Le 10 ragioni per le quali Nintendo Switch potrebbe non farcela
Nintendo non è una società come le altre. In pratica è fin dai tempi del Gamecube che la compagnia nipponica sceglie puntualmente una strada diversa rispetto a quella dei competitor che a periodi alterni si spartiscono il ruolo di regina del mercato dagli anni 2000 in poi. E questa tendenza si è vista nettamente anche questa notte quando, alle 5 di mattina, i fan più irriducibili si sono svegliati per assistere alla presentazione ufficiale in territorio giapponese di Nintendo Switch. La prossima console della Grande N verrà lanciata in contemporanea mondiale il 3 marzo, quasi 4 anni dopo il debutto delle sue rivali sul mercato.
Tanta attesa, tanti rumors, tanti leaks ma da oggi sappiamo cos’è Nintendo Switch, quanto costa, quando esce, che giochi possiamo attenderci nei primi mesi della sua vita e tanto altro. Tuttavia la reazione del mondo videoludico non è stata così radiosa e positiva come forse il presidente Kimishima si aspettava quando spiegò al mondo per la prima volta il concetto di console ibrida tra casalinga e portatile. E per questo ci sono venuti molti dubbi causa una presentazione che ha lasciato più domande che certezze, più fattori negativi che positivi.
Il tempo dirà la sua ma per il momento ecco qui le dieci ragioni per le quali Nintendo Switch non convince a pieno.
10) Motion control? Again?
Uno dei momenti più strani ma interessanti della conferenza di ieri è stata certamente la risurrezione dei controller di movimento, reminiscenze dell’epoca Wii. Con la tecnologia dietro ai nuovi controller Joy-Co e con “1, 2, Switch” e “ARMS“ ci è sembrato di tornare a una presentazione di 7-8 anni fa, nel bene ma soprattutto nel male. I motion control infatti sono stati abbandonati ormai da tutti (eccetto VR se vogliamo, ma quella è una storia differente, ndr) e la loro presenza non si può non interpretare che come un tentativo da parte di Nintendo di ricatturare la magia del Wii. Magia che proprio Wii U ha probabilmente dimostrato essere difficilmente ripetibile.
9) Online a pagamento e limitato
Ovviamente Nintendo Switch non può ignorare la componente online così preponderante nel gaming di oggi. Visti i precedenti alquanto “giurassici” di Nintendo nel settore, è difficile pensare di vedere un’infrastruttura online competente su Switch. I primi dettagli infatti lasciano molto a desiderare: basti pensare che per scambiarsi messaggi e interagire tra giocatori servirà un’applicazione dedicata sul proprio smart device. In passato il servizio online di Nintendo è sempre stato gratuito, ma con Switch – dopo i primi mesi – le cose stanno per cambiare: come per Xbox e Playstation infatti il multiplayer online necessiterà del pagamento di un abbonamento dai costi ancora ignoti. Dov’è il problema direte voi, se anche gli altri offrono le stesse condizioni?
La potenziale problematica è da ricercare nella clientela classica di Nintendo spesso composta da famiglie, bambini e giocatori che in generale sfruttano poco il gioco in rete, grazie anche alla line-up che presenta pochi titoli come COD, Titanfall e compagnia bella: non sarà facile spiegare a queste persone che per giocare a Mario Kart online servirà un costoso abbonamento.
Ma ci saranno almeno giochi in regalo? Beh, non vi fate illusioni: si parla di un titolo al mese dalla libreria NES o SNES.
8) La batteria risicata
Qui non ci aspettavamo miracoli: Switch è una potente console portatile, con un grande schermo e dal peso e dimensioni ridotte, tuttavia i dati rilasciati da Nintendo restano deludenti: la batteria, staccata dalla dock, durerà dalle 2.5 alle 6 ore. Nintendo ha inoltre specificato che un gioco come Zelda consumerà il device tanto da non raggiungere le tre ore di autonomia. Oltretutto queste cifre sono dati dichiarati direttamente dalla casa produttrice e generalmente si rivelano all’uso pratico ancora inferiori.
Siccome molti dei filmati e della propaganda pre-vendita della grande N sugli usi ideali di Switch si concentra su grandi feste o lunghi voli in aereo, essere abbandonati dalla batteria sul più bello sembra un ipotesi probabile.
7) L’inadeguata memoria interna
Mentre le concorrenti fanno a gara a colpi di terabyte, Nintendo Switch uscirà con una memoria flash interna di soli 32 GB, espandibile tramite costose Micro SD.
Un dato praticamente inaccettabile in un mondo dove scaricare versioni digitali dei giochi è ormai una pratica frequente; certo difficile inserire un hard disk in un tablet, ma almeno poter dare la possibilità di archiviare dati nella docking station poteva essere un’idea. E invece,
Nintendo Switch non avrebbe spazio per installare un pesante Assassin’s Creed qualunque, anche se Ubisoft si degnasse di realizzarne un port.
Inoltre preclude la possibilità di un grosso parco titoli on line da scaricare tramite store, pratica a cui ormai molti gamers sono avvezzi data l’innegabile comodità di questa operazione.
Non ci è dato ancora sapere se in futuro saranno previsti metodi di storage differenti, magari sotto forma di componente aggiuntivo, cosa che non sappiano se augurarci o meno.
In ogni modo prevedere uno storage aggiuntivo utile funzionale e disponibile si da subito sarebbe stata una manovra vincente.
6) La line-up di lancio…
- The Legend of Zelda: Breath of the Wild
- 1, 2, Switch
- I Am Setsuna
- Has Been Heroes
- Just Dance 2017
- Snipperclips – Cut it out, together!
- Super Bomberman R
Eccola qui, la line-up che accompagnerà la console nei negozi il 3 marzo, almeno negli Stati Uniti, la quale molto probabilmente ricalcherà quella delle nostre parti. Basta un calcolo numerico per rendersi conto di quanto si tratti di una lista scarna, nella quale poi troviamo una maggioranza di port di vecchi giochi o altri titoli minori/scaricabili.
Nintendo stessa propone solo “1,2, Switch”, la già citata (e potenzialmente divertente per carità) raccolta di minigiochi e l’incommensurabile “The Legend of Zelda: Breath of the Wild”, titolo che però vedrà la luce nello stesso momento anche su Wii U. Di certo non irresistibile.
5) … e i dubbi su quella che seguirà
Non si è parlato solo di giochi del lancio, Nintendo ci ha offerto una panoramica sulle uscite previste da qui a fine 2017, ma si spera siano solo una parte di quelle reali. È davvero un peccato che molti di questi titoli non possano essere presenti per accompagnare il lancio la console. Però una domanda sorge spontanea, visto che il grosso del lavoro è stato fatto, come è possibile non riuscire a rilasciare in tempo Mario Kart 8 Deluxe, una versione riveduta e corretta del gioco per Wii U?
Più comprensibile voler attendere l’estate per l’esordio di Splatoon 2, il seguito del geniale sparatutto a base d’inchiostro uscito a fine ciclo vitale di Wii U. Difatti il gioco ci è sembrato come al solito molto divertente anche se è impossibile non rimanere delusi per la mancanza di un sostanziale aggiornamento grafico o del gameplay che traspare dalle prime immagini: sembra infatti di trovarsi di fronte a un’espansione del primo capitolo è più che a una nuova release.
A fine anno invece la parte del leone la farà un nuovo Mario in 3D, chiamato: Super Mario: Odyssey. Questa introduzione ha fatto davvero molto discutere: sebbene il gioco sembri davvero molto ispirato in alcune sezioni e mostri uno stile unico, con una struttura sandbox stile Mario Sunshine o 64, la scelta di ambientare parte del titolo in una città dal look realistico, con Mario che corre tra stralunati uomini d’affari degli anni ’30 con proporzioni completamente diverse dalle sue, potrebbe sembrare un azzardo.
Anche Monolith Soft ha presentato il nuovo Xenoblade: come al solito ci si attende un JRPG davvero enorme, ma il livello grafico e l’inedito character design hanno portato a qualche polemica.
Altri progetti includono Fire Emblem: Warriors e un nuovo Shin Megami Tensei. Non una situazione terribile, ma ogni progetto ci ha dato qualche piccola preoccupazione e da una console che dovrebbe vedere l’attenzione completa della grande N, ora non più legata a sviluppare software per due piattaforme allo stesso momento, ci si poteva attendere di più.
4) L’arretratezza tecnologica
Switch arriva sul mercato tre anni e passa dopo le rivali. E sarà ancora una volta meno performante della concorrenza, questa volta notevolmente se consideriamo anche la neonata PS4 Pro e l’imminente Scorpio.
Certo è forse la console portatile più potente mai costruita, ma siccome passerà una buona parte della sua vita collegata a un televisore, è giusto confrontarla anche con le rivali casalinghe. Nessuno dei titoli mostrati ci ha stupito tecnicamente e anche un gioco originariamente concepito per Wii U non performerà a 1080p sulla televisione di casa. Davvero deludente per un hardware del 2017 ed elemento cardine per il problema che si presenta al terzo posto.
3) Il supporto terze parti
Negli anni, dopo la debacle dei famosi Capcom Five su GameCube, la storia d’amore tra Nintendo e le terze parti è stata dolorosa e complicata e i primi annunci non sembrano migliorare questa situazione. Qui la colpa sarà in parte di Nintendo, in parte delle stesse terze parti: queste ultime però sono in parte giustificate dopo l’esperienza passata con Wii U quando in molti si sono prodigati per fornire titoli al lancio per vederli poi dimenticati sullo scaffale dagli appassionati nintendari innamorati solo di Mario, Metroid e compagnia bella.
Tuttavia, in un anno dove usciranno capolavori annunciati come Destiny 2, Red Dead Redemption 2, Mass: Effect Andromeda, Resident Evil VII, Nier: Automata e molti altri, è impossibile pensare di potersi esaltare per Skyrim, Steep, Rayman Legends e una versione probabilmente castrata di FIFA.
Le cose potenzialmente potrebbero cambiare se le vendite dovessero essere molto convincenti da subito, ma l’architettura mobile e soprattutto la già citata mancanza di cavalli sotto il cofano difficilmente convinceranno i publisher più importanti a portare i loro progetti su Switch.
2) Il prezzo
329 € senza gioco incluso, quindi diciamo di volerci accompagnare uno Zelda qualsiasi, fanno già 400€ circa. Questa è la somma necessaria per portare a casa una versione funzionante di Nintendo Switch, a quasi il doppio del prezzo di quanto abbiamo recentemente trovato le più potenti, ricche di giochi e diffuse Xbox One e PS4. Investire su Nintendo Switch al lancio sarà un atto di fede dei fan non c’è dubbio. Poi è chiaro: Switch offre qualcosa di unico, la portabilità e le sue funzioni peculiari come i Joy-Con, ma, a meno di essere proprio fissati con Zelda e Mario o di passare metà della propria vita tra aerei e interminabili visite a casa della nonna in mezzo alla campagna lucana, a questo prezzo non ci sono ragioni per preferire il nuovo prodotto di Nintendo alla concorrenza. Inoltre, qualsiasi nuovo accessorio – come un nuovo controller per esempio – ci porterà via come minimo 70 €. Sembra una barzelletta ma non lo è.
1) Una console senza un pubblico (o quasi)
Quale sarebbe il pubblico di Switch, il target che Nintendo si aspetta per fare il botto (perché è di questo che ha bisogno) e tornare rilevante sul mercato dell’hardware? È una bellissima domanda, perché noi non lo abbiamo capito. Come già detto molte volte esiste uno zoccolo duro Nintendo che senza dubbio affollerà i negozi il 3 di marzo, ma dopo? Senza terze parti e senza una potenza grafica di primo livello, non è sicuro una console per il casual gamer o per chi comunque punta tutto sui grandi brand. Qui non uscirà GTA, non uscirà probabilmente COD, non uscirà Star Wars: Battlefront.
I miracoli come quello avvenuto con la Wii, la quale riuscì a superare con la sua carica di innovazione questi dogmi radicati, succedono forse una volta nella vita. Nintendo Switch, con la sua geniale – perché geniale è – idea di valicare i limiti tra console portatile e fissa rischia di alienare sia il pubblico da viaggio sia quello da salotto.
L’audience principale dei grandi successi di Nintendo, dal GameBoy al 3DS, è stata senza dubbio quella dei più giovani, grazie all’alta portabilità, connettività e prezzo ridotto dei suoi prodotti: da genitore non avrei problemi ad acquistare un DS con Pokémon a mio figlio e vederlo giocare anche nel giardinetto o alla ricreazione a scuola con gli amici. Adesso Switch, con il suo prezzo premium, l’ingombro e il concept comunque non facile da comprendere, difficilmente potrà ricoprire quel ruolo di impulse buy o di regalo di Natale per i più piccoli: sinceramente, non manderei il mio pargolo a scuola con un pezzo di tecnologia da 350 € nello zaino.
Allo stesso tempo anche il pubblico da salotto ha altre opzioni al momento sul mercato e nuove ne arriveranno nei prossimi mesi e anni, per rendere Nintendo Switch già obsoleto prima della partenza. Probabilmente esiste una nicchia, magari di millennials cresciuti con Nintendo, ora in possesso di denaro da investire e con un’altra console magari già attaccata alla propria televisione alla quale NS farà gola, ma questa stessa nicchia è probabilmente la stessa che ha già comprato Wii U e quella che, almeno al lancio della console non avrà ragioni particolari per effettuare l’upgrade.
In tutto questo, non siamo qui a condannare Nintendo in primo appello. Con questa riflessione abbiamo però voluto mettere l’accento su elementi fondamentali a cui Nintendo doveva puntare per sperare di conquistare un mercato più ampio. Se contiamo inoltre che a breve il 3DS andrà in pensione, con i suoi ricavi e vendite, il futuro della società che fu di Iwata, non sembra dei più rosei. Non fraintendeteci non facciamo il tifo “contro”, anzi.
Saremmo ben felici di vedere la Grande N tornare alle posizioni di dominio del mercato che meriterebbe, tuttavia ci sentivamo di dover rimarcare come questa strategia ci convinca poco e come sottovaluti o interpreti probabilmente in maniera sbagliata un mercato che è ben cambiato dall’epoca in cui Nintendo era sinonimo di videogioco.