Like a Dragon Infinite Wealth cambierà drasticamente la saga?
In dirittura d'arrivo il 16 Gennaio su console e PC, Like a Dragon Infinite Wealth potrebbe cambiare drasticamente la saga: scopriamo come.
In arrivo il 16 Gennaio su console e PC, Like a Dragon Infinite Wealth rivedrà Ichiban Kasuga in azione nel ruolo di protagonista. Accompagnato da Kazuma Kiryu sin dall’inizio – richiamando quel dualismo di Yakuza 0 -, il viaggio dello yakuza eroe questa volta esce dai confini giapponesi, per volare verso le Hawaii.
Per la saga questa sarà la prima volta che un capitolo ambienterà il suo racconto al di fuori dei confini giapponesi e tale scelta potrebbe portare a una rivoluzione straordinaria, se non persino più importante del cambio di protagonista e del gameplay.
Dopo aver giocato la demo del titolo, che ricordiamo potrà essere avviata solamente dopo aver concluso Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name, sono arrivato a pormi diverse domande sul prossimo capitolo e soprattutto sul futuro della saga.
Like a Dragon Infinite Wealth, come cambierà la narrazione alle Hawaii?
Con Yakuza: Like a Dragon e Like a Dragon Gaiden (ecco la recensione) si chiude infine il cerchio della storia della Yakuza: con le sempre più stringenti leggi, le varie organizzazioni criminali hanno appeso al chiodo le proprie attività, ponendo fine ad una storia durata oltre vent’anni. Con Like a Dragon: Infinite Wealth, la narrazione incontrerà un cambiamento importante.
Questo perché si abbandonerà con ogni probabilità quella struttura gerarchica e quel world building che da sempre ha contraddistinto la serie, intavolando in quest’occasione qualcosa di completamente nuovo. Ambientando il suo racconto alle Hawaii, non sarà possibile portarsi dietro con tanta facilità quella impalcatura narrativa che ha definito ogni capitolo del franchise di SEGA.
A Honolulu, ambientazione principale di questo nuovo capitolo, si incroceranno i pugni con un mondo malavitoso assai differente, con valori sicuramente opposti a quelli che hanno definito la Yakuza. E non bisogna dare per certo che le filosofie che hanno impersonato gli storici villain della serie possano incarnare lo spirito dei nuovi avversari di Ichiban e compagni.
Questo non implica che il racconto di Like a Dragon Infinite Wealth sarà più o meno epico a causa di un setting occidentale, tuttavia non possiamo aspettarci di ritrovare quelle caratteristiche fantapolitiche e gerarchiche che hanno definito ogni capitolo della serie.
Il successo del nuovo gioco infatti può definire da qui in avanti il futuro della saga, convincendo gli autori ad esplorare ulteriori mete occidentali per le prossime avventure di Ichiban, costruendo così anche esperienze diversificate tra loro. Avanzando di città in città tuttavia, si rischia di tralasciare quel world building costruito finora in vent’anni di storia.
Rinunciando a un tale fattore, che ha caratterizzato gli eventi e l’epicità dei racconti, si rischierebbe di perdere quell’anima costruita sull’onore e la filosofia di quei personaggi che hanno contribuito a rendere Like a Dragon – o Yakuza come preferite – la serie che oggi gode dell’amore del grande pubblico.
Uscire dai confini giapponesi
Ambientando il racconto nelle Hawaii, Like a Dragon Infinite Wealth (di cui potete leggere il provato) andrà incontro a una serie di cambiamenti. Abbandonando il setting tipicamente nipponico che da sempre ha identificato la saga, persino la concezione del mondo di gioco vivrà dei possibili mutamenti.
Nella prova infatti ho percepito insieme a Ichiban una sensazione di completa alienazione, come se mi ritrovassi in una nuova Ip piuttosto che in un Like a Dragon. Questo perché muoversi entro il centro urbano di Honolulu è completamente diverso rispetto al girovagare per Kamurocho e Sotenbori.
In particolar modo, nelle due mappe nipponiche si avvertiva sempre un clima suggestivo e confusionario, amplificato soprattutto dall’intervallarsi tra il giorno e la notte: alla luce del sole si viene travolti dallo scorrere della quotidianità cittadina, con lo schiamazzo dei clacson e l’interno rumore dei mezzi di trasporto a sovrastare qualsiasi suono.
Di notte invece, tra la folla, la musica assordante e una sfiorata epilessia per via delle insegne dei vari locali, si avverte una società più libertina che trasforma la città in un autentico luogo d’intrattenimento. Tutto ciò incarna la repressione di una società incredibilmente dedita al lavoro, che col favore della notte sfoga tutti i desideri più reconditi.
Non è di certo una novità che Like a Dragon ha ripreso tantissimi aspetti della società giapponese, trasmettendo in ogni sua incarnazione il dualismo della popolazione tra dovere e piacere. Questo si riassume ovviamente tra la inespugnabile serietà del plot principale e l’incredulità esilarante delle missioni secondarie.
Mettendo piede a Honolulu la concezione che si ha del mondo di gioco è estremamente diversa, colpa molto probabilmente dell’impossibilità di testare nella demo il ciclo giorno/notte. Ambientata solo di giorno, la porzione di gioco testata mi ha dato delle sensazioni completamente diverse, soprattutto nell’orientamento.
Sia chiaro, dopo aver passato ben otto giochi tra Kamurocho e Sotenbori (ed occasionalmente anche Ijincho e Okinawa), approdare nella capitale hawaiana è una sorta di nuovo inizio. Questo perché nonostante la presenza di attività piuttosto familiari, muoversi entro gli spazi della città non è assolutamente come muoversi nelle stradine e vicoli dei quartieri giapponesi.
Honolulu infatti è davvero grande, con aree ampie e prive di quel piacevole soffocamento che si poteva percepire nelle ambientazioni giapponesi, tuttavia tale grandezza non gode al momento di una densità di attività simile al passato. Questo potrebbe identificarsi come un approccio più orientato verso la narrazione, sottraendo all’utente diversi elementi di disturbo.
Ma prima di approfondire questo particolare, ciò che tengo a sottolineare è che con le Hawaii si viaggia verso una rivoluzione ignota per il franchise. Abbandonando il world building costruito in vent’anni di attività, l’ambientazione tropicale potrebbe dar vita a una serie di viaggi intercontinentali per Ichiban, creando capitolo dopo capitolo il viaggio e la consacrazione dell’eroe.
Ma in uno scenario ipotetico, dove le future incarnazioni visiteranno altri paesi e città, sarà difficile creare un mondo solido e così ben definito come quello costruito finora. Anche solo basandoci sugli ambienti criminali che possono contraddistinguere ciascun luogo, la continuity portata avanti fino a Yakuza: Like a Dragon verrebbe a mancare.
Questo perché a partire dai presupposti narrativi di Infinite Wealth, notiamo che risulta alquanto difficile – se non addirittura impossibile – importare quanto è stato fatto nei precedenti capitoli, figuriamoci inoltre se ciò che avverrà nelle Hawaii potrebbe protrarsi in futuro nei successivi capitoli della serie.
Dato che Honolulu sarà in fin dei conti un banco di prova importante, il suo successo potrebbe persino dare vita a diverse avventure storicamente slegate tra loro, permettendo dunque di generare anche dei futuri entry-point per la serie o persino di dare più spazio ad altri personaggi.
La filosofia di Shenmue può arrivare a Honolulu?
Un grosso punto interrogativo che mi sono posto durante il provato della demo è se la filosofia di Shenmue potrà adattarsi a un’ambientazione così diversa come Honolulu. Bisogna sottolineare che la serie di Yakuza nasce soprattutto come successore spirituale dell’opera di Yu Suzuki, di cui ne ha ereditato la struttura del mondo di gioco e il design.
Per chi ha giocato l’epopea di Ryo Hazuki, ricorderà benissimo come Dobuita e Hong Kong fossero luoghi ricchi di attrazioni e distrazioni dalla quest principale, un approccio che in seguito venne adottato da Toshihiro Nagoshi e il team di RGG Studio per realizzare Yakuza.
Tuttavia si tratta di un modello cucito su quelle che sono le abitudini della società giapponese e che in produzioni occidentali non sono mai state replicate, causa anche di una serie di fattori che rendono il Giappone così diverso dal resto del mondo.
Like a Dragon Infinite Wealth corre il rischio di dover rinunciare a parte di quell’essenza per approdare alle Hawaii, dato che nella demo ho riscontrato una sorta di incompatibilità tra quella filosofia di mondo e un setting puramente occidentale. Certamente, non mancano elementi assurdi come il monster design, ma la città non mi ha regalato sensazioni assolutamente positive.
A Honolulu vi saranno alcune attività piuttosto familiari, come il Karaoke e le freccette, tuttavia ho avuto la percezione di trovarmi dentro un Gardaland con poche attrazioni attive. Certamente, sono previste altre attività, come l’isola Dondoko, ma non è dato per certo che tali contenuti possano reggere il peso di un luogo così grande come la capitale hawaiana.
Un’altra impressione che ho avuto dalla demo è che la nuova avventura di Ichiban e Kiryu possa focalizzarsi maggiormente sul racconto, spingendo dunque il giocatore ad avanzare nella main quest, contrariamente al modus operandi portato avanti finora dal franchise di SEGA e RGG Studio.
Dunque è lecito chiedersi se quella filosofia tramandata da Shenmue sarà compatibile in un luogo così estremamente diverso e lontano da quelle che sono state fino adesso le abitudini della serie, specie sei costretto portare alle Hawaii un elemento così anacronistico come lo Shoji.
Concludendo, Like a Dragon Infinite Wealth sarà un capitolo molto significativo per il franchise e potrebbe persino rivoluzionare quello che nel tempo è diventato il gioiellino di SEGA. Tuttavia, il setting occidentale può comportare a numerosi cambiamenti, molti di più rispetto al cambio di un protagonista e di un sistema di combattimento.
Pertanto, sarà curioso vedere a cosa porterà il successo – o il fallimento – di un tale esperimento, che potrebbe aprire le porte a tantissimi scenari sia per la serie che per il team di sviluppo. Tuttavia per tirare le somme, non ci resta che attendere di mettere le mani sulla versione finale del gioco.