Maneater: Una (sanguinosa) fiaba ecologista
Dietro alla trama degna di un B-Movie di Maneater, il nuovo titolo Tripwire Interactive a tema squali, potrebbe nascondersi un forte significato ambientalista.
Pochi giorni fa è uscito Maneater, nuovo titolo di Tripwire Interactive che ci permette di controllare un famelico squalo intento a consumare la sua sanguinosa vendetta nei confronti di un cacciatore di pescecani senza nessuno scrupolo.
Il titolo che noi in Redazione abbiamo apprezzato parecchio (qui la recensione del nostro Enrico Andreuccetti), non ha ricevuto un giudizio unanime da tutta la critica, pur venendo giudicato dal pubblico in maniera molto positiva.
In generale Maneater viene percepito come un gioco dal gameplay molto arcade e poco impegnato, proprio per l’estrema semplicità del plot che viene proposto: lo squalo controllato dal giocatore deve aggirarsi per i livelli open world (vasti il giusto, né troppo né troppo poco) divorando più o meno tutto quello che gli capita a tiro, crescendo, evolvendo e portando a compimento semplici missioni, alcune delle quali compongono un filone narrativo incentrato sulla vendetta, degno di un classico B-Movie in stile Asylum. Tutto qui? Apparentemente sì ma, volendo andare a curiosare appena sotto la superficie (metafora che ci sembra più che azzeccata! -ndr) possiamo trovare un significato ben più profondo.
Dopo aver giocato ed esplorato tutto quello che il titolo ci offriva, un’idea, o forse soltanto una suggestione, si è fatta strada nella nostra testa: Maneater è, a conti fatti, una sorta di fiaba ambientalista!
Anche se il gioco trasuda violenza in ogni dove ricordiamo comunque quello che Franz Kafka pensava delle fiabe in genere, riassumibile nel seguente aforisma: “Non esistono fiabe non cruente. Tutte le fiabe provengono dalla profondità del sangue e dell’angoscia“. Il che è verissimo: pensate con attenzione alla storia di Cappuccetto Rosso ad esempio… Gente divorata viva, animali squartati e chi più ne ha più ne metta!
Tralasciando il tema della vendetta nei confronti di Scaly Pete, il nostro cucciolo di squalo leuca in Maneater si aggira quasi sempre in ambienti acquatici disastrati, inquinati e, anche dove il tutto sembra quasi idilliaco, pesantemente compromessi dalla presenza umana.
Tutto questo traspare in continuo dal tanti dettagli, grandi e piccoli, che incontriamo girovagando tra i livelli. Anche gli stessi collezionabili o i vari punti di interesse finiscono sempre per riguardare molto spesso, in una maniera o nell’altra, l’impatto del genere umano sull’ambiente marino. Questa sensazione viene inoltre amplificata dal dark humor della voce narrante. Sono piccoli dettagli alle volte, ma che se vengono presi tutti assieme vanno a comporre un quadro molto ben delineato.
Se ci si fa attenzione, anche molte side quest non sono altro che azioni da intraprendere per cercare di ristabilire una parvenza di ordine naturale negli ecosistemi. Saremo spesso infatti chiamati a riportare “a livelli accettabili” le popolazioni di una determinata specie che, sempre a causa di squilibri causati dall’uomo, stanno crescendo incontrollatamente e danneggiando l’ecosistema.
Il nostro squalo per crescere (e vendicarsi) fa quello per cui la Natura lo ha creato: uccide e divora. Ma è appunto la sua natura, lo fa per sopravvivere, così come gli altri super predatori che andremo a combattere mano a mano che la storia si sviluppa. Anche loro prendono parte alla brutalità dell’equilibrio naturale, nonostante risultino molte volte mutati in una qualche maniera. Ovviamente per azione diretta o indiretta dell’uomo.
Come se non bastassero i rifiuti tossici, gli scarichi radioattivi e quanto di inquinante la nostra specie si è impegnata a spargere in lungo e in largo, per tutta la durata del gioco la voce che commenta le nostre azioni fa continui riferimenti a progetti di ingegneria genetica per scopi bellici che non sembrano affatto estranei alla comparsa di questi super predatori e forse anche delle mutazioni che il nostro squaletto potrà subire nel corso dell’avventura.
Anche qui, si può vedere come la mano avventata e superba dell’uomo abbia stravolto gli equilibri della Natura, cosa che a lungo andare finirà con il distruggerlo. Scaly Pete, nella sua immensa superbia, crede di andare incontro a una normale battuta di pesca quando dovrà affrontare il piccolo leuca a cui ha insensatamente inflitto tanto dolore.
Il pescatore si ritroverà invece davanti un vero e proprio mostro dell’Abisso desideroso di pareggiare i conti con chi lo ha minacciato fin dalla sua venuta al mondo. E che per raggiungerlo si è lasciato dietro di se, è proprio il caso di dirlo, una scia rossa di mutilazioni e distruzioni.
Una vera e propria forza della Natura che, a quanto sembra suggerirci il gioco, sarebbe saggio non disturbare…