamate di tutti: dell’imperatore, di Yuan Shao e perfino di Cao Cao quando questi sfidò Dong Zhuo. La preoccupazione di Liu era tanto per la dinastia degli Han quanto per il popolo cinese che soffriva le pene dell’inferno ed era vessato da briganti, tasse sempre più alte e continui cambi di leadership che andavano a modificare di volta in volta le rigide regole applicate ai contadini. La leggenda narra che in una taverna incontrò un contadino che voleva fare la differenza: quel contadino si chiamava Zhang Fei e lo avrebbe accompagnato divenendo un guerriero leggendario. Appena fuori da quella stessa taverna incontrò un maestro di arti marziali chiamato Guan Yu. Sia Zhang Fei che Guan Yu si accorsero che in Liu Bei riluceva una luce particolare che non si era mai vista, così Liu prese il soprannome (nome di cortesia per l’esattezza) Xuande, ovvero “Virtù Nascosta”.
In un giardino colmo di peschi fioriti così i tre amici si giurarono eterna fratellanza:
Quando si pronunciano i nomi di Liu Bei, Guan Yu e Zhang Fei, nonostante i cognomi siano differenti, si intende noi che siamo diventati fratelli. Da questo giorno in avanti, uniremo le forze per una causa comune: salvare gli indifesi e aiutare quanti sono in pericolo. Vendicheremo la nazione, e daremo pace al popolo. Non pretendiamo di essere nati nello stesso giorno, nello stesso mese e nello stesso anno. Ci accontentiamo di morire però lo stesso giorno, insieme, nello stesso mese e nello stesso anno. Possano i numi del Cielo e della Terra essere testimoni del sentimento che portiamo nei nostri cuori. Se dovessimo mai fare qualcosa che tradisca questa amicizia, possano il Cielo e il popolo colpirci a morte.
Nonostante i grandi propositi, i tre non riusciranno a realizzare il loro desiderio di morire insieme ma la loro amicizia fu considerata indistruttibile e mai messa in discussione.
In questo clima, Liu Bei cercò senza troppo impegno di reclamare una terra che fosse sua per far rinascere l’orgoglio degli Han. Dopo varie vicissitudini riuscì finalmente a fondare il regno di Shu Han, dove il popolo e il suo benessere erano sempre messi al primo posto. Ne è prova il fatto che prima di ogni battaglia Liu Bei fosse solito far smobilitare tutta la popolazione civile che viveva nella zona proprio per non arrecare danni irreparabili a un popolo stremato. Suoi mitici compagni di viaggio furono Guan Yu (oggi addirittura considerato la divinità protettrice delle arti marziali), Zhang Fei e soprattutto Zhuge Liang, a cui dedicheremo la terza parte di questa serie di approfondimenti. La debolezza dell’esercito e del regno di Shu Han erano note a tutti, in primis a Cao Cao, ma – in ogni caso – le incredibili capacità dello stratega Zhuge Liang assicurarono al regno di Liu Bei più d’una vittoria insperata contro nemici più numerosi, meglio armai e col favore della posizione strategica, tanto che ancora oggi i suoi stratagemmi vengono studiati dall’esercito cinese.
Con questo si conclude la prima parte del nostro approfondimento. Da che parte vi siete schierati leggendo? Quale dei Tre Regni sentite più vicino ai vostri ideali? Cosa avreste fatto al posto di questi personaggi storici? Fatecelo sapere nei commenti.
Ah ma voi volevate sapere chi vinse alla fine? Lo scoprirete nella prossima puntata! Noi, intanto vi facciamo sapere su cosa verteranno la seconda e la terza parte di questo approfondimento.
- II – La battaglia di Chibi o della “Collina Rossa”.
- III – La leggenda di Zhuge Liang: il Drago Dormiente.