Master of Orion: la Porta dei Sogni – Recensione
Abbiamo bisogno di sognare. I sogni ci aiutano a vivere e a volte vorremmo che non finissero mai. Vi siete mai svegliati dopo aver fatto un sogno talmente affascinante da rammaricarvi del risveglio stesso? A me capita di continuo. I videogiochi in fondo, non sono che sogni, visioni interattive di mondi che non conoscemmo, che non conosciamo e soprattutto che non conosceremo mai. Master of Orion ci trasporta là dove nessuno di noi può sperare di arrivare, e cioè allo stadio in cui l’umanità varcherà le frontiere della nostra piccola casetta: il sistema solare. Probabilmente riusciremo a vedere al massimo l’uomo che sbarca su Marte, sempre se non schiattiamo prima, ma la probabilità di veder lasciare il pianeta a una parte dell’umanità resta più che altro un sogno .
Proprio il videogioco di NGD Studios ci mostra in modo magistrale una delle tante possibili (ma non sicure) evoluzioni del genere umano in homo astralis, cioè in uomo delle stelle, speriamo con più fortuna dell’astronauta in Space Oddity di David Bowie. Master of Orion ci apre gli occhi su una galassia popolata da numerose altre razze con le quali, volenti o nolenti, dovremo comunque avere a che fare. Certo, anche la vita nell’universo potrebbe essere più rara che possibile ma stiamo parlando sempre di sogni, no? Ciò che colpisce di questo titolo non è tanto il gameplay, meraviglioso in più punti, né le musiche (a volte ripetitive ma a ogni modo “trasognate”), né tantomeno il modulo economico o quello militare.
No. La parte migliore di Master of Orion è la colonizzazione di pianeti lontanissimi, ospitali o meno, e il tentativo di decifrare il ruolo di Orione come pianeta che in un tempo passato ha ospitato vita intelligente, ora estinta. Ci muoveremo tra guerre, sistemi solari, wormhole, tutti alla ricerca delle risposte alle domande più importanti: chi siamo? Da dove veniamo? Cosa c’era prima? Cosa ci sarà poi? Ecco perché dico che Master of Orion alimenta i nostri sogni, perché ci fa toccare con mano un futuro nel quale non saranno i singoli a contare, né i popoli galattici presi nelle loro individualità.
Al contrario, sarà l’unione di tutti, la profonda comprensione delle differenze a avvicinarci alle risposte che cerchiamo. Perché tutti, nel profondo di noi stessi, cerchiamo una soluzione ai nostri interrogativi e Master of Orion gioca con tutte queste possibili risposte. Va giocato, ma che dico “giocato”, va vissuto e assaporato nella sua effimera poesia, nella sua ridondante frenesia di conoscenza. Volate fra le stelle dunque, abbiate il coraggio di mettervi alla guida di un’intera razza e cercate fra i sogni quello che più vi piace. Elaborate la vostra visione del futuro. In una parola: sognate.
Non possiamo negare che questo particolare sogno abbia un prezzo, ma -ancora una volta- possiamo davvero dare un prezzo ai sogni o alle esperienze? Al giorno d’oggi non esistono molti videogiochi come questo Master of Orion, ecco perché vale davvero la pena comprarlo. I giochi con dietro un concept profondo stanno scomparendo in favore del “più veloce”, del “più facile”, della semplicistica comprensione dei comandi e basta. Per fortuna, titoli come questo, ci ricordano che il videogioco è un’opera sì di finzione, ma anche d’arte. Onore a questo titolo dunque, porta di tutti i sogni lontani dell’umanità e piccola opera d’arte contemporanea.
Se siete appassionati di fantascienza e strategia, se siete inguaribili sognatori e visionari, direi che è proprio giunto il momento di imbarcarsi in una delle più belle avventure strategiche mai realizzate.In questo viaggio onirico conosceremo infinite diversità accomunate dalla ricerca delle risposte alle nostre stesse domande. Questo Master of Orion è, insieme a Total War: Warhammer il miglior titolo strategico dell’anno. Che dire di più? Buon viaggio, sognatori!