Last of Crunch: Naughty Dog e il nuovo stress-game
Lo stress da lavoro correlato non è un (video) gioco.
Recentemente alcuni dipendenti di Naughty Dog, i creatori delle serie di The Last of Us, Crash Bandicoot e Uncharted, si sono fatti avanti e, in forma anonima, hanno raccontato cosa significa lavorare per l’azienda di Santa Monica e come il crunch e lo stress siano ormai pratiche diffuse a livello aziendale. Per fare un po’ di chiarezza, con il termine crunch non si fa riferimento agli esercizi addominali bensì si identifica una situazione di intenso stress lavorativo causata da scadenze impellenti che producono una quantità importante di ore di lavoro supplementari.
Purtroppo negli ultimi anni si è accostato spesso questo termine agli ambienti videoludici, svelando scenari ai limiti dell’umana sopportazione
Secondo un ampio rapporto apparso sulle pagine di COGconnected, oltre una dozzina di dipendenti di Naughty Dog hanno voluto raccontare le condizioni di lavoro nello studio di Santa Monica, del numero di ore lavorative sostenute e del conseguente livello di crunch generato. La quantità di lavoro settimanale, come riferito da uno delle fonti anonime, negli ultimi tre o sei mesi di un progetto, arrivava intorno alle 60/70 ore e vi erano alcuni dipendenti che andavano ben oltre questo trend.
La dimensione del crunch, come sostiene un altro dipendente di Naughty Dog, non ha un perimetro ben delineato, anche perché non vi è un mandato o una comunicazione che stabilisca ufficialmente l’inizio del periodo di intenso stress. È una situazione di contesto, che parte dai manager che diffondono una buona quantità di pressione e si estende come un virus al team che, preso dalla voglia di chiudere bene il progetto iniziato, entra in questa spirale fatta di sacrifici e tanto duro, e talvolta malsano, lavoro. Non viene indicata una quantità esatta di lavoro da compiere, ma solamente ricordato l’impegno di svolgere al meglio la propria mansione, anche se vuol dire sostenere un numero di ore ai limiti dell’umana sopportazione. Se non aderisci a questo stile, ti chiudono la porta in faccia senza nemmeno ringraziarti
Come con il gioco del bastone e della carota, Naughty Dog per sedare i malcontenti da stress e crunch, come riferisce un’altra fonte, offre ai suoi dipendenti catering, camion carichi di cibo e pasti pagati.
Le pratiche di extra lavoro erano note anche al reparto risorse umane di Sony, ma venivano semplicemente etichettate come normale politica aziendale. Il senso di appartenenza, come ricorda un’altra fonte, non era proprio dell’azienda di Santa Monica che non riconosceva affatto la dedizione, il sacrificio e il logorio causato dalle ore extra lavoro, dei propri dipendenti che, nei periodi di massimo crunch, non riusciva nemmeno ad abbracciare i propri cari.
Per chi non se lo ricordasse, la pratica del crunch e dello stress lavorativo praticate da Naughty Dog suscitò qualche polemica già nel 2016, quando la famosa autrice statunitense di videogames, Amy Hennig, uscì allo scoperto con sconcertanti dichiarazioni. Secondo la Hennig, all’epoca coinvolta nello sviluppo di Uncharted 3, lavorare sette giorni su sette con un turno lavorativo giornaliero di almeno 12 ore, era considerato un’abitudine estesa a tutti i livelli aziendali.
Un crunch autoindotto è invece la versione di Andrew Maximov, direttore artistico della serie Uncharted, sostenuta durante l’evento “Digital Dragons” nel 2018. Naughty Dog, come riferito da Maximov, non ha né produttori e né una gestione dedicata ma il tutto viene fatto in completa autogestione con team formati da persone che tengono fortemente al proprio lavoro. Maximov conferma e integra un aspetto altresì indicato nel report dei tredici dipendenti anonimi: “Nessuno ti dirà mai di restare fino a tardi. Ma la gente lo fa, perché crede assolutamente di volere o di dover fare questa cosa”.
E’ vero che la verità resta sempre in una zona grigia, a metà il detto e non detto, ma mi chiedo e vi domando: può il crunch essere visto come una forma di estremo stacanovismo e dedizione per quello in cui si crede, oppure è figlio della semplice paura di perdere il posto di lavoro indotta da un management freddo e spietato?
Onestamente non riesco ad avere un’opinione ferma e sicura a riguardo, ma quello che so di certo è che denuncerò e condannerò apertamente questo fenomeno che, se non seriamente controllato, rischia di distruggere i creatori del nostro divertimento.