Italia ed eSports: l’intervista a Maurizio Miazga
L’Italia si sta affacciando sempre più nel mondo degli eSports e del gioco competitivo: la nostra redazione ha chiesto un parere autorevole sulla questione, intervistando Maurizio Miazga, Segretario Nazionale di FedereSports. Nata verso la fine del 2017, la Federazione italiana degli e-Sports si muove verso la filosofia del “videogioco consapevole“, quella auspicata dal nostro governo già nel lontano 2016. Il loro obiettivo è infatti quello di avvicinare ai ragazzi allo sport vero attraverso i videogiochi sportivi, restando estranea a motivazioni di natura commerciale
Vi lasciamo alla nostra intervista che traccia il punto sul mondo degli eSports in Italia, ringraziando Maurizio Miazga per il suo prezioso contributo.
In cosa consiste il vostro lavoro e qual’è il tuo contributo nel mondo degli eSports in Italia?
La mission di FedereSports consiste nel creare la “casa comune” nella quale tutti gli stakeholders trovino regole condivise, infrastrutture solide e la possibilità di ottenere il massimo secondo le proprie aspirazioni. Una delle prime cose da fare è stata creare dei regolamenti ai quali gli sportivi e gli addetti ai lavori potessero accedere per avere la certezza dei propri investimenti. Senza regolamenti non esiste alcuno sport, si resta nel campo del divertimento fine a se stesso; con i regolamenti si entra nel campo delle attività sportive e nelle competizioni. Il nostro contributo è stato e continua a essere proprio questo.
Come reputi la risposta alle vostre iniziative?
Le istituzioni hanno perfettamente compreso la portata delle nostre iniziative e garantisco che non era per niente scontato. Sia in ambito sportivo (intendo il CONI), sia in quello delle autorità di Governo la percezione era in generale, quella di avere a che fare con un mondo che pensa a giocare e nel quale le regole erano molto labili. Quello che emergeva era l’aspetto ludico, erano gli eccessi di qualche ragazzo poco incline allo studio: mancava insomma una informazione su quello che i videogames possono fare per lo sport e per la società.
È vero anche il fatto che nessuno si è mai preso la briga di sviluppare questi aspetti e di comunicarli: molto spesso chi opera nel settore si concentra sugli aspetti del proprio business senza costruire regole comuni proprio perché costa molto in termini di risorse da impiegare senza un ritorno nell’immediato e nel breve periodo. È più facile organizzare un torneo e tutto finisce lì. Se non fossimo intervenuti con la nostra vision il mondo delle istituzioni si sarebbe fermato al punto di partenza e non avrebbe compreso aspetti insiti nel gioco che, in qualsiasi forma, costituisce l’elemento base di qualsiasi sport. La risposta da parte del mondo dei giocatori è molto importante, c’è interesse e attenzione a quello che stiamo facendo, siamo già nella fase di aggregazione.
Entriamo nel vivo della nostra intervista, se ti dico FIFA ed eSports cosa mi rispondi?
FIFA è un videogioco molto diffuso fra gli appassionati, proprio perché consente a chi ama il calcio di immedesimarsi con i propri idoli e muoverli sul campo giocando, inoltre, a fare gli allenatori potendo scegliere la squadra da mettere in campo. Vediamo con favore tutti i videogames che possono simulare un gioco reale, ci occupiamo proprio di questi. Per altro siamo coloro che scrivono “e-Sports” con il trattino perché si tratta della versione elettronica di sport reali, lasciamo volentieri “eSports” a chi si occupa di altri generi di videogiochi, così si capisce subito di che cosa parliamo.
Il settore FIFA ed eSports ti sembra abbastanza regolamentato nel nostro paese oppure è solo ed esclusivamente nelle mani di iniziative private?
Occorre distinguere fra attività sportiva e gestione della propria iniziativa imprenditoriale da parte dei publisher. Sotto il profilo dello sport siamo un punto di riferimento importante e i regolamenti adottati sono a disposizione di chiunque intenda svolgere attività sportiva. Il fatto che i proprietari dei videogiochi mettano proprie regole per chi intende organizzare tornei ci trova favorevoli perché stiamo parlando di un settore all’interno del quale non esistono solo strutture consolidate ma nascono e sopravvivono anche alcune iniziative improvvisate.
Sembra che questo sarà un anno storico. A giugno è apparsa la notizia della prima serie A eSports per FIFA 20 è PES 2020. Quanto c’è di vero in tutto questo?
Il ritorno alla grande di Konami con eFootball PES 2020 sta a significare che la posta in gioco è altissima e non intendono lasciare il piatto a EA Sports che ultimamente con FIFA aveva creato quasi un monopolio del gioco del calcio elettronico. Il settore è vivo, lo dimostrano gli investimenti fatti da entrambi i publisher, noi siamo dell’idea che si tratti di due produttori di altissimo livello e vogliamo sostenere gli appassionati di tutte le piattaforme nella loro attività sportiva.
La lega calcio sarà coinvolta in tutto questo?!
Il piatto è ricco e chi può si tuffa per cercare un posto al sole. La FIGC e la Lega sono strutture diverse e grazie alla presenza di molti giocatori di buon livello hanno compreso che il potenziale esiste e va gestito. Non siamo assolutamente d’accordo con i modelli adottati, abbiamo una nostra visione che non prevede team che sono più di immagine che di gioco. Presenteremo presto il nostro modello in occasione della presentazione dei nostri Campionati Italiani, entro il mese di ottobre.
Prima Amelia, poi Totti e infine De Rossi e Florenzi. Interessi economici o anche responsabilità etiche?
Quando si tratta di atleti le responsabilità etiche sono la normalità. Essere atleti significa assumersi tutte le responsabilità a livello personale, quindi ritengo che il mondo degli e-Sports abbia solo da guadagnare dalla presenza di persone le quali hanno dimostrato ampiamente che il successo richiede impegno e costanza e non sono il frutto di un momento di gloria. Certamente persone giovani e ricche vedono possibilità concrete di investimento in un settore che nel medio/lungo periodo darà grandissime soddisfazioni. Invito chi può a fare investimenti nel settore, non sui singoli giocatori, perché avranno la possibilità di ottenere vantaggi economici importanti oltre a soddisfazioni di tipo personale che resteranno a lungo.
L’Italia è chiaramente indietro nel settore eSports. Qual’è il motivo di questo rallentamento?
L’Italia non è così indietro come potrebbe apparire. Certamente non siamo leader in questo settore emergente ma la capacità di costruire sfruttando le esperienze altrui potrà permetterci di colmare il gap in tempi abbastanza brevi. Quindi non un rallentamento, piuttosto la partenza non è stata immediata.
In tutto il mondo proliferano gli stadi eSports: pensi che ne vedremo mai uno in Italia?
Credo che in pochi anni avremo anche in Italia delle arene dedicate agli e-sport. Non mi convincono gli “stadium” che negli USA dovranno costruire seguendo le regole del franchising, qui c’è una diversa mentalità e se pensiamo che solo da pochissimi anni si stanno costruendo (fra mille difficoltà) i primi stadi privati si comprende facilmente che il modello del grande contenitore dedicato non è sostenibile. Piuttosto crescerà la polifunzionalità di certi contenitori tenendo in considerazione certi aspetti specifici degli sport elettronici.
Ragazzi di tutte le età sono attratti da questa forma di divertimento, anche nella speranza di emulare le gesta dei propri idoli Pro-Player e Youtuber. Non pensi qualcuno se ne possa approfittare?
Ripeto quello che ho appena affermato: se parliamo di sport non vedo molti pericoli, se ci limitiamo all’aspetto ludico e alla facile notorietà certamente i rischi sono dietro l’angolo. Noi ci occupiamo solo di sport e siamo molto attenti al modello proposto che impedisce la nascita di facili guadagni. Si comprende facilmente la distanza fra un giocatore seriamente impegnato e uno Youtuber, ci occupiamo solo dei primi e siamo favorevoli a chi, usando strumenti di comunicazione di massa, porta suggerimenti e consigli utili.
AGCOM e AESVI a conclusione di una manovra legislativa hanno redatto il nuovo regolamento in materia di classificazione dei videogames. In particolare spetta ad AESVI anche il compito di vigilare sul mondo degli eSports in Italia. Come e se cambierà il vostro lavoro?
Rappresentando i produttori e i distributori sul territorio italiano AESVI ha il dovere morale di esercitare il controllo sulle attività messe in atto dai propri associati. Che sia il rappresentante dei controllati a effettuare i controlli di legge ci sembra piuttosto eccentrico. Se le banche fossero controllate dall’ABI (Associazione Banche Italiane) e non dalla Banca d’Italia credo che ci sarebbe molto da dire. Non ci risulta che AESVI abbia il compito di vigilare sul mondo degli eSports, certamente non in quello degli E-Sports. Per quanto ci riguarda saremmo ben felici di chiudere un accordo con AESVI circa la questione dei “diritti derivati” da noi sottoposta alla loro attenzione diversi mesi fa e che ancora non ha avuto una risposta concreta.
Gli eSports in Italia sono sicuramente un forma di aggregazione importante che annulla ogni forma di barriera sociale e culturale. Da addetto ai lavori avverti questa sensazione?
Siamo certamente in linea con questa visione e il nostro progetto “Impariamo a giocare SERIAMENTE!” va proprio in questa direzione. Riteniamo che sia un punto di partenza per la scuola dell’obbligo se vogliamo arrivare a superare le barriere culturali e sociali che distorcono i rapporti fra i giovani. Ancora più importante è portare i partecipanti a svolgere attività fisica che aiuta a stare insieme e rafforza legami fra le persone. Il gioco e lo sport sono motori di pace, di cultura e di aggregazione fra i popoli.
Milano Games Week è alle porte. Cosa ti aspetti da questa edizione, anche alla luce dei numerosi eventi eSports?
MGW è un grande “evento”, la fiera per eccellenza dei produttori e distributori di videogames, le novità riguardano la presentazione di nuovi titoli mentre credo che saranno poche le novità che possano stravolgere il settore.
Lasciamoci con uno spoiler. Cosa avete in serbo per questa Milano Games Week?
Crediamo che sia giusto lasciare ai produttori e ai distributori la vetrina e la visibilità che spetta nel corso della loro festa. Noi saremo presenti, in contemporanea, a Milano Calcio Week, un evento alla sua quinta edizione che coinvolge il mondo del calcio reale e tutto quanto ruota intorno al pallone. Ovviamente presentando gli aspetti virtuali con FIFA 20 e PES 2020. Crediamo molto nel percorso congiunto fra sport e gli E-Sports, stiamo facendo la nostra parte.
Ci congediamo quindi da Maurizio Miazga Ringraziandolo ancora una volta per il suo prezioso contributo.