Killzone 3 – Prova della beta multiplayer

Purtroppo dopo un inizio d’anno ricco di esclusive importanti, quali God of War III e Heavy Rain, l’ammiraglia di casa Sony non ha più avuto l’onore di ospitare giochi appositamente sviluppati. Con un Gran Turismo 5 ancora in bilico tra il 2010 e il 2011, gli aficionados Sony non aspettano altro che il nuovo anno per provare nuovi titoli. Tra le esclusive Sony più importanti e famose troviamo senza dubbio Killzone, che all’inizio del prossimo anno tornerà con il terzo capitolo della saga. Il team al lavoro sul prodotto è lo stesso del precedente capitolo, i Guerrilla, e questa volta sembra vogliano davvero impressionare gli appassionati con un titolo completo sotto tutti i punti di vista. In questi giorni è partita la closed beta del multiplayer, e abbiamo avuto il piacere di provarla per voi. Ecco il nostro resoconto.

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Appena avviata la beta, è interessante vedere due opzioni: Multiplayer e Botzone. Nella prima si ha accesso alle opzioni per iniziare una partita contro avversari umani: nulla di nuovo, quindi; la seconda, invece, permette di simulare delle partite contro dei bot controllati dall’intelligenza artificiale. Quest’ultima opzione permette ai giocatori meno esperti di godere delle modalità Warzone e Guerrilla Warfare, senza la frustrazione di essere ucciso ad ogni passo da giocatori umani ben più forti, dal momento che è possibile settare la difficoltà. L’unica limitazione della Botzone è la mancanza della modalità Operations, novità di questo terzo capitolo.
 

 


La carne al fuoco

Le modalità disponibili in multiplayer per ora sono tre: Guerrilla Warfare, Warzone e Operations. La prima è il classicissimo deathmatch a squadre, dove la fazione che ha totalizzato più uccisioni vince la partita. Tale modalità è caratterizzata da mappe abbastanza ristrette, ma, nella fattispecie, abbiamo avuto modo di provarne solo una, in comune con altre modalità; l’unica differenza tra queste è l’impossibilità di raggiungere alcune zone, proprio per non disperdere l’azione e tenere i giocatori in spazi relativamente piccoli.

Il secondo tipo di partita disponibile, Warzone, era già presente in Killzone 2, e qui si ripresenta con la medesima formula: in mappe molto vaste, gli obiettivi da portare a termine sono dinamici, cioè cambiano continuamente appena ne verrà portato a termine uno; vince la squadra che ha raggiunto il maggior numero di obiettivi. Dicevamo che le mappe, in questa modalità, sono molto vaste e nella beta provata ne sono presenti tre, una in comune con le altre due modalità e altre due in "esclusiva". Più avanti parleremo in maniera approfondita delle diverse mappe, ora passiamo a parlare della novità di questa edizione: Operations.

Tale modalità funziona in maniera similare a Warzone: i giocatori saranno divisi in Helghast e truppe Isa, e dovranno affrontarsi tra loro e portare a termini tre obiettivi diversi; ad ogni obiettivo raggiunto, che sia a favore o a sfavore della propria squadra, partirà una cutscene. Ciò lega ogni missione con una specie di piccola storia,  e da quel che abbiamo potuto provare, il tutto funziona bene e ci sembra un’ottima scelta per variare un po’ l’offerta. L’unica preoccupazione, però, sta nella varietà di questa stessa modalità, dal momento che i video mostrati sono sempre gli stessi per ogni partita, e cambiano solo nel caso vincano gli Helghast piuttosto che le truppe Isa; speriamo quindi che con l’aggiunta di nuove mappe cambino anche i filmati che legano le diverse missine; se ciò accadrà, e le missioni saranno abbastanza varie, siamo sicuri che Operations sarà la modalità più gettonata da parte degli utenti.

 

L’occhio dell’osservatore

Fatta quindi una panoramica sulle modalità presenti, ci occupiamo in maniera approfondita delle diverse mappe di gioco. In generale, appaiono abbastanza complesse nella struttura e tutte sono di ottimo livello. Partiamo da quella in comune con tutte e tre le modalità: la mappa è ambientata in uno pseudo porto futuristico sommerso dalla neve, dove ci sono tantissime zone interne e qualche spazio aperto dove poter dare sfogo alle abilità di cecchino. Sono presenti, inoltre, diverse zone sopra elevate e utili nascondigli, non solo dei buoni punti per i cecchini ma anche per gli amanti dello scontro ravvicinato; in più, vista la grandissima quantità di zone interne e la quasi labirintica posizione delle stanze, permette di celarsi nell’ombra e uccidere i nemici con attacchi in corpo a corpo. Appare quindi ottima questa mappa ambientata in un clima invernale.

Passando invece agli altri due livelli disponibili, questi ricorderanno molto da vicino le ambientazioni di Killzone 2, con zone desertiche e costruzioni industriali; invece, le zone con la neve erano completamente assenti nel capitolo passato. Andando a valutare la mappa desertica, con rovine di edifici urbani, non possiamo che complimentarci con gli sviluppatori che hanno saputo bilanciare a dovere l’uso degli esoscheletri (presenti anche in Killzone 2) con un level design d’autore. Questa mappa è principalmente indicata per la fanteria, visto che presenta ampi spazi aperti con pochi ripari ed edifici chiusi dove ci si può nascondere per cecchinare qualche mal capitato. Anche questa è parsa ottima e leggermente più semplice nella struttura.

Ci resta quindi l’ultima mappa, ambientata in un complesso industriale dove si è assordati dalle turbine che girano nelle vicinanze. Questa mappa è estremamente caratterizzata proprio grazie a un’ottima rifinitura dei diversi componenti meccanici presenti in giro, e all’ottimo impianto sonoro. Forse è la più difficile in cui ambientarsi, vista la struttura, e non permette ai cecchini di appostarsi a causa della mancanza di nascondigli, ma risulta comunque bilanciata ed estremamente piacevole da esplorare e giocare. Concludendo il discorso sulle mappe, possiamo dire che gli sviluppatori stanno svolgendo un ottimo lavoro; speriamo solo che la varietà e la quantità sia accettabile.

 

Fucile alla mano

Finora non ci siamo concentrati sul gameplay vero e proprio, anche se in uno sparatutto ciò che conta maggiormente è la qualità delle modalità e delle mappe; ci sono state alcune piccole modifiche rispetto a Killzone 2, e i veterani del secondo capitolo le noteranno senz’altro. In primis, ci è parso molto più preciso e affidabile il controllo della mira, dove lo stick analogico fa il suo dovere; i movimenti del personaggio nello spazio sono sembrati molto meno pesanti e affannati che in passato. Ciò ha reso senz’altro più immediato e frenetico il gameplay, che però non raggiunge i livelli di un Call of Duty o del più recente Medal of Honor. Il rinculo delle armi è stato leggermente diminuito, anche se si rende spesso essenziale dover utilizzare il mirino per non sprecare troppi colpi, che nella maggior parte dei casi, se non si sta attenti, vanno a vuoto. Ad aumentare la profondità di un gameplay comunque complesso, ci pensa la presenta di diverse classi, ognuna con delle abilità e un arsenale specifico. Durante la partita, è possibile cambiare, ad ogni respawn, classe e armi, in modo da adattare il proprio stile di gioco e il proprio set di strumenti bellici ai nemici e alle situazioni. Per esempio, gli ingegneri, oltre ad aver accesso a solo uno specifico gruppo di armi primarie e secondarie, possono riparare le postazioni amiche dove fare rifornimento di munizioni; invece il medico ha la possibilità di curare i compagni inermi sul terreno, prima che vengano definitivamente finiti dal nemico. In generale, appare quindi estremamente profondo il gameplay offerto dalla componente online. Non ci resta che vedere cosa sono stati in grado di fare gli sviluppatori per quanto riguarda la campagna in singolo.
 

 


La bellezza della tempesta

Nonostante sia una versione ancora in fase di sviluppo, il codice è parso abbastanza buono con pochissimi bug, ma ciò che davvero impressiona è il comparto grafico. L’ambientazione che più di ogni altra ci è rimasta impressa, da quel che abbiamo visto in questa beta, è senza dubbio quella ambientata nella neve. La realizzazione della tempesta e dei fiocchi è davvero d’effetto, con un uso ottimo degli effetti particellari che hanno reso famoso il secondo capitolo. La qualità delle texture è di ottimo livello e le animazioni convincono per qualità e realisticità; gli shader dell’acqua non appaiono ben realizzati come ci si aspettava, ma è davvero notevole l’effetto che si ha quando ci si ferma a guardare le onde che increspano la superficie del mare. A tratti il framerate è sembrato abbastanza altalenante, ma non sappiamo se ciò sia dovuto a problemi di lag o a una cattiva ottimizzazione del motore grafico. Comunque sia, Killzone 3 appare già da ora incredibile graficamente, con migliorie più o meno marcate rispetto al precedente capitolo. Non abbiamo avuto modo di ascoltare la colonna sonora, ma gli effetti udibili durante il gioco, dalle esplosioni al fruscio del vento, sono ottimi e rendono bene l’idea dell’ambientazione.

 

Considerazioni

Il multiplayer di Killzone 3, dalla beta provata, è parso assolutamente ottimo e ben sviluppato; purtroppo sorgono alcune perplessità sulla qualità delle altre modalità e mappe, che potrebbero non soddisfare il giocatore più esigente. Sicuramente più complesso e meno immediato di titoli come l’ultimo Medal of Honor e i vari Call of Duty: ciò potrebbe sia accontentare che scontentare i giocatori, che si divideranno tra chi lo adorerà e chi lo denigrerà, facendo della complessità e della profondità del gameplay un’arma a doppio taglio. In generale, però, il prodotto ci è sembrato ottimo anche dal punto di vista grafico, forse non impressionante come fu Killzone 2, ma comunque buono e anche migliorato rispetto a quest’ultimo. Per concludere possiamo definire il multiplayer di Killzone 3 così: diverso, ma classico.

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