Il Ritorno del RE: l’importanza di Resident Evil 4

Perché Resident Evil 4 è così importante nella storia del brand e nell'evoluzione dei surviva horror in generale? Lo racconto in questa nuova puntata de "Il ritorno del RE", che come ormai da tradizione mi permette di ingannare il tempo in attesa dell'uscita del prossimo capitolo di Resident Evil.

Resident Evil 4 Remake è sempre più vicino. Non potevamo quindi esimerci da un nuovo episodio de “Il Ritorno del RE”, serie antologica di editoriali nata dopo l’annuncio di Resident Evil 2 Remake e ormai diventato appuntamento fisso per ingannare il tempo in attesa dei successivi annunci di una Capcom che, ammettiamolo, in perfetto equilibrio tra fanservice e innovazione, negli ultimi anni non sta sbagliando un colpo.

 

Ma veniamo a noi: perché Resident Evil 4 è praticamente all’unanimità riconosciuto come la chiave di volta della belle époque dei survival horror? Per una numerosa serie di motivi, primo su tutti la capacità di essere un punto di rottura proteso verso il futuro tanto potente quando in qualche modo in grado di creare coesione con il glorioso passato del genere, magistralmente fondato su quell’Alone in the Dark the ben un decennio prima del primo RE ha gettato le basi di tutto l’orrore videoludico che sarebbe venuto dopo. Perché rottura?

Perché RE4 è stato il primo titolo della fortunata IP Capcom a trasgredire le regole fondanti del survival horror come lo si conosceva: le telecamere a inquadratura fissa, gli zombie lenti e goffi, ogni porta che si apriva con l’iconica cigolante animazione ricca di suspense… Resident Evil 4 ha preso di petto tutto ciò e lo ha letteralmente ribaltato, con un Leon che corre, salta e sfonda le finestre e mira ai punti deboli dei nemici, mentre questi ultimi a loro volta si muovono molto più velocemente, si organizzano per accerchiarlo e utilizzano armi (MOTOSEGHE! – N.d.R.). Il tutto con la possibilità di comandare molto più liberamente la telecamera, ora posta dietro le spalle del protagonista. In sintesi: chissà senza RE4 che ne sarebbe stato di Dead Space, The Evil Within, e praticamente tutto quello che è venuto dopo!

Resident Evil 4 remake

A onor del vero, ho già in passato evidenziato su queste pagine come uno dei primi titoli – almeno per quanto ne abbia memoria – ad adottare questo approccio al gameplay e all’inquadratura sia stato Cold Fear, survival horror ambientato su una nave che molto ha da spartire con le meccaniche di Resident Evil 4. Non ha caso i due titoli sono usciti entrambi nel 2005, a distanza di pochi mesi. Non sapremo mai quale dei due ha influenzato l’altro e se ci sia stata una fuga di informazioni che ha portato i team di sviluppo ad allinearsi su alcune delle innovazioni a suo tempo proposte. La certezza è che, come sempre accade in casi come questo anche in altri ambiti creativi, il fatto che le novità siano state abbracciate da quella che ai tempi era considerata la nave scuola è sicuramente stato il big bang che ha permesso di rendere queste modifiche lo standard da seguire per le produzioni future.

Resident Evil 4 Remake

Fatta questa doverosa premessa torniamo quindi ad analizzare il colpevole, perché è alla fine questo l’appellativo che più si addice a Resident Evil 4: gli estremisti dei survival horror, in una discussione su come il genere abbia subito un lento ma costante declino perdendo la connotazione horror in favore di una componente decisamente più action/TPS, non mancheranno mai di puntare il dito verso RE4. Dopo il quarto capitolo, comunque dimostratosi in grado di bilanciare le nuove meccaniche con gli elementi più paurosi tipici della prima trilogia, abbiamo infatti visto Resident Evil 5 e 6 andare sempre più alla deriva, tanto che prima della rinascita del brand con Resident Evil 7 la tanto amata atmosfera dei vecchi RE si poteva trovare solo negli spin-off (se non l’avete ancora fatto correte a giocare ai due Revelations! – N.d.R.) e in altri titoli minori volutamente ispirati ai fasti del passato.

resident evil 4
Ma non era questo che pensavamo tutti – e quando dico tutti intendo proprio tutti – noi dopo aver giocato i primi 5 minuti di Resident Evil 4 sull’allora poderoso GameCube. E come rosicavano i poveri sonari, che vedevano una delle loro esclusive per la prima volta uscire in anteprima su una console Nintendo! Il tutto sarebbe durato poco comunque, dato che pochi mesi dopo l’orrore avrebbe invaso anche la cara vecchia PlayStation 2, che al netto di qualche piccolo compromesso grafico avrebbe comunque eguagliato la dose di divertimento richiesta da tutti i fan che non vedevano l’ora di rivestire i panni di Leon S. Kennedy. E non sto nemmeno qui a dire che a suo tempo Resident Evil 4 è stato perfetto: le nuove meccaniche, i nuovi antagonisti, le innovazioni di gameplay e lo stile grafico facevano gridare al miracolo, soddisfacendo al 110% le aspettative che i fan riponevano in una Capcom che in quel periodo stava letteralmente facendo fuoco e fiamme.

Resident Evil 4 Remake

La riprova di quanto abbiamo amato RE4, se vogliamo, è anche nel ben più recente Resident Evil Village, che ha in sé molto più RE4 di quanto potrebbe sembrare a una prima occhiata: per la rinascita del brand – e che rinascita! – dopo la necessaria virata verso l’horror puro alla Evil Dead, è stata praticamente una scelta obbligata ricordare i fasti del passato richiamando tutti quegli elementi che hanno fatto grande RE in passato. Ora, sinceramente cosa sia andato così storto con RE5 e RE6 è difficile da dire, o meglio richiederebbe una disamina molto più approfondita di quella che voglio fare in questa sede. Qui e ora, per intenderci, mi limiterò a concludere con un elenco del perché non vediamo l’ora di mettere le mani su Resident Evil 4 Remake così che anche chi non ha mai provato l’emozione di giocarci capisca il motivo di tanto hype.

Leon S. Kennedy – ok, amiamo (quasi) allo stesso modo Chris, Jill, Claire, Barry e tutti gli altri carismatici protagonisti della grande famiglia di RE… sì, pure Ethan Winters, con il suo staccarsi continuamente e con dolorosissima noncuranza pezzi di corpo, alla fine ha fatto breccia nel nostro cuore di videogiocatori. Ma con Leon c’è un feeling particolare: l’immedesimazione con il “povero” poliziotto che si scontra con l’apocalisse zombie al suo primo giorno di lavoro è qualcosa che non si dimentica, e ritrovarlo nelle vesti di bodyguard della figlia del Presidente degli Stati Uniti d’America ci rende orgogliosi di impersonarlo.

Il nuovo sistema di mira – RE4 è stato il primo capitolo di RE in cui era possibile sparare a punti specifici dei nemici. Certo anche nella trilogia originale si poteva far saltare la testa a uno zombie puntando lo shotgun verso l’alto, ma RE4 è stato il primo titolo della serie a implementare questa meccanica nel gameplay, prevedendo addirittura un tipo di nemico per il quale è necessario colpire specifici punti deboli evidenziati dall’ottica dell’arma. Inutile dire che in RE4 Remake sarà ovviamente possibile anche spostarsi mentre si spara come già visto in RE2 e 3 Remake, e capirete come non vediamo l’ora di scoprire come un gameplay già fresco a suo tempo sia stato ulteriormente perfezionato.

La longevità – RE4 è ancora oggi il Resident Evil con la campagna principale più lunga. Ci siamo probabilmente avvicinati con Village e soprattutto con RE2 Remake, che riproponendo la storica possibilità di rigiocare gli scenari Leon A/B e Claire A/B dell’originale ha sostanzialmente quadruplicato la rigiocabilità del titolo, ma se ci fermiamo ad analizzare la sola prima run RE4 è all’unanimità ricordato come il più lungo. Io stesso ricordo, ai tempi di PlayStation 2, di aver sfiorato le 20 ore di gioco prima di arrivare ai titoli di coda. Inutile dire che in un gioco con più parti action rispetto al passato, e quindi potenzialmente affrontabile in maniera più veloce, questo è un ulteriore fiore all’occhiello e un valore aggiunto di assoluta importanza.

Resident Evil Village – dicevamo già più sopra come l’ottavo capitolo di RE, soprattutto ora che con la Winter Expansion rilasciata a dicembre permette di affrontare l’avventura anche in terza persona, contiene un’innumerevole serie di richiami a Resident Evil 4. Capirete allora come, dopo aver concluso nuovamente la campagna di RE Village con il DLC, non vediamo l’ora di rivivere l’esperienza senza la quale in buona sostanza l’avventura di Ethan Winters non sarebbe mai stata così come l’abbiamo vissuta.

Resident Evil 4 Remake

E ci fermiamo qui, perché di ragioni ce ne sarebbero tantissime altre, ma per ovvi motivi abbiamo scelto di fermarci a quattro. Non ci resta quindi che darvi appuntamento al prossimo “Ritorno del RE”, come ormai da tradizione nostro principale svago per fare quattro chiacchiere sulla nostra serie di survival horror preferita e ingannare il tempo in attesa di poter finalmente mettere le mani sull’agognato Resident Evil 4 Remake.

Vai alla scheda di Resident Evil 4 Remake
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