Nioh – l’essenza della caccia… e delle armi!
La bellezza di Nioh risiede anche nella vastità e nelle profondità tecnica e tattica delle armi presenti nel gioco. Parliamone insieme!
Molto spesso quando si parla di “souls-like” la mente del videogiocatore medio vola subito in una direzione ben precisa: la difficoltà e il tasso di sfida. Gli elementi caratteristici delle produzioni in questione però sono in realtà molteplici e tutti, in qualche modo, contribuiscono in modo equo a sancire o meno il successo di uno o di un altro titolo. FromSoftware – il vero e proprio pioniere di questa realtà sempre più forte e ingombrante – ha puntato fortemente sì sul gameplay ma anche e soprattutto sulla costruzione di un immaginario smisurato in termini tematici e narrativi. Alzi la mano chi ancora oggi può mettere in dubbio la bontà di queste affermazioni, legate appunto a una struttura ludica consolidata e via via sempre più “imitata”.
C’è però diversità a questo mondo per fortuna, e non tutti gli esponenti del sotto genere in questione hanno basato le proprie fortune sulla vena tematica in sé, preferendo dirottare le proprie attenzioni verso altri lidi.
Nelle scorse settimane vi abbiamo parlato ad esempio di Nioh, uno dei souls-like più illustri e riusciti e soprattutto maggiormente apprezzati dalla critica. Il punto di forza di Nioh però non è stato assolutamente il comparto narrativo, probabilmente l’aspetto meno riuscito della produzione, bensì la forza di un immaginario che, come abbiamo già avuto modo di appurare, ha saputo attingere a piene mani da un universo smisurato come quello del folklore e della cultura popolare nipponica. Ma non soltanto: la forza di Nioh risiede anche in un gameplay stratificato e – passateci il termine – sofisticato, in cui l’essenza della caccia surclassa senza troppa fatica gli altri aspetti del gioco.
Ed è proprio qui che risiede la forza di questo titolo: nella caccia. Non nella voglia di esplorare, non nella necessità di scoprire dover andrà a parare la tutto sommato trascurabile veste tematica e narrativa del titolo. Nioh è un inno al combattimento, un prodotto che sacrifica molte cose sull’altare della sfida, una sfida continua contro nemici sempre più forti ma soprattutto contro i propri limiti. E noi a dirla tutta lo amiamo anche per questo!
Chi di spada ferisce…
Già soltanto la scelta iniziale delle armi e della dotazione in generale con la quale affrontare le sterminate orde di avversari, umani e non, rappresenta un monito di ciò che troveremo sul nostro cammino, un cammino fatto di sangue e di violenza ma anche tanta strategia. Come dicevamo in apertura, in Nioh è possibile scegliere tra una selezione ben precisa di armi quella che più fa per voi, tutte in possesso di un proprio moveset esclusivo e da uno stile unico, in grado di cambiare senza troppa fatica sia l’esperienza di gioco in generale sia il vostro approccio al titolo stesso.
Ogni arma infatti rappresenta un vero e proprio omaggio alla cultura della battaglia, una soluzione per certi versi scontata se si analizza la provenienza del titolo, nel quale si respira a pieni polmoni tutto quello che è l’indottrinamento nipponico nei confronti di un universo che, specialmente in passato, ha gettato delle basi solide e potenzialmente immortali. Nioh eredita senza timore tutto questo gigantesco amore per le armi, delle armi mai scontate e nella forma come nel loro impiego, capaci di svariare in modo assolutamente coerente da uno stile di combattimento all’altro in una frazione di secondo.
Basta un attimo infatti per accorgersi di quanta differenza ci sia utilizzando una semplice Katana rispetto a una Lancia, imbracciando una pesante ascia o affidandosi all’elegante e rapidissimo Kusarigama, la cui doppia natura da arma a distanza e allo stesso tempo corpo a corpo può risultare un veicolo in più per avere la meglio delle truppe nemiche, tante e altrettanto variegate e soprattutto difficili da buttar giù.
La struttura ludica imbastita da Team Ninja però non si ferma qui, non almeno alla “semplice” vastità delle armi, in verità nemmeno poi così tanto numerose se si compie un paragone rispetto ad altri titoli del genere, ma trova la propria sublimazione nella profondità e nella stratificazione di esse e nel loro valore nell’economia del gioco. Basandosi su una struttura ludica piuttosto ricorrente, Team Ninja ha unito un po’ l’utile al dilettevole, incastonando in uno skill tree, esclusivo per ogni arma, e un numero elevatissimo di combinazioni e soluzioni tecniche di una profondità impressionante.
Ogni arma è infatti caratterizzata da una lunghissima sequela di combinazioni offensive che affondano le proprie radici all’interno della cultura del combattimento nipponica. Ciò si percepisce e si respira a ogni passaggio, a ogni scontro, cosa che riesce a rendere ogni battaglia una vera e propria sfida continua. Padroneggiare e fare proprio ogni stile di combattimento, legato appunto all’arma scelta, è probabilmente uno dei punti più alti della produzione, e ciò non è assolutamente un caso.
Un’arma è per sempre?
Sin dagli albori la cultura del combattimento che viene riportata con forza all’interno dell’immaginario di Nioh, si lega fortemente al forte binomio con la dottrina delle armi. Le armi, lo sappiamo bene, in Giappone hanno un’importanza ben diversa rispetto a qualsiasi altra parte del mondo ed è proprio qui che l’opera di Team Ninja riesce a tirar fuori il meglio di sé.
Se il piacere della caccia è infatti così sublime in Nioh questo è anche merito della forte importanza che viene data proprio alla scelta delle armi, una scelta che viene compiuta in buona sostanza all’inizio del gioco, seppur senza mai negare al giocatore la possibilità di ritornare sui propri passi (chiaramente soltanto sulle prime battute, poi successivamente diventa più complicato per ragioni legate alle statistiche del personaggio). E già dai primi vagiti è facile capire quanto questa scelta sia fondamentale, poiché in Nioh sono presenti armi, come dicevamo in precedenza, non esattamente numerosissime ma tanto belle da vedere quanto da utilizzare.
La scelta più ovvia potrebbe ricadere sulla famosissima e amatissima Katana, una delle armi più famose e iconografiche del panorama. La classica spada con impugnatura a due mani che i giapponesi identificano anche come Uchigatana, ossia un’arma bianca dalla lama curva a taglio singolo, è innegabilmente una delle scelte più comuni, anche perché assicura sul pratico un sistema di combattimento veloce ed equilibrato.
Discorso ben diverso se si analizza un’altra delle armi presenti nel gioco, ossia l’affascinante Kusarigama. Dal nome si evince la doppia natura dell’arma stessa, vale a dire l’unione di due elementi diversi: il Kusari (la catena) e la Kama, una piccola falce. Collegate tra loro, le due armi diventano una, fornendo così al giocatore uno strumento di morte egualmente letale sia dalla distanza sia corpo a corpo. Nioh però viene in contro anche ai giocatori meno “tecnici” e desiderosi di impiegare armi più poderose come ad esempio l’Ascia. Si torna a respirare aria orientale con l’immancabile Lancia che, a detta del sottoscritto, è l’arma che offre, probabilmente, l’esperienza ludica più appagante quando si analizzano le varie armi in dotazione. Lo stile offensivo insomma è legato fortemente all’arma che si decide di impugnare e non sarebbe potuto essere altrimenti.
Nioh 2: le novità che fanno bene
Durante le nostre prove con l’imminente secondo capitolo della saga abbiamo avuto modo di testare alcune nuove aggiunte al sistema di combattimento, tra cui appunto delle nuove armi. Senza rivoluzionare, abbiamo avuto modo di capire come il secondogenito del team di sviluppo nipponico sia stato costruito su una strada solida ma se vogliamo conservativa e, a dirla tutta, questo non ci sembra un male. Anzi. Ancora una volta infatti abbiamo avuto la prova concreta di quanto la produzione voglia spingere forte sull’acceleratore sotto il profilo del livello di sfida e soprattutto del desiderio della caccia.
In particolare, il Falcione a scatto, utilizzato personalmente durante la Closed Beta, ci ha restituito un feedback assolutamente soddisfacente, figlio di una perfetta combinazione tra la forza fisica e la rapidità d’azione che ha fomentato non poco la nostra voglia di tornare a distruggere orde di yokai sempre più numerose. Perché alla fine la cosa più bella di Nioh è proprio questa: l’amore per il combattimento, per la sfida e chiaramente per l’arma che decideremo di portare con noi. Occhio a scegliere quella giusta dunque: ne avremo veramente bisogno!